Messa del giorno – S. Giovanni della Croce
Celebrazione S. Messa presente l’Associazione Prov.le di Ancona dei Maestri del Lavoro
(Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15)
Cattedrale S. Ciriaco – ANCONA
Giovedì 14 Dicembre 2017
Fratelli e sorelle, è un bel ritrovarsi insieme fra persone che hanno vissuto quella esperienza importante che è il lavoro e trovarsi insieme adesso come Chiesa, cioè persone convocate da Dio che ci ha dato un appuntamento, oggi 14 dicembre ci vediamo nella cattedrale di S. Ciriaco, perché vogliamo vivere il nostro momento di chiesa, di fraternità, per dire grazie a Dio.
Quando il nostro cuore si apre alla gratitudine a Dio allora viene fuori quella preghiera: “Vieni Signore!”
C’è una invocazione nella Bibbia che dice: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi…!”
Infatti noi vogliamo che il cielo si apra, che Dio venga a noi, perché quando noi chiudiamo il cielo e guardiamo solo la terra essa diventa fango, si sporca, ci materializza.
Quando invece c’è il cielo, la terra diviene un giardino si modifica, la terra senza cielo è fango, la terra che si apre al cielo diventa un giardino.
Questo ci ha detto la prima lettura, ecco perché ci ha rivolto un invito: “Non temere!”, “Non avere paura!”
Abbiamo oggi paura? Ieri ho chiesto a dei giovani: “Ma oggi voi come vedete il vostro futuro?” uno di loro si è alzato e ha detto: “Ho paura”.
Ho risposto: “Ma di cosa?”
“Del terrorismo, perché non so se vado a vedere una partita di calcio e perdo la vita, o se cammino per strada e una bomba esplode e mi elimina. Ho paura perché questo mondo è diventato insicuro.”
Poi quando si chiede alle persone: “Come state oggi, bene?”
Rispondono: “In casa non stiamo più sicuri perché devi mandare 4-5 mandate e non puoi lasciare la casa incustodita perché puoi subire un danno”.
“ Cammini con la borsetta e non sai se te la rubano … ho paura.”
Quante paure teniamo anche dal punto di vista ambientale!
Perché questa terra, che è madre, e sulla quale siamo stati messi ad abitarla, l’abbiamo così ferita che adesso si lamenta e si ribella anche, perché l’abbiamo troppo maltrattata, troppo inquinata e allora abbiamo paura dei cambiamenti climatici, abbiamo paura della guerra perché le minacce ci sono in continuazione.
Ma il Signore dice: “ Tu dove stai, perché hai tutta questa paura?” la paura non è un fatto del cervello, non è un fatto razionale, è un fatto emotivo e la paura ci tocca, la paura ci chiude, la paura ci fa vivere come terra senza cielo.
Ma il Signore dice: “Non temere, non avere paura, io vengo dal cielo e io dove c’è il deserto do l’acqua! E dove c’è la fame io do l’alimento. Davvero dove c’è Dio le cose cambiano!”
Come è vero! Sulla terra siamo, come esseri umani, sette miliardi e questo nostro pianeta, con le risorse che ha, ne potrebbe nutrire quattordici miliardi, ma dei sette miliardi il 40 % soffre e muore di fame, come mai?
Perché chi ha troppo pane se lo conserva, e non lo spezza, non lo divide, perché dice “E’ mio! Perché lo devo dare a lui?”
Questo è l’individualismo, l’egoismo, la mancanza di attenzione a tanti nostri fratelli e sorelle.
Tanti di voi vengono dalla grande e dura esperienza della guerra e del dopoguerra, che cosa c’era in quel periodo?
C’era tanta povertà, c’era anche la fame ma quel poco di pane che c’era lo si divideva e lo si condivideva tanto che se andiamo a ritroso nella nostra età, perché i nostri tempi erano belli?
Non c’erano molte cose, ma c’era tanto bene e tanta unità tra le persone, ci si aiutava.
Quando la terra si apre al cielo, la terra fiorisce e non hai paura.
Cosa fa il Signore per noi? In ogni Natale viene a dirci: “Non avere paura! Io vengo nella tua vita! Ma se io sono il Signore e reggo tutto l’universo è possibile che non ti fidi di me? Io reggo la tua vita, non avere paura! Fidati di me!”
Questa mattina voglio fare una prova per vedere se abbiamo la fede e per questo vi racconto un aneddoto.
C’era un paracadutista molto bravo, gli piaceva lanciarsi con il paracadute, lui era non credente, ateo.
