2018/02/02 – La vita consacrata mostri la bellezza della sequela di Cristo irradiando speranza e gioia

Festa della Presentazione del Signore Gesù al Tempio
(Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18;Lc 2,22-40)
CATTEDRALE DI S. CIRIACO – Ancona
Venerdì 2 Febbraio 2018
Cari Religiosi e Religiose, cari sacerdoti, fratelli e sorelle, oggi siamo qui a celebrare la festa della Presentazione di Gesù al Tempio e la Giornata della vita consacrata. Grazie perché avete risposto all’invito del vostro Vescovo per vivere questo momento di luce, di grazia, di preghiera e di gioia.
La Parola di Dio ascoltata porta dentro di noi una visione nuova ed entusiasmante della vita.
Abbiamo letto dal profeta Malachìa che “Subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate… purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia (cfr. Ml 3,1-4).
Dalla Lettera agli Ebrei abbiamo ascoltato che Cristo non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi simile ai fratelli per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb2,14-18).
Il Vangelo poi ci presenta l’incontro all’interno del popolo di Israele, un incontro tra i giovani e gli anziani: i giovani erano Maria e Giuseppe, con il loro neonato; e gli anziani erano Simeone e Anna, due personaggio che frequentavano sempre il Tempio. Osserviamo che cosa l’evangelista Luca ci dice di loro, come li descrive. Della Madonna e di san Giuseppe ripete per quattro volte che volevano fare quello che era prescritto dalla Legge del Signore (cfr. Lc 2,22.23.24.27). Si coglie quasi si percepisce che i genitori di Gesù hanno la gioia di osservare i precetti di Dio, sì, la gioia di camminare nella Legge del Signore! Sono due sposi novelli, hanno appena avuto il loro bambino, e sono tutti animati dal desiderio di compiere quello che è prescritto. Questo non è un fatto esteriore, non è per sentirsi a posto, no! E’ un desiderio forte, profondo, pieno di gioia. E’ quello che dice il Salmo: «Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia … La tua legge è la mia delizia» (119,14.77).
E che cosa dice San Luca degli anziani? Sottolinea più di una volta che erano guidati dallo Spirito Santo. Di Simeone afferma che era un uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di Israele, e che «lo Spirito Santo era su di lui» (2,25); dice che: «lo Spirito Santo gli aveva preannunciato» che prima di morire avrebbe visto il Cristo, il Messia (v.26); e infine che si recò al Tempio «mosso dallo Spirito» (v.27). Di Anna poi dice che era una «profetessa» (v.36), cioè ispirata da Dio; e che stava sempre nel Tempio «servendo Dio con digiuni e preghiere» (v.37). Insomma, questi due anziani sono pieni di vita! Sono pieni di vita perché animati dallo Spirito Santo, docili alla sua azione, sensibili ai suoi richiami …
Ed ecco l’incontro tra la santa Famiglia e questi due rappresentanti del popolo santo di Dio. Al centro c’è Gesù. E’ Lui che muove tutto, che attira gli uni e gli altri al Tempio, che è la casa di suo Padre. E lo dirà: «Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri! » (Mc 11,17)
E’ un incontro tra i giovani pieni di gioia nell’osservare la Legge del Signore e gli anziani pieni di gioia per l’azione dello Spirito Santo. E’ un singolare incontro tra osservanza e profezia, dove i giovani sono gli osservanti e gli anziani sono i profetici!
Alla luce di questa scena evangelica guardiamo alla vita consacrata come ad un incontro con Cristo: è Lui che viene a noi, portato da Maria e Giuseppe, e siamo noi che andiamo verso di Lui, guidati dallo Spirito Santo. Ma al centro, non ci siamo noi, c’è Lui. Lui muove tutto, Lui ci attira al Tempio, alla Chiesa, dove possiamo incontrarlo, riconoscerlo, accoglierlo, abbracciarlo.
E anche nella vita consacrata si vive l’incontro tra i giovani e gli anziani. Il Libro di Gioele dice che gli anziani sognano, hanno visioni, i giovani profetizzano e quando nella vita consacrata questi due elementi si incontrano l’osservanza (la legge) e la profezia (che la rende una lettera viva).
