Oltre un migliaio di giovani dell’Azione Cattolica, provenienti da tredici diocesi delle Marche e accompagnati dai genitori e dai loro educatori, si sono incontrati ieri al PalaPrometeo per vivere una giornata di gioia e condivisione e riunirsi alla stessa tavola: “MA(r)CHE TAVOLA“. Con la preghiera, i giochi e l’animazione hanno costruito insieme una grande tavola che ha accolto tutti, con generosità, scoprendo così la bellezza di stare insieme. La giornata si è conclusa con la celebrazione della santa Messa, presieduta dall’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina.
«La giornata nasce al termine del cammino annuale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi – spiega Luca Girotti, delegato regionale Azione Cattolica – quest’anno il tema era “Ci prendo gusto” e come regione Marche abbiamo pensato di organizzare la Festa Regionale degli Incontri intorno al tema della tavola, intesa come luogo di solidarietà, di accoglienza reciproca e di condivisione. I ragazzi hanno preparato questa festa, ciascuno ha portato il piatto tipico delle città di provenienza e, durante il pranzo, hanno condiviso il cibo. In questa tavola, c’era anche un posto vuoto che era per tutti quelli che volevano venire, perché è importante per noi il tema dell’accoglienza. Nelle nostre tavole c’è sempre posto per tutti, indipendentemente dal colore, dalla provenienza, dalle esperienze, perché è la tavola del Signore». «L’idea è di trovarsi intorno ad una mensa, come intorno ad una mensa si ritrova la comunità cristiana la domenica. Ognuno ha preparato le proprie specialità – spiega Luca Marcelli, responsabile nazionale ACR – c’è un valore nella tavola ed è quello di condividere lo stesso cibo, ma è importante anche il valore dello stare insieme agli altri. La tavola è il luogo in cui le diversità trovano sintesi, in cui la comunità cristiana si scopre in quanto tale».
«L’incontro regionale che state vivendo – ha detto l’arcivescovo Angelo Spina, durante l’omelia – è una grande festa. Purtroppo nel mondo ci sono delle feste senza la gioia, bene organizzate ma spente al nascere, ma esistono anche delle feste dove si sperimenta la gioia di sentirsi amati da Dio. Vedere questa tavola imbandita ci dà tanta gioia, ci fa vedere che ogni diocesi ha una sua tipicità e ci mostra che la bellezza della tavola è il condividere, tant’è che le prime cose che vengono messe sulla tavola sono il vino e il pane. Il vino perché si deve brindare e si dice alla persona che si ha davanti “ti auguro la salute”. Poi si prende il pane e si spezza. Chi spezza il pane con te è il compagno e quel pane non nutre solo il corpo, ma anche l’amicizia e la convivialità. Il vescovo don Tonino Bello aveva coniato una frase: “la convivialità delle differenze”. Siamo tutti diversi, ma la mensa è una. Noi pur essendo molti, provenienti da tredici diocesi diverse, siamo un Corpo solo, la Chiesa del Cristo crocifisso e risorto, animata dal soffio dello Spirito Santo. Oggi non c’è spazio per la tristezza, c’è solo spazio per la gioia e per la festa perché il cuore si apra a condividere il pane con chi non ce l’ha e a mettere insieme le diversità per una unità. Questo è il segno del credente, come ha detto Gesù: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola”».
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