La Chiesa locale è tornata a riunirsi per riflettere sulla centralità della carità nella vita del cristiano e della comunità e questa mattina (18 maggio) si è svolto il convegno diocesano della Caritas “L’amore che anima la comunità”, presso il teatro Ariston ad Agugliano. Durante l’incontro è stata proposta una riflessione sul ruolo e i compiti delle Caritas Parrocchiali nel servizio di animazione della propria comunità. Animazione intesa come quell’insieme di attività che rilanciano l’attenzione e l’ascolto dei poveri, favoriscono la prossimità e il coinvolgimento, le opere e la presa in carico da parte della comunità.
«Ogni anno – spiega Simone Breccia, direttore della Caritas diocesana – la Caritas diocesana organizza un convegno, al quale partecipano gli operatori che operano a livello parrocchiale o diocesano. Oggi abbiamo riflettuto sull’animazione delle comunità e all’incontro hanno partecipato anche coloro che hanno aderito al percorso di formazione (Corso base Caritas) che, tra febbraio e marzo, ha visto la partecipazione di circa 100 persone suddivise in quattro aree pastorali (Ancona, Falconara, Osimo e Castelfidardo). Dodici incontri che hanno ripercorso le ragioni, l’identità e la missione che la Conferenza Episcopale Italiana ha affidato alla Caritas al momento della sua costituzione (1971). Un organismo pastorale dedicato alla “promozione della testimonianza della carità della comunità ecclesiale”». Tra le novità di quest’anno, il direttore ha ricordato la nascita di Vestilbene, il nuovo emporio del vestire solidale, inaugurato a dicembre presso il Centro Giovanni Paolo II di via Podesti 12, mentre prossimamente partiranno altri due progetti. Durante la Quaresima la Caritas diocesana ha infatti proposto una raccolta fondi per sostenere due nuovi progetti di solidarietà: l’apertura di un emporio della solidarietà a Falconara e l’accoglienza di una famiglia di profughi tramite i Corridoi Umanitari.
All’inizio dell’incontro, dopo la preghiera iniziale, l’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina ha tenuto una lectio sul vangelo della guarigione del paralitico, sottolineando che «Gesù va a Cafarnao, distante dal cuore del tempio di Gerusalemme, quindi dove c’è una periferia geografica, esistenziale e spirituale. Gesù annuncia la Parola e dall’ascolto della Parola si può aderire alla fede e dire sì a Dio. La fede non è una superstizione, è una parola che ti suona nell’orecchio, scende nel cuore e passa per la mente e, a questa parola, tu dici “Amen”. Oggi sui social si vive di like che vengono postati e subito cancellati, mentre la fede è un Amen, cioè un sì che rimane per sempre. Dio è amore e questo amore ha un volto: la misericordia che risplende nel Crocifisso che ha dato la vita agli altri. L’amore è donativo, la misericordia dona la vita a chi non se lo merita. Ecco che l’amore da “dono per” diventa perdono. Gesù dice al paralitico: “Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”, cioè gli dice di stare in piedi perché ha una dignità. Tutti si meravigliano perché solo l’amore e la misericordia creano la bellezza».
Durante il convegno, il coordinatore della Caritas di Pesaro Andrea Mancini, ha spiegato che «l’animazione in una comunità è un atto d’amore. La cosa fondamentale per animarla è frequentarla. Spesso siamo presi dal fare e dal raggiungere dei risultati, senza capire che il vero obiettivo è trovare una comunione tra di noi che ci spinga a uno spirito solidale evangelico. Gli animatori Caritas si devono sempre ricordare che sono all’interno della Chiesa e che deve essere sempre il Vangelo a guidarli nelle opere e nella comunità. Non dobbiamo avere la pretesa di risolvere un problema, ma è importante stare accanto alle persone, accompagnarle nel dolore. Farsi veramente prossimi non significa essere risolutivi, ma compatire, vivere insieme all’altro una sofferenza e un percorso di crescita».
Audio intervento Andrea Mancini – Coordinatore Caritas di Pesaro – PARTE 1
Audio intervento Andrea Mancini – Coordinatore Caritas di Pesaro – PARTE 2