Il prof. Zamagni: “I cattolici devono impegnarsi in politica”

“Dialoghi sulla Buona Politica”, il percorso di formazione politica e sociale proposto dall’Azione Cattolica Ancona-Osimo, è giunto al suo terzo incontro con l’intervento del professor Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, dal titolo “Diritti e doveri nella costituzione italiana”. L’incontro si tenuto venerdì 8 novembre presso la Domus Stella Maris di Colle Ameno ed è stato introdotto da Marino Cesaroni, direttore di Presenza e da Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo.

«I cattolici devono impegnarsi in politica – ha detto il professor Stefano Zamagni – perché il cristianesimo è una religione incarnata in una persona, Gesù di Nazareth, e quindi non incartata cioè sulla carta. Ciò significa che il cristianesimo realizza la sua missione dentro la storia e la prima implicazione è che il cattolico non può non impegnarsi in politica. Quindi quando qualcuno dice che i cattolici ne devono star fuori, commette un errore dovuto a una grande ignoranza di tipo teologico. Quali sono i modi di questo impegno? Dipende dalle circostanze storiche. In questo momento storico, di certo i cattolici non possono continuare a dividersi in diversi schieramenti politici oppure stare alla finestra, lamentandosi di quel che viene. La tesi della diaspora, secondo la quale i cattolici dovrebbero sparpagliarsi è oggettivamente sbagliata, perché saranno sempre in minoranza nei partiti».

Qual è, dunque, la forma oggi da attuare? «Un partito cattolico oggi non ha più ragione d’essere –   ha continuato – l’ha detto il Papa a marzo e lo dicono i laici. Il partito cattolico, la DC, ha avuto un senso nel passato, oggi i tempi sono cambiati e la presenza dei cattolici non può più avvenire all’interno   di un partito che tenta di escludere chi non si dichiara cattolico. La presenza dei cattolici si deve invece esprimere attraverso una piattaforma politica che ha ispirazioni nel cristianesimo e nella dottrina sociale della Chiesa, che si propone a tutti, purché si accettino i principi che vi sono indicati. Questo ce l’ha insegnato tanti anni fa Giovanni XXIII. Lui diceva: “Quando per la strada incontri qualcun altro, non chiedergli da dove viene, chiedigli dove sta andando e se vedi che sta andando nella tua stessa direzione, fate il cammino insieme”. Quindi i cattolici devono presentarsi con questa piattaforma che formuli delle proposte di strategia politica, in grado di far uscire questo Paese dallo stallo».

«Tutti noi oggi ci poniamo questa domanda – ha detto l’arcivescovo Angelo Spina – in che direzione andare?   Allora bisogna avere una bussola per camminare, che orienti bene. Qui ci sono tanti laici che mi hanno chiesto perché nella diocesi non apriamo una scuola dell’impegno socio-politico o, meglio, un laboratorio. Noi stiamo riflettendo su questo, a livello metropolitano, insieme alle diocesi di Jesi, Senigallia, Fabriano, Loreto. Questi stimoli dell’Azione cattolica sono segnali positivi perché il contributo dei credenti e dei cattolici è stato e continua ad essere importante nella società».

«Nell’aprile 2017 – ha raccontato Massimiliano Bossio, presidente diocesano dell’Azione Cattolica – quando papa Francesco incontrò l’Azione cattolica, ci disse di impegnarci nella politica con la P maiuscola, a servizio del prossimo, e nell’interesse degli altri e del bene comune. Abbiamo così pensato di proporre quattro incontri sulla formazione socio-politica e sull’impegno in politica da parte dei cattolici. L’ultimo incontro sarà il 22 novembre a Colle Ameno, quando diversi amministratori locali ci parleranno della loro esperienza politica. Dobbiamo ricordarci che la politica è servizio verso l’altro e che i cattolici all’interno delle istituzioni possono portare lo stile autentico della cristianità».

 

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