100° Anniversario ultima apparizione della Vergine Maria a Fatima
40° anniversario pellegrinaggi dei Gruppi di preghiera di S. Padre Pio
(Gdt 13,14-18; Sal 15;Lc 2,41-50)
CATTEDRALE SAN CIRIACO – ANCONA
Cari fratelli e sorelle, per me è motivo di gioia celebrare questa S. Eucarestia con voi che fate parte dei gruppi di preghiera di San Pio da Pietralcina .
Il giorno di oggi è un giorno di grazia il 13 ottobre si chiude l’anno centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima.
Don Giuliano, andando in sacrestia, mi ha detto: “ Indossa questa casula, l’ha indossata S. Giovanni Paolo II” e questo ci rimanda a quell’ attentato del 13 maggio del 1981, quando la sua veste bianca fu macchiata di sangue a seguito di un attentato e lui come pellegrino volle andare a Fatima e quel proiettile che doveva essere mortale, ma che con una mano misteriosa venne deviato, lui lo consegnò alla Madonna: “Questo è tuo!” e si trova incasellato nella corona che la Madonna, in alcuni momenti, porta.
Già questo ci fa capire come questo momento sia carico di significato, la Madonna che interviene nella vita dell’umanità e della nostra vita.
Quale è stato il messaggio di Maria a Fatima? Quel messaggio lo possiamo vedere su due binari: la preghiera e la conversione.
Voi siete gruppi di preghiera! Un giorno gli apostoli vedendo Gesù gli chiesero “insegnaci a pregare!” anche loro prima pregavano, ma avevano visto in Gesù uno che non ‘diceva’ le preghiere, ma pregava, infatti noi, a volte, diciamo tante preghiere, ma la nostra mente sta altrove, il nostro cuore è distratto.
Pregare è lasciarsi amare da Dio e amarlo, un grande santo ha detto che la preghiera è come due pezzi di cera che, riscaldati, si fondono insieme e si saldano, questo diceva il Santo curato d’Ars S. Giovanni Maria Vianney.
Allora chiediamoci: ma noi diciamo le preghiere o preghiamo e siamo nell’intimità con Dio?
La prima lettura (Gdt 13,14-18) ci ha fatto ascoltare un capolavoro di preghiera tratto dal Libro di Giuditta.
Questa donna, forte ed energica, che sconfigge il nemico e la preghiera è questa: “Tutto il popolo in questo prodigio era fuori di sé e tutti si chinarono ad adorare Dio.”
Occorre metterci davanti alla presenza di Dio, a volte siamo così distratti che non sappiamo nemmeno dove stiamo, tutto il popolo esclamò in coro, ecco una liturgia comunitaria di popolo e cosa dice il popolo?
“Benedetto sei tu Dio nostro che hai annientato, in questo giorno, i nemici del tuo popolo.”
Che cosa fa la preghiera? Annienta i nostri nemici e chi sono i nostri nemici?
Noi già abbiamo pensato ai nemici materiali, qualcuno avrà pensato alla suocera, qualcun altro avrà pensato al genero, qualche altro al vicino di casa, qualcun altro chissà a chi …
I nostri nemici sono nemici spirituali, chi vuole la rovina della nostra vita è il maligno, il demonio e chi può vincere il male ? Chi può vincere chi ci spinge alla tentazione? Soltanto la potenza di Dio che annienta il nemico della tua vita.
Allora fondamentale è pregare S. Pio da Pietralcina uomo della preghiera, lui diceva che stava armato.
“Passami l’arma”, diceva al frate che lo assisteva, l’arma non era una pistola, non era un coltello, ma era la corona del Santo Rosario, “Catena dolce che ci da lode a Dio” così pregava il Beato Bartolo Longo.
Questa preghiera del rosario, di cui ci ha parlato qualche giorno fa Papa Francesco, è importante, perché in questa preghiera è vero che preghiamo Maria, ma al centro di essa c’è il mistero della salvezza di Cristo: l’ annunciazione, la visita, la nascita, la presentazione al tempio …
La preghiera vince i nostri nemici: il maligno, ci libera dal male e ci fa stare nell’amicizia con Dio.
Il Vangelo (Lc. 2, 41-50) ci ha parlato dello smarrimento di Gesù: si erano recati al tempio di Gerusalemme tutta la famiglia: Maria, Giuseppe e Gesù e quando si recavano al tempio i gruppi si dividevano, da una parte le donne e dall’altra gli uomini perché non potevano camminare insieme; in genere i ragazzi più piccoli stavano con le donne e così quando entrano nel tempio avevano camminato separati.
