2016/03/17: Intervento chiusura Via Crucis Diocesana Giovani
INTERVENTO CHIUSURA VIA CRUCIS DIOCESANA GIOVANI
( Piazzale Martelli – Cattedrale)
CATTEDRALE S. CIRIACO
Giovedì 17 Marzo 2016
Carissimi, concludendo questo itinerario di meditazione e di preghiera, permettete che vi affidi qualche parola che penso sia per voi di utilità, dicendo a voi la parola sappiate che la dico innanzitutto a me stesso.
Da più tempo di voi ragazzi sono abituato a questa esperienza della Via Crucis.
Il pensiero che vi affido è molto semplice: nella via della croce di Gesù anche noi siamo parte vive, in quella esperienza di Cristo ci siamo tutti, perché in quella esperienza temporanea ci siamo noi, perché quella esperienza di Cristo è utilità per tutti noi.
Di quella via della croce siamo sì “spettatori”, siamo responsabili, ma di quella via della croce siamo anche i fruitori.
La domanda che sempre mi sono fatto, e anche adesso mi faccio, essendo io personaggio della via della croce a chi assomiglio?
Vorrei che ognuno di noi si facesse questa domanda: “dal momento che lì c’ero anch’ io, chi ero?”
Provo ad aiutare me e voi!
Sono come Giuda che usa la parola ‘amico’ e che si serve di un bacio per consegnare Cristo ai suoi nemici? Carissimi tutti, non è difficile essere Giuda, prima o poi nella vita un’esperienza di Giuda la facciamo tutti!
Chi sono io? Sono come i tre che Gesù portò, come i più vicini, nell’orto a pregare e mentre egli, come dice la Scrittura, anticipava dentro di sé tutta la forza della passione e c’è quell’espressione bellissima che Gesù sudò sangue e nè io sono come uno di quei tre che dormivano e può succedere a tutti di essere dei bravi …’dormiglioni’ nei confronti della storia, cioè di essere assenti nelle tribolazioni. Lo so carissimi che ognuno di noi non può risolvere tutti i drammi della storia, però almeno un piccolo dramma possiamo anche risolverlo … l’importante è che non si dorma nei confronti della storia.
Non vi arrabbiate ragazzi, ma io ha la libertà e la forza di dirvi che questa società vi addormenta nei confronti della storia, qualche volta, anche noi adulti, ci lasciamo addormentare perché è più comodo non rendersi conto.
Chi sono io in questa ‘Via Crucis’ di Gesù? Assomiglio a Pietro, questo uomo abituato alla fatica di pescatore, abituato ad essere capace di scegliere, quest’uomo che si era permesso di dire a Gesù di non andare a Gerusalemme, quest’uomo che Gesù aveva privilegiato con un titolo che si è complicato nella storia della fede e cioè “Tu sei Pietro, tu sei il fondamento”, quest’uomo che tra i dodici era uno dei più sentiti, un riferimento, non solo dorme nell’orto, ma risponde, davanti a una serva, alla quale va tutto il rispetto, che lui ‘quello lì’ non l’aveva mai visto …
Passa nella vita di tutti questo desiderio di non svelare la nostra identità spirituale; dentro la storia ognuno può raccontare tutte le nefandezze che ha fatto e la gente l’applaude, magari pagandolo pure perché racconti, ma poi noi stessi di fronte ad una testimonianza di coraggio “io sono di Cristo”, candidamente possiamo anche dire “chi l’ha mai visto!”
In questa via della croce, chi sono io?
Sono coloro che si beffeggiano di Gesù, che lo rendono umanamente impotente perché lo legano, lo deridono, lo schiaffeggiano e se ne burlano. Posso essere anch’io, vi dico queste cose carissimi, perché siamo dentro questa storia dove oramai Cristo, presente nei suoi discepoli, è deriso.
Noi per non farci deridere, per essere uomini e donne “a la page” ci mettiamo nel mucchio di coloro che si sentono, per un attimo, onnipotenti.
