2016/05/14: Veglia Pasquale di Pentecoste

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


 
ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Veglia di preghiera di Pentecoste
Cattedrale di S. Ciriaco – ANCONA
Sabato 14 maggio 2016
Ci siamo raccolti in preghiera per invocare e accogliere il dono dello Spirito, lo stiamo facendo imitando l’esperienza dei discepoli raccolti in preghiera con Maria nel Cenacolo.
Facciamo tutti sempre molta fatica a parlare dello Spirito.
Ricordo, con una certa tristezza, i miei studi in seminario, quando i professori erano sufficientemente bravi a parlarci di Dio Creatore, di Gesù che muore e risorge, ma al momento in cui dovevano parlare e spiegare sul tema dello Spirito Santo se la cavavano con un’espressione, che a noi faceva piacere perché non dovevamo studiare, che diceva pressappoco: “Come possiamo parlare di un Dio sconosciuto?”
Tutto sommato anche nella mia formazione la presenza dello Spirito Santo è stata assente, anche se poi le mie letture ed esperienze personali (il Concilio Vaticano II, l’impegno dei Papi, di cui la Chiesa in questi ultimi tempi è stata ricca, hanno certamente modificato il mio modo di relazionarmi con lo Spirito).
C’era però una cosa che mi incuriosiva molto ed era quella parola che in quel tempo era ‘strana’e che i teologi avevano messo in circolazione, tanto che fu ripresa successivamente durante il Concilio: la storia della salvezza.
Per sé l’espressione è molto bella, ma in quel tempo si faceva molta fatica a collocarla in una visione di concretezza, ma comunque è sempre Dio che governa il nostro pensiero e dietro quella espressione si tentavano anche delle spiegazioni.
Come se tutta la storia della salvezza fosse sicuramente in mano alla Trinità, ma ognuna delle tre persone della Trinità aveva in mano una parte della storia della salvezza, per intenderci: Dio Padre è colui che crea, quindi colui che dà la vita, dalla Bibbia si prendeva la creazione, con tutta la sua bellezza ma anche con tutta la tragedia del peccato.
Ecco allora l’azione del Figlio, che si incarna e paga morendo, risorgendo e ascendendo al cielo, il Figlio che concretizza la salvezza.
Quello che poi mi fece tanta meraviglia, era la terza persona della Trinità, dopo Cristo, dopo l’esperienza del Figlio, tutta la storia della salvezza, dentro la quale c’è la vita della Chiesa, è in mano allo Spirito Santo.
Noi, carissimi, siamo in questo terzo tempo della salvezza, cioè dentro questa azione misteriosa dello Spirito Santo che sparge l’opera di Cristo a vantaggio dell’umanità.
Vorrei che collocassimo questa preghiera dell’attesa dello Spirito Santo, che peraltro ci è stato dato ed è continuamente effuso, dentro questa visione: lo Spirito Santo come la terza persona della Trinità, in mano della quale c’è “l’efficacia feconda” della grazia meritata da Cristo a vantaggio dell’umanità.
Per cui si potrebbe dire che senza lo Spirito, la storia della salvezza non sarebbe completa e senza l’azione dello Spirito il compito della Chiesa sarebbe infecondo.
Alla luce di questo, richiamo tre brevi aspetti dell’azione dello Spirito Santo, in quanto occorre entrare dentro Cristo ad evitare che tutti noi si possa cadere nella tentazione di essere i rifacitori della storia della salvezza, in realtà noi dobbiamo essere semplicemente degli strumenti.
Per noi, che siamo Chiesa, è vitale che possiamo essere curati dallo Spirito Santo e che di Lui accogliamo tre azioni misteriose ed indispensabili.
La prima azione dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo, innanzi tutto, deve santificare, cioè deve consentire al discepolo di Cristo di abitare in Dio, questa è l’azione principale dello Spirito Santo.
Lo abbiamo ascoltato nel Vangelo “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”. (Gv 7, 37 )
Questa dimensione della santificazione è la prima azione indispensabile, perché se il discepolo e la Chiesa, discepola di Cristo, non si mettono dentro l’armonia dello Spirito, come dice Paolo, “E’ un suono che svanisce”.
E’ necessario che tutti noi viviamo nella vita dello Spirito, con questa azione dello Spirito si è abitazione piena di Dio e lo Spirito prende e consacra e abilita a fare le cose.
La seconda azione dello Spirito.
Azione che mi sembra in questo periodo sia particolarmente importante ricordare ma soprattutto accogliere.
Lo Spirito ci è dato da Cristo, perché è l’unico capace di introdurci nella comprensione di Cristo, nella sua Parola, di Lui che è la Parola di Dio; lo Spirito ci svela la Parola di Dio e il suo senso.
La Parola di Dio non è un fossile, non è un reperto archeologico che esponiamo, la parola di Dio è il grembo fecondo, che di tempo in tempo, ci dona dimensioni e comprensioni diverse.
Noi invece abbiamo ossificato la Parola di Dio, ci siamo fatti degli schemi; se qualcuno di voi presenti, aiuta i parroci nel ministero della Catechesi vi prego di liberarvi dagli schemi!
Lo Spirito ci introduce nella comprensione di quello che la Parola racchiude.
Mi permetto di farvi un’applicazione attuale.
Abbiamo celebrato da poco i due Sinodi sulla famiglia e molti cristiani si sono nutriti solamente delle notizie giornalistiche fuorvianti e in questo ci sono caduti anche vescovi, sacerdoti, religiosi e stimati giornalisti: che cosa ci dice lo Spirito rispetto a quelle famiglie che sono ferite?
Ci ricordano tre cose: anche se la famiglia è ferita, anche se due sono divorziati e risposati, sono battezzati e fanno parte della Chiesa, nella Chiesa si sta in forza del Battesimo, non è perché si commettono peccati che si sta fuori dalla Chiesa; lo Spirito ci ha ricordato che questi fanno parte del Corpo santo di Cristo, santo perché è Lui che santifica.
L’altra cosa che lo Spirito ci ha detto è che la comunità, la Chiesa devono prendersi cura di coloro che sono incappati nella fragilità del peccato e nelle insidie del male, perché hanno bisogno di redenzione; ci sono delle persone che questo non lo stanno comprendendo e seminano falsità, specie nel mondo virtuale di Internet, dove ognuno legge senza avere il filtro della Verità.
Il mondo di Internet, carissimi, è come la macchinetta del caffè senza il filtro, c’è di tutto, invochiamo lo Spirito che ci faccia capire questo attuale aspetto della Chiesa!
Mi domando sempre, prima come discepolo e poi come responsabile di questa porzione di Chiesa, perché adesso è successo questo?
Perché il Signore ci ha mandato un Pontefice che ci ha indicato questi aspetti? Perché?
La risposta la troviamo qui: “Lo Spirito Santo vi porterà a comprendere piano piano”, la Chiesa si deve educare alla luce della Parola, si deve inginocchiare davanti alla Parola per scoprire la verità di se stessa, dei suoi figli, e il compito dei suoi figli.
Naturalmente, perché la Parola venga svelata, occorre che noi la conosciamo, la leggiamo, la meditiamo.
C’è un’espressione, negli Atti degli Apostoli (At 8) dove viene detto che “La Parola di Dio ha un’amaritudine forte”, ma questa amaritudine è quella che converte il cuore, che entra dentro.
La terza azione dello Spirito.
C’è un terzo compito dello Spirito e questo lo applico soprattutto a me stesso, ai sacerdoti, ai diaconi, ai catechisti, alle famiglie: perché Gesù convocò i suoi a ritornare nel cenacolo, dove avevano ricevuto la grazia episcopale? Perché solo attraverso il dono dello Spirito essi avrebbero potuto capire quale dono avrebbero ricevuto e quale compito, da quel dono, sarebbe scaturito: il compito della missione.
E’ lo Spirito che manda, è lo Spirito che sostiene, è lo Spirito che ti fa stare nella verità.
Ve lo dico con serenità, certamente abbiamo davanti tante problematiche, ad esempio abbiamo sacerdoti che si invecchiano, che muoiono, e seminaristi che non ci sono, abbiamo fatto tante analisi, ma credo che occorre avere la forza di farsi una domanda: ma il Signore che cosa vuole in questa circostanza, vuole che i suoi figli non abbiano più la Parola annunciata, non abbiano più l’Eucarestia?
Dio carissimi ama i suoi figli, forse vuole una Chiesa che si modifichi rispetto ad una struttura che nel tempo si è appesantita, impoverita, si è resa prigioniera.
Se i vostri parroci da domenica dicessero che dalla prossima settimana in parrocchia ci sarà solo una Messa la comunità reagirebbe forse con un’insubordinazione … perché siamo cresciuti con le messe comode, quelle che sono utili per il nostro egoismo …
Se il Signore ci mette in queste condizioni, penso ad altre situazioni in altre diocesi, non sarà mica che tutta la comunità non ha ancora compreso cosa vuol dire avere la fede, quell’ avere la fede per raccontarla e testimoniarla? Mi comprendete?
Carissimi, se avete tempo prendete la Bibbia, e leggete la terza lettera di Giovanni l’apostolo se la prende con un certo Diòtrefe che non andava in chiesa e impediva agli altri di andarci, perché l’apostolo non diceva parole che facevano comodo alle sue orecchie: «Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere.
Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa.» (3Gv 1, 9-10)
Dove non c’è comunità vuol dire che non c’è Spirito, questo accade anche nella Chiesa nei rapporti ai diversi livelli, tra il S. Padre e i Vescovi, tra Vescovi e Vescovi, tra Vescovi e sacerdoti, tra sacerdoti e popolo santo …
Carissimi, riprendendo questa sacra veglia, rivolgiamoci allo Spirito perché scenda tra di noi, nella Chiesa, modifichi le nostre coscienze, liberi le nostre menti, si tratta di accogliere veramente i tanti esempi che ci riportano gli Atti degli apostoli, una per tutti la pagina del “diacono Filippo e l’eunuco” (At 8,26-40) che abbiamo approfondito in preparazione al II° Convegno Regionale Marchigiano del Novembre 2013.
Lo Spirito Santo ci invita a parlare con il mondo, che appartiene a Dio, “… abitiamo in questo mondo, ma non siamo del mondo …” (Lettera a Diogneto); carissimi superiamo noi stessi, le offese, i rancori, e parliamo con il mondo.
Meditiamo queste azioni dello Spirito e continuiamo questa veglia di preghiera.
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore ).