Sotto la grande bandiera dello Spirito Santo che tutti unisce, domenica 20 maggio presso la Cattedrale di S. Ciriaco si è svolta la Pentecoste dei Popoli, un incontro cui hanno partecipato tanti rappresentanti delle diverse etnie presenti in Diocesi.
Un nuovo appuntamento voluto dall’Arcivescovo Angelo Spina per sottolineare l’importanza della presenza nella nostra comunità di tanti popoli diversi; un momento di incontro che rappresenta solo il primo passo di un lungo cammino da intraprendere tutti insieme.
Durante la serata, condotta a quattro mani da Don Dino Cecconi (che ha organizzato l’evento) e da Maurizio Socci, si sono succedute testimonianze e musica che hanno coinvolto ed emozionato i tanti intervenuti in Cattedrale.
Così nelle millenarie navate di San Ciriaco, attraverso il linguaggio universale della Musica, hanno risuonato melodie originarie di tanti paesi: Turchia, Ucraina, Costa d’Avorio, Armenia, Argentina, Georgia, Filippine.
Un concerto di musica eterogenea, cui ha collaborato anche l’Accademia di Perfezionamento di Canto lirico di Osimo, che ha efficacemente testimoniato una grande diversità culturale, di tradizioni e storica; tante voci che hanno dipinto di colori diversi la serata di Pentecoste sul colle Guasco, facendo emergere la ricchezza di cui si dispone se si è capaci di mettersi in ascolto di tutti.
Alle note e alle voci si sono poi aggiunte diverse testimonianze tra cui quelle di chi, dopo un percorso di catechesi, ha ricevuto nella scorsa Pasqua i sacramenti del Battesimo della Comunione e della Cresima: Zakaria e Rabah, con poche parole e con accenti e cadenze differenti, hanno raccontato la loro esperienza e il loro percorso di fede; e si sono uniti nel ringraziamento alla comunità diocesana e alla Caritas all’interno della quale hanno trovato il loro posto.
Insomma quello che si è svolto al Duomo è stato un grande incontro cui ha fatto da sfondo il tema dell’accoglienza che Carlo Pesco, Direttore della Caritas diocesana, ha definito “non un obbligo o un diritto ma una necessità; come quelle cui si cerca di dare risposta, quotidianamente, nei diversi Centri Caritas”.
A conclusione di tutto sono poi arrivate le considerazioni di Mons. Spina che ha posto, alla base di una pace che si può costruire tutti insieme, le quattro parole proposte al riguardo da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Accogliere non solo attraverso le parole ma soprattutto con segni e gesti concreti di apertura; proteggere chiunque si trova a vivere in una realtà di cui non conosce nulla e di cui non capisce la lingua con una attenzione speciale ai più deboli, bambini e donne; promuovere, cioè far evolvere le persone, in particolar modo sui temi della dignità umana e del diritto al lavoro; integrare ovvero essere capaci di superare le barriere che dividono e conoscere fino in fondo l’altro.
Un cammino bello e complesso che può essere compiuto solo se si lascia parlare l’unico vero linguaggio veramente universale, quello dell’amore.
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