Nel momento dell’incontro Maria chiede a Giuseppe se Gesù fosse con lui e alla risposta negativa pensate a questi genitori che si ritrovano senza il figlio: che angoscia, che dolore, che preoccupazione!
Dov’è? Che cosa abbiamo fatto? Povero figlio! Allora sale l’angoscia nel cuore, sale il dolore e chiedono, si informano, arrivano a Gerusalemme e lo trovano nel Tempio.
La mia mamma, se avessi fatto una cosa del genere, e quante gliene ho combinate da ragazzo, non aveva mezza misure, un bel scappellotto oppure un pizzicotto, perché a quel tempo quando ero ragazzo si diceva: “Che mazze e panelle fanno i figli belli!”, si veniva educati con gli schiaffoni…
Non siamo cresciuti tanto bene, però quanto meno un po’ dritti, oggi no.
Guardate però come Maria, che è una mamma, che porta dentro un’angoscia, che trova questo figlio, guardate come reagisce: gli pone una domanda non “perché ci hai lasciati?”, oppure “cosa ci hai fatto!” ma dice: “Figlio perché ci hai fatto questo?”
Chiede e poi dice: “Ecco, tuo padre ed io, ti cercavamo angosciati” … ma tutto poi si trasforma in gioia.
In fondo questa esperienza evangelica nell’esperienza di oggi, in questo nostro tempo ci ritrova essere dei figli che si sono perduti. Quanta umanità oggi si perde lungo le vie che non portano a Dio e come questa donna celeste viene a cercarci: Maria è la cercatrice dei figli perduti!
E quando ci ritrova non ci rimprovera, ma ci consola con un cuore di mamma, un cuore tenero, un cuore dolce, un cuore luminoso, un cuore affabile e dice: “Vieni, perché tu devi stare nella vita, non nel pericolo.”
Allora il messaggio di Fatima è di preghiera, ma anche di con – versione.
Conversione significa aver perso, sbagliato la strada, fare l’inversione e ritornare dove tu trovi il bene.
Ora questa sera S. Pio da Pietralcina dal cielo ci guarda e dice: io ho pregato tanto la Madonna, ho tenuto nelle mie mani l’arma e quando sono stato attaccato dal maligno l’ho vinta con la forza della preghiera.
Mi sono affidato alla Madonna, alla Santissima Madre di Dio e Madre nostra e lei quando ci siamo persi ci é venuta a cercare, ci ha ritrovati e ci ha riportati alla Casa, cioè all’amicizia con Dio.
Ma questo Vangelo conclude così: che Maria tutte queste cose che le aveva vissute, le serbava nel cuore, cioè erano un motivo per dire al Signore: grazie, grazie, grazie!
Ecco perché noi abbiamo pregato nel Salmo il “Magnificat”.
Questo “Magnificat” dice poche cose: L’anima mia magnifica il Signore! Chi è Dio? Per la Vergine Maria è il Signore della gioia, non c’è un altro Signore! E’ Lui, Lui l’unico Signore! E cosa dice? “Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore.”
Chi è questo Signore? E’ l’unico che ti salva, che ti dà la vita, l’amore, la speranza, il paradiso, ti da tutto, tutti i tesori, ma Lui è il tesoro che mai si corrompe.
Ma poi continua: e perché?
“Perché ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente.”
L’Onnipotente, che potremmo tradurre così, non solo Colui che tutto può, ma se io dicessi cosa desidera il tuo cuore? Chi ti può riempire il cuore?
Solo Dio ti può dare quello che tu desideri e non riesci a darti, è l’Onnipotente.
Ma poi continua: “E Santo è il suo nome!”
Allora vedete, Dio è Signore e Salvatore e Santo, cioè: purezza e bellezza e fedeltà e quante cose potremmo dire! E quando abbiamo detto tutto possiamo dire solo: santo, santo, santo!
Come diremo fra poco durante la S. Messa: Santo è Dio che è Padre, Santo è il Figlio che è Dio, Santo è lo Spirito Santo.
Allora questa festa, questa memoria, questa celebrazione ci riporta tutto a Dio infinita Trinità, infinità Carità, questo la Madonna l’ha capito, questo l’ha capito S. Pio Pietralcina, questo l’ha capito S. Giovanni Paolo II, mi auguro che questo lo capisca anche il vostro Arcivescovo e che questa sera a tutti noi il Signore faccia la grazia di poterlo capire per avere un cuore che canta le meraviglie di Dio.
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)
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