L’Ufficio diocesano della Pastorale della Salute ha organizzato un interessante convegno sul tema: “Essere umani. L’uomo di fronte alla malattia”, che si è tenuto nei locali della parrocchia di san Cosma in Ancona.
Il direttore dell’Ufficio, il dottor Simone Pizzi ha portato i saluti e introdotto l’argomento mettendo in evidenza come la persona malata ha bisogno di un accompagnamento medico, psicologico, spirituale. Alla presenza dei tanti che affollavano la sala, la dottoressa Rosa Anna Rabini ha coordinato i relatori. La professoressa Donatella Pagliacci si è soffermata a trattare il tema della malattia che nella persona fa avvertire il senso del limite, lacera e, in un certo senso, isola. Dalla relazione con il medico e con gli altri la persona malata attende di essere salvata e riportata alla vita. Allora è importante lo sguardo, la compassione, l’empatia, attivarsi per essere accanto all’altro perché possa uscire dalla sua condizione di sofferenza. Il dottor Francesco Guidi, partendo dalla medicina narrativa, ha introdotto una riflessione sull’uomo, la sua precarietà, i suoi limiti, ma è proprio da questo che bisogna partire per saper vedere oltre. C’è una crepa in ogni casa, ed è da lì che entra la luce. Il dottor Gabriele Galli ha messo in evidenza che la cura di tutti i pazienti nasce da un incontro medico-paziente che è sempre preceduto da una attesa, da ciò che ci si aspetta da ambo le parti. Le conclusioni sono state affidate all’Arcivescovo Angelo che ha messo in evidenza come la comunità umana è il sogno di Dio fin da prima della creazione. In questo nostro tempo la Chiesa è chiamata a rilanciare con forza l’umanesimo della vita che erompe dalla passione di Dio per le sue creature umane. L’impegno a comprendere, promuovere e difendere la vita di ogni essere umano prende slancio proprio da questo incondizionato amore di Dio. La tendenza di una anti-cultura porta oggi a fomentare la divisione, l’indifferenza, l’ostilità. E’ tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli, per l’impegno, la promozione e la tutela della vita umana, che non può essere ridotta a un concetto solamente biologico perché porta con sé una valenza che la trascende.
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