Noi siamo come Pilato? Nel commento che abbiamo ascoltato pregando e camminando, perché Pilato uomo potente, al quale bastava un cenno, se ne lava le mani? Perché fugge dalla responsabilità? Mi domando, perché sfuggiamo alla nostra responsabilità di questo tempo? Per fare piacere al popolino che grida, ma tanto basta che muoia uno così abbiamo salvato il mondo? Carissimi tutti, siamo dentro questa storia siamo sempre quelli delle mani pulite, tenendole poi sempre in tasca sono ancora più pulite, ma se pulisci il povero che puzza non ti comprometti con il potere, ma ti comprometti con il servizio. Se tutti voi, compreso me, facessimo una cosa del genere al giorno, questa città di Ancona sarebbe rovesciata!
Sarebbe piena di bellezza, sarebbe un racconto da scrivere, ma perché sul giornale non c’è mai una cosa bella, perché? Abbiate il coraggio di far fare cose belle e di far vedere cose belle!
C’è un altro personaggio che mi indigna molto, spero proprio di non assomigliargli mai, è Erode, un personaggio terribile, non vedeva l’ora di vedere Gesù, perché ne aveva sentito parlare.
Di fronte alla lussuria dello spirito, alla curiosità, ad una laicità non seria (diremmo oggi), Gesù tace.
Di fronte ai mali di questo mondo, siamo sempre i mestatori, stiamo sempre a girare il torbido che si intorbidisce sempre più; occorre alzare invece la bandiera della verità e la verità se è vera, non offende nessuno, e Gesù non risponde a Erode per non offenderlo!
Certo nella via della croce ci sono anche i personaggi simpatici, ai quali vorrei assomigliare; c’è anche Maria, non è una madre che strepita, credo che la Madonna si sarebbe comportata a quel modo anche se ci fosse stata la televisione e non avrebbe gridato per la via della croce “voglio giustizia!”
Noi cari figlioli ci stiamo accanendo sulla giustizia umana solo per i soldi, Maria accompagna il Figlio e tace, nonostante che il Figlio, il Giusto, muoia per gli ingiusti.
La giustizia umana, come diceva stamattina e ieri sera fratel Enzo Bianchi, è solo meritocratica, la giustizia di Dio è la sua misericordia e Maria collabora a questa misericordia.
Qual è il quadro più bello della via della croce?
Si potrebbe dire che non ce n’è, eppure il quadro più solenne della via della croce è il Calvario, quando Gesù è sfigurato non ha più bellezza, quando la Madre impietrita dal dolore, come dice l’evangelista, ‘sta’; il Crocifisso, il Figlio, dato per amore all’umanità e Maria, che in quel momento è socia del Figlio per la salvezza dell’umanità, là dove ambedue sono trasfigurate, lì c’è l’apice della bellezza.
La bellezza, carissimi, non sta nell’estetica, la bellezza sta nella grandezza dell’amore.
Liberate il mondo dalla menzogna dell’estetica, vi vogliono tutti uguali, con la stessa estetica, uguali, distinguetevi nella sublimità della bellezza dell’amore.
Ho detto che di questa via della croce siamo i fruitori, entrando in Cattedrale siamo passati da quella porta, questo Anno Santo della Misericordia cercate di viverlo, passare per quella porta significa passare per una dimensione nuova, non sono semplicemente due ante, e se decido di passare per Cristo non posso fare marcia indietro, sarei Giuda!
Vorrei allora che ognuno di noi capisse il perché Lui ha portato la croce e si é lasciato inchiodare, la risposta è molto semplice, basta viverla in silenzio e con fede: l’ha fatto per me!
Chi di voi ha bisogno di misericordia? Tutti, ma non della misericordia come la pensa il mondo, ma la misericordia di Cristo che è quella che di te prende i peccati e di te fa una creatura nuova: o ci crediamo o non ci crediamo,
Passa di quì la fede, perché la fede non sta nei riti che facciamo, la verità della mia fede sta se lui Cristo ha modificato radicalmente la mia vita.
Non abbiate paura di fare i peccati, ma se li fate correte da Lui!
Abbiamo bisogno tutti di essere nuovi, non manichini, ma uomini.
Vi affido un compito: durante questa Pasqua in famiglia, nei luoghi dove studiate, lavorate annunciate con la vostra vita che è Pasqua.
† Edoardo Arcivescovo
(Il testo è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore ).