Dai 22 mila del 2008 agli oltre 5 milioni del 2015. E’ l’autentica esplosione che ha subito l’utilizzo dei voucher negli ultimi anni nelle Marche. Pur contenendo un gap tra quelli venduti e quelli riscossi, il numero dei voucher in circolazione si manifesta come un fenomeno dilagante e in continua espansione. E’ quanto emerge dal 2° Rapporto UIL sui voucher, uno strumento concepito 13 anni fa per far emergere il lavoro nero, specialmente di giovani e pensionati, ma che oggi rischia, invece, di incentivarlo.
“Le norme introdotte negli anni– sottolinea Graziano Fioretti , segretario generale Uil Marche –hanno ampliato la legittimazione nell’uso del voucher, superando il concetto di occasionalità ed accessorietà delle prestazioni. Questo significa che il voucher si presta oggi ad uno distorto e ad un abuso del suo utilizzo e che quindi, per effetto della totale mancanza di tracciabilità di questo tipo di retribuzione, di fatto genera un incremento del lavoro nero e alimenta un certo tipo di infortuni sul lavoro.”
La legge fissa una soglia massima per il lavoratore al compenso annuale di 7.000 euro, ma nel contempo non stabilisce limiti per il committente che, quindi, potrebbe avere tutta la forza lavoro con voucher. “La legge, inoltre – precisa Fioretti – non si pronuncia neppure rispetto ai settori nei quali è possibile utilizzare il voucher, con concentrazioni molto importanti in particolare nei settori del commercio, del turismo e dei servizi, una realtà spesso fatta di piccolissime aziende e i cui lavoratori proprio oggi sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto.”
Marina Marozzi
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