Il 13 settembre, alle ore 18.00, nella Cattedrale di S. Ciriaco, il Nunzio Apostolico in Italia Mons. Emil Paul Tscherrig, imporrà il pallio all’Arcivescovo Angelo.
Di seguito viene riportata una intervista all’Arcivescovo.
Eccellenza, Lei ha partecipato il 29 giugno scorso alla benedizione dei palli a Roma cosa ha provato?
E’ stato un momento di grazia, molto commovente. Abbiamo indossato i paramenti all’altare di S. Sebastiano nella Basilica di S. Pietro e poi, in processione, ci siamo diretti all’esterno della basilica all’altare della celebrazione. Mentre andavamo in processione, davanti a me, vedevo i diaconi che portavano su vassoi i palli piegati per i ventinove Arcivescovi Metropoliti provenienti da ogni parte del mondo. Dentro di me ringraziavo il Signore per un momento così significativo per la mia vita.
Come è stata la celebrazione?
Il Santo Padre ha iniziato con il segno di croce e con il saluto. I diaconi hanno portato davanti al Santo Padre i Palli presi dalla Confessione di S. Pietro. Il Cardinale Proto-diacono ha presentato al Santo Padre i Metropoliti con queste parole: “Beatissimo Padre i Reverendissimi Padri Arcivescovi con ossequio fedele e obbediente verso la Santità Vostra e la Sede Apostolica, chiedono umilmente che Vostra Santità conceda loro il Pallio, presso la confessione del beato Pietro, quale segno dell’autorità di cui il Metropolita, in comunione con la Chiesa Romana, viene legittimamente investito nella propria circoscrizione. I Palli benedetti oggi da Vostra Santità saranno imposti dal Rappresentate Pontificio a tutti gli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno, a ciascuno nella propria Chiesa Metropolitana. Gli arcivescovi qui presenti pronunceranno ora, davanti a Vostra Santità, la prescritta formula di giuramento”.
Davanti al Santo Padre ho pronunziato la seguente formula di giuramento: “Io Angelo Spina Arcivescovo di Ancona-Osimo, sarò sempre fedele e obbediente al beato Pietro apostolo, alla Santa, Apostolica Chiesa di Roma, a te, Sommo Pontefice, e ai tuoi legittimi Successori. Così mi aiuti Dio onnipotente”.
E’ seguita la benedizione dei Palli da parte del Santo Padre con queste parole: “O Dio, pastore eterno delle anime, da te chiamate, per mezzo del tuo Figlio Gesù Cristo, con l’appellativo di pecore del gregge, e il cui governo hai voluto affidare, sotto l’immagine del buon Pastore, al beato Pietro apostolo e ai suoi Successori, effondi, per il nostro ministero, la grazia della tua benedizione sopra questi Palli, scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale. Accogli benigno le preghiere che umilmente ti rivolgiamo e concedi, per i meriti e l’intercessione degli Apostoli, a coloro che, per tuo dono, indosseranno questi Palli, di riconoscersi come Pastori del tuo gregge e di tradurre nella vita la realtà significata nel nome. Prendano su di sé il giogo evangelico imposto sulle loro spalle, e sia per loro così lieve e soave da poter precedere gli altri nella via dei tuoi comandamenti con l’esempio di una perseverante fedeltà, fino a meritare di essere introdotti nei pascoli eterni del tuo regno. Per Cristo nostro Signore”.
E’ seguita la S. Messa a cui hanno partecipato i Cardinali. Al termine, dopo la benedizione Papale, ho ricevuto dalle mani del Papa il Pallio custodito in un cofanetto di legno. Ho ringraziato il Santo Padre a nome dell’intera Arcidiocesi di Ancona-Osimo, assicurando la nostra preghiera e ho chiesto la benedizione per l’intera diocesi.
Papa Francesco ha modificato nel 2015 il rito del Pallio, distinguendo la benedizione e la consegna dell’imposizione.