Un giorno si lanciò dall’aereo, provò a premere tutti i bottoni, ma il paracadute non voleva aprirsi, cominciò a tirare le emergenze, ma il paracadute non si apriva. E nella caduta vedeva che andava diritto a cadere sulla terra, e pensava: “Che brutta fine che devo fare … la mia vita ridotta a brandelli! “ Per un attimo gli uscì una parola: “Signore, salvami!” e cominciò a planare, ma il vento portò il paracadute dove c’era una parete rocciosa da cui spuntava un albero tutto rinsecchito, il paracadute si andò ad impigliare proprio sù quell’albero e lui restò sospeso fra cielo, mare e parete.
E disse: “Era meglio che morivo, in un solo momento adesso dovrò morire quì bruciato dal sole, senza acqua, e con i gabbiani che mi vengono a beccare, che brutta fine!” E così rattristato pensava alla morte, e pensò: “Com’è che si è aperto il paracadute, ho tirato tutti i congegni e non si è aperto, poi ho detto ‘Signore salvami’, allora forse ci sta … Signore ci sei?”
“Certo che ci sono!”, rispose Dio, “Scusami io nella vita sono stato uno sciocco, perché non ti ho creduto, ma adesso ti sento pure … ma tu puoi salvarmi?” disse il paracadutista.
“Certo!” rispose il Signore.
“Grazie allora tu puoi togliermi da questa situazione.”
“Ma certo, io ti voglio bene e ti amo.”
“E che devo fare?”
“Se tu credi in me, sganciati dal paracadute e fatti cadere giù!”
Il paracadutista di rimando rispose: “E che so’ scemo!”
E’ un po’ la nostra fede, non ci fidiamo, non ci affidiamo, e non confidiamo; ma quando noi ci fidiamo di Dio, ci affidiamo a Dio e diciamo a lui tutto quello che il nostro cuore ha da dirgli con confidenza, la nostra vita si ribalta.
Non so se a voi capita, a me sì!
Tutti noi abbiamo nella vita momenti impegnativi, a volte momenti difficili e siamo preoccupati, ci chiudiamo in noi e ci rattristiamo, sono proprio momenti nei quali dobbiamo aprirci con la preghiera a Dio e dirgli:
“Si! tu mi stai vicino, non temo alcun male, dammi la forza, dammi coraggio!”
Tutte le volte che noi preghiamo con fede non è che i problemi cambino così, ma abbiamo la forza di portare avanti la nostra vita, perché Dio lo teniamo vicino, questo,miei cari, è il Natale!
Dio che viene e ci dice: “Mi faccio amore, ti sono vicino, ti vengo a salvare, a benedire, non avere paura!”
Però per fare questo occorre fare una cosa importante.
Penso che nella nostra età di bambini abbiamo fatto il presepe, un tempo a casa nostra c’era un angoletto piccolo dove si faceva il presepe.
I pastorelli erano sempre gli stessi, di anno in anno si depositavano nei fogli del giornale e poi dentro robuste scatole di cartone e si mandavano per un anno in pensione.
L’anno successivo si scartava tutto con la gioia di fare di nuovo il presepe.
A me capitava di farlo e c’era un pastorello che non mi piaceva proprio,
C’era San Giuseppe che stava vicino a Gesù e la Madonna, gli zampognari con le zampogne, le massaie con i polli in mano, il pescivendolo con la cesta in mano, tutti portavano qualcosa al Bambino.
C’era un pastorello che non aveva niente, io lo mettevo in fondo lontano dalla grotta, succedeva però che lo ritrovavo sempre vicino alla capanna della natività, infatti mio nonno anziano lo spostava in avanti ed io lo rimettevo indietro.
Un giorno mi ero stancato e dissi a mio nonno che quel pastorello doveva stare lontano dalla capanna, perché era brutto, non portava niente e poi stava un po’ incantato.
In tutta risposta lui prese il pastorello e lo riportò avanti e mi disse: “Tu non capisci niente, nel presepe questo pastorello è il più importante!”
“ Perché nonno?”
“Perché gli altri pensano di portare qualche cosa a Gesù Bambino, invece lui non porta niente, ma sta lì incantato a cogliere quella meraviglia, a raccogliere il dono di Dio nella vita, ecco perché il pastorello è il più importante.”
Da allora quel pastorello l’ho messo sempre davanti.
A Natale noi dove staremo?
Il mio augurio per me e per voi, è che possiamo stare davanti a quel Bambino, che è Gesù che ci viene incontro e contemplarlo, adorarlo, accoglierlo, perché dove arriva Dio la terra non è più fango, diventa giardino e dove arriva Dio le nostre paure svaniscono come la nebbia davanti al sole.
Grazie Signore perché ci hai radunato qui, perché ci hai donato la tua parola, parola di vita e ci doni la Santa Eucarestia.
La Madonna, Regina di tutti i santi, protegga tutti voi, tutto il bene che avete seminato negli anni di lavoro e tutto il bene che promuovete come persone che sanno e che sanno fare bene.
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)
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