Allora non sono due realtà contrapposte! Nelle comunità religiose ci sono gli anziani e i giovani e talvolta lo scambio generazionale crea dei conflitti, i giovani dicono che gli anziani sono arretrati, gli anziani replicano che i giovani non capiscono niente … chi è che tiene insieme? Sono le profezie! Solo se in una comunità religiosa c’è Gesù Cristo, Lui tiene insieme! Perché i giovani camminano velocemente, ma gli anziani conoscono la strada e questa armonia di luce permette di vedere; lasciamo piuttosto che lo Spirito Santo animi entrambe queste realtà e il segno di ciò è la gioia. Sono le nostre comunità religiose, comunità gioiose?
La gioia di osservare, di camminare in una regola di vita e la gioia di essere guidati dallo Spirito, e perciò mai rigidi, mai chiusi, sempre aperti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce, che ci invita ad andare verso l’orizzonte.
Quando si vive aperti alla luce che Dio dona, tutto si illumina e diventa bello!
Abbiamo visto prima nel buio di questa cattedrale tutti quei ceri accesi, un segno di gioia, di luce che ti fa camminare; quella luce fioca, debole, dal passo incerto, ma che ti dà gioia e non ti fa sentire chiuso nel buio.
Quando la vita è così, tutto si illumina di bello, niente diventa provvisorio, tutto diventa per sempre, consacrati per sempre. Oggi veniamo tutti messi alla prova con tante tentazioni, tra cui la cultura del frammento e del provvisorio, usa e getta, oggi serve, domani non serve … è la cultura del cosiddetto like, oggi mi piace, domani non mi piace, ma Gesù ci ha chiamato ad una fedeltà per sempre e proprio la vostra vita è una risposta alla cultura del frammento e del provvisorio, Dio è fedele per sempre, il per sempre non è rimanere imprigionati, ma essere liberi ogni giorno di dire: «Eccomi qui, mi presento a Te! Sono qui!»
Ci ha detto di recente Papa Francesco che viviamo immersi appunto nella cultura del frammento, del provvisorio, che può condurre ad essere schiavi delle mode. Questa cultura induce il bisogno di avere sempre delle ‘porte laterali’ aperte su altre possibilità, alimenta il consumismo e dimentica la bellezza della vita semplice e austera, provocando molte volte un grande vuoto esistenziale.
Si è diffuso anche un forte relativismo pratico, secondo il quale tutto viene giudicato in funzione di una autorealizzazione molte volte estranea ai valori del Vangelo.
Se la vita consacrata vuole mantenere la sua missione profetica e il suo fascino, continuando ad essere scuola di fedeltà, deve mantenere la freschezza e la novità della centralità di Gesù, l’attrattiva della spiritualità e la forza della missione, mostrare la bellezza della sequela di Cristo e irradiare speranza e gioia. Al termine di questa riflessione dico: è bello essere venuti qui, anziani e giovani, la legge e la profezia, perché lo Spirito che muove tutto ci porta a quell’incontro con Gesù «che fa nuove tutte le cose» (Ap 21,5), e come ci ha detto Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: «La gioia del Vangelo riempie la vita di coloro che si lasciano incontrare da Cristo e salvare da Lui, che li libera dal peccato, dall’isolamento, dal vuoto interiore. »
Che il Signore aiuti ciascuno di voi e tutti noi a camminare nella sua luce.
Benedica le opere di misericordia spirituali e corporali che ogni giorno fate nei diversi ambienti di servizio pastorale: parrocchie, scuole, case per anziani, ospedali, Caritas, famiglie, e poi anche per coloro che vivono una vita militare, per coloro che vivono la vita di impegno a protezione delle persone.
Il Signore vi doni perseveranza e gioia, perché questa è la festa in cui ci presentiamo, il Signore ci accoglie e ci dà luce. La Vergine Maria che ha presentato il suo Figlio al Signore, ci presenti ogni giorno a Lui, perché mai venga a spegnersi la luce della fede, della speranza e della carità. Amen!
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)