Fino al 2015 il Pallio veniva benedetto e consegnato direttamente dal Papa in S. Pietro. Adesso l’imposizione del Pallio avviene alla presenza del Nunzio Apostolico nella Arcidiocesi di appartenenza in un secondo momento, alla presenza della Chiesa locale e in particolare dei vescovi delle diocesi suffraganee accompagnate dai loro fedeli. Una modifica, come si legge in una nota delle Celebrazioni Pontificie per “mettere maggiormente in evidenza la relazione degli arcivescovi metropoliti – i nuovi nominati – con la loro Chiesa locale, quindi dare anche la possibilità a più fedeli di essere presenti a questo rito così significativo per loro e anche particolarmente ai vescovi delle diocesi suffraganee, che in questo modo potranno partecipare al momento dell’imposizione”.
Quando avverrà questo nella nostra Arcidiocesi di Ancona-Osimo?
Come già è stato annunciato sul nostro giornale Presenza, il giorno 13 settembre alle ore 18.00 nella Basilica Cattedrale di S. Ciriaco in Ancona. Sarà presente l’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, nuovo Nunzio Apostolico in Italia e per San Marino che imporrà il Pallio.
Come mai ha scelto questa data?
E’ la Vigilia della festa della esaltazione della S. Croce. Il Pallio è decorato con sei croci nere che ricordano le ferite di Cristo. In questo anno la nostra Chiesa locale ricorda i 1600 anni dall’arrivo del corpo di S. Ciriaco, patrono della città e dell’intera arcidiocesi di Ancona-Osimo, lui aiutò la regina Elena, madre dell’imperatore Costantino a ritrovare la Santa Croce a Gerusalemme.
Chi sarà presente?
Come ho detto il Nunzio Apostolico in Italia, verrà il nostro amato Cardinale Edoardo Menichelli e i vescovi di Fabriano, di Jesi, di Senigallia e di Loreto, i presbiteri, i religiosi, i diaconi, i seminaristi, le religiose, i fedeli e le autorità.
Il pallio come è fatto?
Il pallio (derivato dal latino pallium, mantello di lana) è un paramento liturgico costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle.
Il pallio, nella sua forma presente, è una stretta fascia di stoffa, larga circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la pianeta o la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro, così che – vista sia davanti che dietro – il paramento ricordi la lettera “Y”.
È decorato con sei croci nere di seta (che ricordano le ferite di Cristo), una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro gemmate (acicula) a forma di spillone, o chiodo. Queste ultime due caratteristiche sembrano essere una ricordo dei tempi in cui il pallio era una semplice sciarpa piegata a doppio e appuntata con una spilla sulla spalla sinistra.
Il pallio cosa rappresenta?
Il Pallio rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle come il Cristo ed è pertanto simbolo del compito pastorale di chi lo indossa ed è prerogativa degli arcivescovi metropoliti, come simbolo della giurisdizione in comunione con la Santa Sede.
Come si sente in attesa della imposizione del pallio?
Avverto l’alto senso di responsabilità. Il pallio è stato posto sulla tomba degli Apostoli e, quindi, richiama il martirio. Inoltre questo Pallio mi ribadisce che siedo sulla Cattedra dei vescovi che mi hanno preceduto con la loro saggezza pastorale e la loro santità.
Cosa chiede ai suoi fedeli?
Di pregare e di partecipare a un momento così significativo per la nostra Chiesa di Ancona-Osimo. Il mio è un invito alla preghiera non solo per le responsabilità cui il Signore mi chiama ogni giorno come pastore della diocesi ma, soprattutto, perché il gesto simbolico della consegna del Pallio da parte del Santo Padre in Vaticano e la successiva imposizione dal parte del Nunzio Apostolico ad Ancona segni un ulteriore ed efficace passo in avanti nel cammino verso la comunione ecclesiale.
Sento una grande gratitudine a Papa Francesco per questo segno che mi verrà imposto per onorare la mia persona, la Chiesa e il compito che io devo svolgere in questa Chiesa di Ancona-Osimo. Un anticipato ringraziamento al Nunzio Apostolico che sarà tra noi il prossimo 13 settembre.
Chiedo a tutti preghiera perché possa confessare il Signore lasciandomi istruire da Dio; consumarmi per amore di Cristo e del suo Vangelo; essere servitore dell’unità.
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