Da 42 anni i Gruppi di preghiera di Padre Pio raggiungono in pellegrinaggio la cattedrale di san Ciriaco. Ogni 13 del mese, dal 13 maggio al 13 ottobre, ricordando le apparizioni della Madonna a Fatima, partono alle 16.30 dalla Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa e, recitando il rosario, si incamminano verso il duomo. Anche domenica 13 ottobre si è svolto il tradizionale pellegrinaggio che si è concluso alle 18 in cattedrale con la santa messa celebrata da mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo.
«Siamo giunti alla fine dei nostri pellegrinaggi – ha detto Isabella Cardinali, responsabile dei gruppi di Padre Pio dell’arcidiocesi – la nostra Mamma Celeste ci accoglie, consola chi piange e chi soffre, parlando al nostro cuore con il materno linguaggio dell’amore. È una mamma misericordia che ci comprende e ci attende e saprà ricompensare la vostra perseveranza e devozione, come lei solo sa, perché non si fa vincere in generosità». Prima della messa, Isabella Cardinali ha spiegato che san Pio da Pietrelcina era molto devoto alla Madonna e al rosario. «La devozione alla Madonna di padre Pio voleva dire soprattutto recita del santo rosario – ha detto Isabella – tutti coloro che lo hanno incontrato, in qualunque luogo, lo hanno visto sempre con il rosario in mano. E, con il rosario, come con un’arma invincibile, combatté e vinse tutte le battaglie della vita. La corona era la dura corazza contro il maligno». San Pio diceva: “Il rosario è un dono meraviglioso della Madonna all’umanità” e ancora: “Se la Madonna l’ha sempre raccomandato, non ti pare che ci debba essere un motivo speciale?”, “La corona è un’arma potente per mettere in fuga il demonio, per superare le tentazioni, per vincere il cuore di Dio, per ottenere grazie dalla Madonna”, “La Madonna non mi ha mai negato niente , quando gliel’ho chiesto con il santo rosario”.
«Il pellegrinaggio che fate ogni 13 del mese – ha detto l’arcivescovo Angelo Spina – è una preghiera itinerante per il bene dell’umanità. Oggi è stato bello vedere che lungo le strade avete portato la statua della Madonna e in preghiera siete arrivati qui. Oggi è la conclusione di un cammino fatto di fede, preghiera, amore e santità. San Pio pregava il rosario e la Madonna che, nel 1917 è apparsa a Fatima ai tre pastorelli, ha detto proprio di pregare il rosario. Questa preghiera così semplice mette al centro il Salvatore. Maria intercede e ci porta a Gesù. Vi ringrazio per tutto quello che fate con la preghiera. Il rosario e la preghiera recitati qui, Dio li porta in ogni parte del mondo, dove c’è più bisogno». Commentando le letture e il Vangelo, l’arcivescovo ha sottolineato l’importanza della gratitudine. «Dieci lebbrosi sono stati guariti – ha detto – ma solo uno è tornato indietro, si è prostrato davanti a Gesù e lo ha ringraziato. Gesù però fa un’osservazione: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?”. Questo Vangelo ci interroga. Riceviamo tanti doni da Dio, materiali e spirituali, ma spesso non torniamo a ringraziare. Anche noi nella vita qualcosa di buono lo facciamo, ma capita che fai il bene e non ricevi nemmeno un grazie, come se tutto fosse dovuto. Cosa fare di fronte a questo? Mai fermarci. L’amore non si ferma, anche quando non viene riconosciuto e quando c’è l’ingratitudine. L’amore non si ferma, continua ad amare e a fare il bene».