NATALE DEL SIGNORE – S. MESSA DEL GIORNO
(Is 52,7-10; Sal 97;Eb 1-1-6;Gv 1,1-18)
Cattedrale S. Ciriaco – ANCONA
Natale 25 dicembre 2017
“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza.” (Is 52, 7) Questo giorno in cui viene portato a noi l’annuncio più bello e gioioso che nella città di Davide a Betlemme è nato un Bambino e quel Bambino è vero uomo perché nato da Maria, ed è vero Dio perché nato per opera dello Spirito Santo.
E’ Dio che si è fatto uomo, è lui che porta la salvezza, lui che porta la salvezza è un messaggero di pace.
Tutti noi in questo mondo martoriato siamo assetati di pace, cerchiamo la pace e non la troviamo. Vediamo il dilatare delle guerre, dei dissidi, dei rancori interiori, chi può portare a noi la pace, quella profonda, quella vera che tocca l’anima e la riconcilia con Dio, con i fratelli, con se stessi e con il creato? Solo Gesù, buona notizia.
La seconda lettura (Eb 1-1-6) ci ha detto che proprio lui che Dio aveva parlato in tanti modi nel passato, poi ha parlato a noi non più per mezzo dei profeti, ma per mezzo del figlio suo unigenito.
E’ lui che allora prende tutte le cose, le salva e le riporta, nuove, a Dio.
Il Vangelo ci ha detto chi é Gesù in principio era il Verbo, la parola greca è “logos”, in latino “verbum”, noi traduciamo in italiano “verbo”, potremmo dire “è la ragione di tutte le cose”.
Perché se chiede a me e a te: “Ma tu perché vivi? Qual’é la ragione della tua esistenza?”
In Gesù Cristo noi troviamo la ragione della nostra esistenza; creati per amore, salvati e redenti per amore, siamo fatti per il Paradiso meta del nostro pellegrinaggio.
Tutto è stato fatto per mezzo del Verbo, ma il Vangelo ad un certo punto dice che questa parola si è fatta carne, Dio che è infinito si fa piccolo, Dio che è immenso arriva nella tenerezza, nell’umiltà e nella semplicità di un bambino che la Vergine Maria ha dato alla luce e quel Bambino è il Salvatore.
Ecco perché il Vangelo fa vedere due aspetti di fronte a questo Bambino, “veniva nel mondo la luce vera, ma gli uomini preferirono le tenebre alla luce.” E questo è il mondo che stiamo vivendo anche noi oggi, Gesù viene nel suo natale, ma noi come abbiamo fatto diventare il Natale?
Chiedendo ai bambini l’altra mattina: “Bambini viene Natale, voi a chi scrivete la lettera?” e tutti hanno risposto ad alta voce: “A Babbo Natale!”
Noi, che teniamo qualche annetto, scrivevamo una lettera a Gesù Bambino, quella lettera tutta luccicante, la mettevamo sotto al piatto, poi quando si cenava insieme il più piccolo leggeva: “Caro Gesù Bambino! Grazie di essere venuto, noi siamo qui a festeggiare, perché tu sei il festeggiato del Natale. Ti prego per il papà che tanto lavora e mi vuole bene, per la mia mamma che è tanto tenera e a volte un po’ preoccupata per noi, ti prego per i nonni che sono tanto dolci e poi anche per mio fratello e mia sorella con i quali facciamo qualche bisticcio, ma ci vogliamo bene. Grazie Gesù dona la salute, dona la pace!”
Quando da piccoli leggevamo questa lettera, ricevevamo il bacio da tutti, anche qualche regalo, si consumava la cena di Natale nella sobrietà e poi a mezzanotte tutti in chiesa, perché il festeggiato non erano i pacchi con i regali, ma una persona Dio amore che si è fatto uomo.
Allora come i pastori della notte ci recavamo a dire “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, pace in terra a noi uomini amati e salvati da Dio!”
Le tenebre non amano la luce e allora oggi c’è l’indifferenza di fronte a Gesù, noi abbiamo fatto creare un mondo di comunicazione, cosiddetto ‘social’, ma siamo diventati più soli e le solitudini sono più forti.
Abbiamo pensato che tanti regali ci possono dare qualcosa, ma è una felicità apparente e transitoria.
Il prologo del Vangelo di Giovanni sottolinea questo: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”, chiunque di noi accoglie il Verbo incarnato, il Verbo salva la vita!
Perché? Perché ti porta quello che tu non puoi acquistare al supermercato, quello che tu non sei capace di fabbricare, ti porta l’amore, ti porta una rarità spirituale e per questo non si consuma, ma è viva come una fiamma che ti brucia dentro e ti porta ad amare.
Allora chi accoglie Gesù Cristo, per mezzo di lui rende gloria al Padre per il grande dono che ci ha fatto; chi accoglie Gesù Cristo ha un cuore perché comincia a vedere gli altri come fratelli e sorelle e da l’augurio: “Buon Natale!”, cioé tra me e te è rinata amicizia
Perché a volte le tenebre ci dividono, ci separano, ci mettono l’uno contro l’altro, ma Gesù ci dice: la pace che ho portato, tu adesso falla camminare con le tue mani, con i tuoi piedi.
Beato te se sei non solo una persona pacifica, non solo una persona pacifista, ma se sei operatore di pace va e metti pace anche tu a casa.
Che bello il Natale, perché non è una poesia, non è una filastrocca, non è un sentimento, ma è una persona, Dio che si è fatto carne.
Beati noi se in questo Natale apriamo la porta del cuore e accogliamo lui Signore della vita, Signore dell’amore come lo ha accolto la vergine Maria che ha visto quel Bambino e ha detto: “Quanto è bello! E’ mio figlio.” Perché tutto suo, perché lei gli ha dato carne, ossa, sangue, però, poi, guardandolo, ha dovuto dire che lui era Dio, perché nato dallo Spirito Santo.
E così lo ha contemplato, lo ha adorato e ha conservato tutto questo nel suo cuore.
Come Maria accogliamo Dio e la nostra vita è piena di luce, di grazia e di benedizione
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)
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