La Commissione Regionale della pastorale del turismo del tempo libero e dello sport ha promosso il convegno per la 39^ Giornata Mondiale del Turismo sul tema: “Il Turismo e la Trasformazione Digitale”. Il convegno si è tenuto a Recanati nella prestigiosa Aula magna del Palazzo Comunale. Don Luigino Scarpone direttore della Commissione Regionale della Pastorale del Turismo, ha dato il saluto ai convenuti a cui è seguito il saluto del Sindaco di Recanati e la riflessione del vescovo di Macerata Mons. Nazzareno Marconi. La tavola rotonda è stata coordinata da don Dino Cecconi, regista. La dottoressa Cecilia Romani Adami, imprenditrice nella comunicazione e nel turismo dei beni culturali ha tenuto una relazione su “L’immaginario del viaggio nel mondo delle connessioni globali. Don Marco Rondonotti ricercatore CREMIT dell’Università Cattolica, ha trattato il tema “Dalle social network communities alla comunità umana”. All’incontro hanno partecipato diversi studenti. Le conclusioni sono state affidate all’Arcivescovo Angelo Spina, delegato della Conferenza Episcopale Marchigiana.
Di seguito viene riportato il suo intervento:
“L’anno che stiamo vivendo nella nostra regione Marche è un anno carico di aspettative: è l’anno in cui ricorrono ottocento anni dalla partenza di S. Francesco di Assisi dal porto di Ancona per recarsi in Oriente, è l’anno in cui ricorrono i duecento anni da quando Leopardi ha scritto l’Infinito.
Grandi occasioni non solo per essere momenti celebrativi, ma per mettere in evidenza la ricchezza di una terra che racchiude valori umani e spirituali immensi.
Una delle definizioni date all’uomo del nostro tempo è che è un “homo viator”, un uomo in cammino, che cammina. Uno degli aspetti di questa realtà è il turismo. Il movimento turistico cambia volto e cresce vertiginosamente con il passare degli anni. Se si va a leggere in profondità il motivo di tanto movimento si scopre che il turismo è il tentativo dell’uomo che vuole ritrovare se stesso, perché la vita gli ha tolto il piacere, gli ha tolto la pace, con i ritmi di vita sempre più frenetici, gli ha tolto la serenità. Si sogna sempre più di essere fuori, di viaggiare, di essere “altrove”. Facendo una lettura attenta del fenomeno turismo, si può concludere che questa espressione può diventare la ricerca di un significato quando la vita ne è stata svuotata. Una ricerca di radici e di identità, in un contesto culturale dove, con la frammentazione e la globalizzazione, c’è una perdita di identità.
Il fenomeno a cui si assiste è che la gente predilige sempre più luoghi che parlano in senso forte, di una identità sicura.
Il turismo ai luoghi religiosi è uno dei rivelatori più interessanti di questo disagio culturale. Sembra infatti che l’uomo senza Chiesa sia irresistibilmente attratto dalle chiese.
La Chiesa ha sempre prestato una particolare attenzione alla pastorale del turismo, del tempo libero e delle vacanze, come occasioni propizie di recupero, per rinsaldare i legami familiari e interpersonali, ritemprare lo spirito, godere delle straordinarie bellezze del creato per crescere nell’ “umanità integrale”. “Ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua. (….) Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi”. Pertanto, il turismo è un efficace veicolo di valori ed ideali quando offre opportunità ed occasioni per far crescere la persona umana, sia nella sua dimensione trascendente, aperta all’incontro con Dio, sia nella sua dimensione terrena, in particolare nell’incontro con le altre persone e nel contatto con la natura.
L’uso delle strumentazioni digitali nell’ambito degli operatori e degli utenti del settore turistico è una grande opportunità che permette di incrementare servizi più soddisfacenti alle nuove richieste, ma anche di educare alla corresponsabilità della “casa comune” nella quale viviamo… Se però “si tende a credere che ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori, come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia,” si incorre in un uso scorretto e annientante della stessa dignità umana, con conseguenze deleterie. In particolare, ciò attiene alla produzione e all’utilizzo dei “dati”, soprattutto quelli personali, che si generano all’interno del “mondo digitale” e al ruolo preponderante degli algoritmi che elaborano i dati stessi e producono, a loro volta, ulteriori dati ed informazioni, a diversi livelli, disponibili anche per chi intenda servirsene meramente ad uso commerciale, propagandistico o addirittura con finalità e strategie manipolatorie. L’accesso alle strumentazioni digitali deve essere reso possibile a tutti sempre rispettando e salvaguardando la libertà di scelta delle singole persone. La finalità ultima non è quella di implementare il turismo con le nuove tecnologie digitali, ma che il progressivo uso della tecnologia vada comunemente accompagnato da una crescente consapevolezza della persona e della comunità all’utilizzo rispettoso dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile. Un pensiero speciale va alle giovani generazioni che costituiscono la fetta più ampia dell’utilizzo del digitale.
Come ricorda Papa Francesco: “Non basta passare lungo le ‘strade’ digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati”.
Occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero”.
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