Nella Cattedrale di S. Ciriaco, gremita di gente, si è tenuto il Concerto in preparazione alla Pasqua. Diretto dal Maestro Michele Bucchini, con il soprano Alice Mugneco, con il Coro “G. Ferretti”, il Coro “Corazon Alegre”, direttore Lorenzo Chiacchiera, il Coro delle Voci bianache “Orlandini- I. Scocchera e Coro Giovanile “Orlandini”, direttore Laura Ricciotti, con l’Orchestra “I Cameristi del Montefeltro”.
Di seguito viene riportata l’introduzione al Concerto di Stefania Felici:
Gentili Signore e Signori, benvenuti al Concerto del Coro Giovan Ferretti per la Domenica delle Palme.Siamo lieti di salutare Monsignor Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona Osimo e ringraziamo di cuore don Giuliano Nava, Rettore della Cattedrale di San Ciriaco che ci ospita. Un sentito ringraziamento va al Comune d’Ancona in particolare all’assessore alla cultura, il dott. Paolo Marasca.
Mi è stata chiesta un’introduzione. Ecco, rispetto alla musica, e alle arti figurative, la parola ha difficoltà a pronunciare l’indicibile, il dolore “pietrificato” di una madre. Solo il silenzio è concesso al cospetto dell’inaccettabilità della perdita, al picco e alla durata immobile del dolore.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Lo stesso vangelo di Giovanni è lapidario, eppure questa fredda cronaca da duemila anni incendia il mondo!
Stabat Mater
Ai piedi della croce, associata al sacrificio del Figlio. Impietrita dal dolore. Stava. La Madre. Una Roccia. Non si muove, non fugge, non crolla. Maria continua a fidarsi di quella parola udita e custodita nel cuore fin dalla giovinezza, che continua a risuonarle dentro come una musica:
Nulla è impossibile a Dio. Dio è fedele alla sua promessa di salvezza. Forte come la morte è l’amore. Le grandi acque non possono spegnerlo, né i fiumi travolgerlo.
La Madonna, la Signora del cuore di Dio, la Benedetta fra tutte le donne, ha con Dio Padre un Figlio in comune: Gesù. Rapporto previlegiato, il cui punto culminante è la croce. Ma nemmeno in questa circostanza si parla di una rivelazione, di una voce che passi da Maria al Padre e viceversa. La voce, la Parola è il Figlio: la Madre partecipa all’offerta. È lì che incontra Dio coinvolgendosi negli avvenimenti salvifici che il Padre ha voluto e disposto per gli uomini. Il Concilio Vaticano II ce la descrive così: amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata.
Ci aiuta ancora in questa meditazione San Bernardo con uno dei suoi Discorsi:
Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l’anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era spirato, la lancia crudele, non poté arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l’anima. L’anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare.
Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, supererò di molto, nell’intensità, le sofferenze fisiche del martirio.
Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l’anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito?
Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Figlio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero.
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dall’ora del buio. Al momento del fallimento la Madre è là, accanto al Figlio.
Maria STA, salda nella fede, aperta alla speranza, accanto, vicina all’amico fedele. In silenzio. Unici presenti. Spinti fin sotto la croce dall’amore per il Signore, Giovanni e Maria sono chiamati a testimoniare l’amore vicendevole sull’esempio di Gesù crocifisso.
In quest’immensità di dolore e di fede, Maria diviene, per volere del Figlio, madre dell’umanità redenta, madre dei discepoli, Madre della Chiesa.
Papa Francesco ha fatto inserire, proprio dall’anno scorso, nel Calendario Romano, la nuova festa liturgica della «Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa» da celebrarsi ogni anno nel lunedì dopo Pentecoste.
La Mater Dolorosa si associa, negli accadimenti luttuosi della storia recente, al coraggio e all’impegno delle madri argentine di Plaza de Mayo che reclamano giustizia per i figli desaparecidos, alle madri di tutte le vittime di mafia, di terrorismo, della guerra, di ogni violenza, di ogni ingiustizia, madri che esprimono fermezza e dignità nel loro dolore.
Compito della Chiesa è vivere nell’attesa della risurrezione ai piedi della croce, in quello stile di relazione fraterna che rende visibile l’amore di Dio per l’umanità. Una presenza vale più di una parola. Dal dolore può nascere l’amore, la compassione. E gesti semplici, l’ascolto, lo stare insieme possono alleggerirlo.
Maria è la prima a vivere la contraddizione fra morte e resurrezione. Ai piedi della croce. La croce, segno dell’amore, epifania dell’Amore per noi. Fino a questo punto Dio ha voluto amarci, perché un conto è usare parole dolci e consolanti, altro è inchiodare quella sua Parola, sospesa fra cielo e terra.
A tutti voi buon ascolto e l’augurio di vivere questa settimana come preludio di una Pasqua gioiosa.
Invitiamo quindi il coro Giovan Ferretti, che con questa esecuzione, prima assoluta, inizia le celebrazioni per i quarant’anni della sua attività, avvalendosi di preziose collaborazioni:
il coro di voci bianche “Orlandini-Scocchera” e il coro giovanile “Orlandini”,
il coro di Morrovalle Corazon Alegre,
l’orchestra “I Cameristi del Montefeltro”,
e il soprano Alice Mugneco.
Dirige l’autore dello Stabat Mater, il M° Michele Bocchini
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