2016/03/20: Verso la Pasqua nel segno della croce e del sepolcro vuoto

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Domenica delle Palme
(Is50,4-7 ;Sal 21; Fil2,6-11 ;Lc22,14-23,56)
CATTEDRALE DI S. CIRIACO – ANCONA
Con questa liturgia odierna, entriamo in quella settimana che la Chiesa ci invita a chiamare santa, siamo cioè a fare memoria dei giorni più solenni e significativi dell’umanità, e per noi che ci gloriamo di essere stati toccati dalla Parola di Dio  e di essere divenuti discepoli di Gesù Cristo.
Sarà una settimana nella quale faremo memoria di tutto ciò e vorrei aiutare ognuno di voi, per le possibilità che ha, per il desiderio che nutre e anche per la volontà di governare la propria giornata, a partecipare a qualche liturgia che durante questa settimana riempirà la vita dei credenti.
Dopo aver ascoltato la lettura della Passione di nostro Signore tratta quest’anno dall’evangelista Luca, voglio suggerirvi alcuni atteggiamenti che possono essere di utilità per far sì che questi giorni che ci attendono diventino veramente santi per tutti.
La Pasqua ci piaccia o no è la grande necessità per l’umanità, Dio per l’umanità che aveva rifiutato suo Figlio, ha deciso per il bene dell’umanità, di fare la Pasqua e cioè di sperimentare la morte, di introdurre la resurrezione. Ripeto l’umanità le piaccia o no, lo voglia capire o no, ha bisogno della Pasqua!
La Pasqua per essere capita, per essere introdotta nella vita, per farla diventare un progetto di vita, è necessario che la si capisca come vissuta dentro un conflitto, infatti Gesù con la sua Pasqua vive un conflitto, è messo davanti alla croce, che non è piacevole nemmeno per lui tanto che abbiamo ascoltato le sue parole: “Padre se è possibile passi da me questo calice”.
Gesù entra dentro questo combattimento, questa agonia perché sa che tutto questo è un atto di amore per l’umanità, soprattutto è l’atto con il quale lui deve far vedere all’umanità che Dio l’ama.
Entra in questo travaglio, prende la croce, vi muore sopra, è messo nel sepolcro che risulterà poi vuoto.
La Pasqua sarà indispensabile e fruttuosa per l’umanità se noi riusciamo a comprendere questo, nella nostra vita c’è contemporaneamente un mistero di croce e un mistero di resurrezione, il problema è che questa umanità è rappresentata ancora da coloro che, sotto la croce, lo dileggiavano, questo, carissimi, non è la tentazione di Dio, non è il mestiere di Dio!
Noi siamo davanti a questo mistero, dinanzi al quale dobbiamo avere tutti atteggiamenti spirituali che mi permetto di suggerire a me e a tutti voi.
Avere un atteggiamento di contemplazione che non è assenza dalla storia, ma guardare a quello che è successo e domandarsi perché. Forse non riusciremo mai a comprendere completamente che la croce è comunque un mistero d’amore, però è necessario che l’umanità ritrovi un po’ di sapienza e metta in atto quanto la Parola di Dio ci dice: “rivolsero lo sguardo verso colui che avevano trafitto.”
Ci dobbiamo domandare perché Gesù sia lì sulla croce e la risposta, ci piaccia o no, è una sola: l’ha fatto per me!
L’ha fatto per me, per farmi passare nella seconda dimensione della Pasqua, per essere rinnovato. Trovate in questa settimana particolare un pò di spazio per il silenzio, sicuramente a casa avete la Parola di Dio, una croce, fermatevi un attimo perché contemplando quanto è avvenuto ognuno  possa far suscitare dentro di sé, un altro atteggiamento è quello della gratitudine.
L’uomo è molto più orientato ad arrabbiarsi con Dio, più che a dirgli grazie, siamo degli incorreggibili questuanti nei confronti di Dio, siamo ancora dei figli lamentosi imputando a Lui tutto ciò che non va nella nostra vita. In realtà è tutto il contrario, Dio non è il ‘farmacista’ per i nostri peccati, Dio è semplicemente il Salvatore, colui che ti ha dato la ‘medicina’ e ti dice adoperala! Occorre avere la gratitudine verso Dio che pur essendo noi peccatori non ci rifiuta.
Un altro atteggiamento che mi sento di suggerire soprattutto ai genitori.
Fate come hanno fatto  mia madre e mio padre, in questa settimana prendete il Vangelo e leggetelo con i vostri figli, abbiate il coraggio di abituarvi a un pò di silenzio, abituatevi a liberarvi dagli inganni di questo tempo che noi adulti consegniamo loro.
Stiamo ingannando le nuove generazioni raccontando che tutto sarà bello, che tutto dipende da loro e li abbiamo fatti diventare quasi insensibili di fronte ai fatti tragici della storia e se si ha invece un po’di intelligenza in questa storia di Cristo é il Giusto che muore per gli ingiusti, il Debole che muore per i prepotenti, il Santo che muore per i peccatori, questa è la storia che conta.
Mi piacerebbe pensare che le vostre famiglie spegnessero la televisione, prendessero questa Parola
fatevi voi racconto per i figli, raccontate quello in cui credete, liberate i vostri figli dalla stupidità dell’onnipotenza.
Aiutateli ad amare la croce, perché anche per i ragazzi le croci sono numerose (gli amori che finiscono, la scuola che non va, i genitori che non li capiscono, gli amici che li abbandonano …) dobbiamo far capire loro che tutto questo non è una debolezza, ma è la realtà della vita.
Aiutate i vostri figli a capire che chi ama soffre e un amore che non soffre non è amore, è solo godimento.
Stiamo coniugando l’amore sulla prospettiva del piacere, certamente chi ama è lieto dentro di sé, ma sa anche che deve perdonare, avere pazienza, saper accogliere ogni istante, ogni giorno.
Rinnoviamo la società, questa è la Pasqua, questo è il conflitto: tra la morte e la vita, tra il fare il proprio comodo e il servizio alla società, tra il godere di quello che abbiamo e il riconsegnarlo agli altri.
Queste cose vi prego custoditele nel cuore e viviamole insieme!
Amen!
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore).