La Quaresima che stiamo vivendo è forse unica nella nostra vita. Segnata da una parte da alcuni temporanei limiti per un bene superiore che è quello della salute e della sicurezza dell’intero popolo; tutti abbiamo scritto sui social “Iorestoacasa”, e dall’altra dall’assenza delle celebrazioni liturgiche, specialmente della Messa. Eppure sappiamo per fede che il Signore è sempre accanto all’umanità e accompagna, conforta e sostiene. “Il Signore è il mio Pastore non manco di nulla…anche se dovessi camminare in una valle oscura, non temo alcun male”(Sl 22).
In questi giorni ci scopriamo vulnerabili, fragili, inermi, di fronte a un “nemico” che non possiamo vedere ma di cui subiamo tutta la minacciosità. È il momento della vulnerabilità ed è il momento della fortezza. Non dobbiamo cadere nel pessimismo, nello sconforto, nella disperazione. Riconoscere le nostre paure, prima di tutto in questo tempo – quello della malattia – è il primo passo per esortarci a essere responsabili, ad avere coraggio, non incoscienza.
La speranza non deve ammalarsi e la fiducia deve ispirare ogni azione e ogni resistenza. Ha detto il cardinale Bassetti: “Nella grande confusione generata dal timore si potrebbe pensare che “ognuno fa per sé”. Invece la comunità si scopre unita in modalità nuove e diverse, creative potremmo dire. In quanti condomini, per esempio, sono comparsi cartelli di persone che si mettono a disposizione per andare a fare la spesa o altre commissioni per i più anziani o i fragili che rischiano di più a uscire? Quanti sono coloro che hanno saputo davvero fare buon uso delle nuove tecnologie, diffondendo notizie utili e non panico? In quanti casi abbiamo letto di famiglie in cui una volta di più sono i nonni, questa grande ricchezza, a tenere insieme tutto durante le scuole chiuse? Qualcuno ha detto che questo tempo complesso, che ci è dato di attraversare, darà la misura della tenuta e della profondità delle nostre relazioni: non smettiamo di guardare davvero chi ci è accanto e di aiutarci reciprocamente>>.
Ciò che insegna questa pandemia è che non è possibile pensare di farcela da soli. L’emergenza si affronta in cooperazione e collaborazione, ciascuno facendo la propria parte con responsabilità doverosa.
La Chiesa in questo momento offre conforto, affronta i bisogni e soprattutto prega. È la preghiera il balsamo che possiamo offrire a tutti perché Dio non solo aiuta a superare le prove che il tempo ci impone, ma anche a imparare dai dolori e dalle trepidazioni che sono parte della vita.
Le chiese restano aperte, le campane suonano come sempre per richiamare alla preghiera da intensificare facendola quotidianamente nelle case, in famiglia, personalmente, leggendo e meditando la Parola di Dio. Nelle celebrazioni delle Messe, presiedute dai sacerdoti senza popolo, tutti sono presenti sull’altare. La storia del nostro popolo ci insegna che nei momenti difficili è ricorso sempre alla Vergine Maria. Tutti i giorni sosto a pregare davanti all’immagine della Regina di tutti i Santi nella nostra cattedrale di S. Ciriaco, a lei il popolo è ricorso fiducioso durante il periodo del colera del 1836, delle guerre mondiali, del terremoto del 1972, della frana del 1982 e in tanti momenti difficili passati e presenti. Come non ricordare che a Posatora, nel 1531, il Comune di Ancona fece completare a sue spese, dietro il benestare del vescovo, la chiesa dedicata alla Madonna in ringraziamento per la scampata pestilenza del 1526. Segni dei tempi passati e insegnamento per i nostri giorni.
Dio ci doni di uscire da questo tempo segnato dal coronavirus più umili e più miti, più semplici e uniti, più consapevoli dei doni che abbiamo, ma soprattutto con la viva fede nel Signore Gesù crocifisso e risorto, nostra unica speranza.
PREGHIERA NEL TEMPO DELLA FRAGILITÀ
O Dio onnipotente ed eterno, ristoro nella fatica, sostegno nella debolezza: da Te tutte le creature ricevono energia, esistenza e vita. Veniamo a Te per invocare la tua misericordia poiché oggi conosciamo ancora la fragilità della condizione umana vivendo l’esperienza di una nuova epidemia virale.
Affidiamo a Te gli ammalati e le loro famiglie: porta guarigione al loro corpo, alla loro mente e al loro spirito.
Aiuta tutti i membri della società a svolgere il proprio compito e a rafforzare lo spirito di solidarietà tra di loro.
Sostieni e conforta i medici e gli operatori sanitari in prima linea e tutti i curanti nel compimento del loro servizio.
Tu che sei fonte di ogni bene, benedici con abbondanza la famiglia umana, allontana da noi ogni male e dona una fede salda a tutti i cristiani.
Liberaci dall’epidemia che ci sta colpendo affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato.
In Te noi confidiamo e a Te innalziamo la nostra supplica perché Tu, o Padre, sei l’autore della vita, e con il tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, in unità con lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Maria, salute degli infermi, prega per noi! Amen.
+Angelo, Arcivescovo