XL Giornata nazionale per la vita
(1Re 3,4-13;Sal 118; Mc 6, 30-34)
PALAZZETTO DELLO SPORT – CASTELFERRETTI DI FALCONARA M.
Sabato, 3 febbraio 2018
Cari fratelli e sorelle, in questa domenica celebriamo la XL Giornata nazionale per la vita. La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci fa cogliere quanto è preziosa la vita e come passa velocemente. È un dono ricevuto che un giorno saremo chiamati a riconsegnare.
Dal libro di Giobbe abbiamo ascoltato: “I miei giorni scorrono più veloci di una spola, svaniscono senza un filo di speranza. ricordati che un soffio è la mia vita”.
Il Vangelo di Marco ci propone tre scene ambientate a Cafarnao: la guarigione della suocera di Pietro, altre guarigioni ed esorcismi e la preghiera di Gesù.
Egli è il medico dei corpi, il medico delle anime, è l’orante per eccellenza che apre e chiude la sua giornata nell’intimità della sua preghiera.
Gesù si reca nella casa di Pietro, ma appena giunto gli dicono che la suocera ha la febbre, è malata.
Gesù immediatamente la guarisce. Il frutto di quella guarigione è che quella donna non rimane chiusa in se stessa, ma si mette a servirli. A sera portano a Gesù tanti ammalati e indemoniati, tutta la città è riunita davanti alla porta.
Il sole tramonta, ma in quella casa c’è ancora luce ed è così intensa che tutti accorrono per essere illuminati dalla verità e dall’amore di Cristo, che brillano, attirano, illuminano, sostengono.
Quando tutti vanno via, guariti e rincuorati, Gesù non si ferma, continua la sua giornata. La preghiera è la sorgente e il culmine di ogni sua giornata, di ciò che fa.
L’intimità con il Padre non è fuga dal mondo e dalla vita per godersi un attimo di tranquillità, ma è rimettere tutto nelle mani del Padre dopo aver per un giorno intero toccato con le sue mani le sofferenze, le angosce e le speranze di tanta gente.
Gesù mette la preghiera al centro.
Una giornata senza preghiera, senza intimità con Dio è una giornata non vissuta, non fecondata dalla forza trasformante di colui che è datore di ogni dono.
Anche se le nostre giornate sono piene di impegni, se sembrano non lasciare tempo alla preghiera, approfittiamo di quelle occasioni propizie che ci lasciano un piccolo spazio di libertà interiore per riprendere fiato in Dio.
Si respira bene solo quando nell’aria della propria giornata c’è la preghiera.
Oggi siamo tutti invitati a fare una riflessione e a pregare per il dono della vita.
“L’amore dà sempre vita”: quest’affermazione di papa Francesco, che apre il capitolo quinto dell’’’Amoris laetitia’, ci introduce nella celebrazione della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo”.
Vogliamo porre al centro della nostra riflessione di credenti la Parola di Dio, consegnata a noi nelle Sacre Scritture, unica via per trovare il senso della vita, frutto dell’Amore e generatrice di gioia.
La gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo; dono di Dio in quanto legato alla stessa rivelazione cristiana, compito poiché ne richiede la responsabilità.
Il nostro tempo è quello in cui si respira la cosiddetta ‘cultura della morte’, la vita non viene rispettata dal suo concepimento al suo tramonto naturale.
Al riguardo Papa Francesco ultimamente ha detto che il processo di secolarizzazione, assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha comportato in molti Paesi una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita.
Ciò ha portato anche a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di ‘civiltà’.
È chiaro che laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile.
Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza.
Eppure, senza una speranza affidabile che aiuti l’uomo ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro.
È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo. (Papa Francesco ai Partecipanti all’Assemblea Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede 26 gennaio 2018).
I segni di una cultura chiusa all’incontro, avverte il Santo Padre, gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità.
Egli ricorda che solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi samaritana chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata; una comunità che con il salmista riconosce: «Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 16,11).
Punto iniziale per testimoniare il Vangelo della vita e della gioia è vivere con cuore grato la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità. Il credente, divenuto discepolo del Regno, mentre impara a confrontarsi continuamente con le asprezze della storia, si interroga e cerca risposte di verità. In questo cammino di ricerca sperimenta che stare con il Maestro, rimanere con Lui (Mc 3,14; Gv 1,39) lo conduce a gestire la realtà e a viverla bene, in modo sapiente, contando su una concezione delle relazioni non generica e temporanea, bensì cristianamente limpida e incisiva.
La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatte proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia, guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo.
Un annuncio dell’amore paterno e materno che sempre dà vita, che contagia gioia e vince ogni tristezza. Perché “L’amore dà sempre vita.” (Messaggio dei Vescovi Italiani per la XL Giornata della vita 2018).
La Vergine Maria benedica quanti si impegnano a difendere, a custodire e servire la vita e doni speranza, perché sempre la vita venga amata e rispettata nella sua sacralità, come dono di Dio, dal suo concepimento al suo tramonto. Amen!
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)
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