A seguito del DPCM riguardante la Fase 2 del Covid-19 che prevede la celebrazione dei funerali con quindici persone, per avere una linea unitaria in diocesi, comunico che le celebrazioni esequiali possono essere tenute. E’ stata superata anche la problematica di dotarsi di strumenti (termo-scanner e/o termometri digitali a infrarossi) per la rilevazione della temperatura corporea prima della partecipazione alla celebrazione delle esequie.
I parroci informino le persone che presentano una temperatura corporea oltre i 37,5°C, di rimanere a casa, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali in presenza di sintomi di influenza o quando vi sia stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti.
Le esequie possono essere celebrate con la S. Messa o senza la S. Messa, facendo mantenere ai partecipanti le dovute distanze e con la mascherina. Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca e mantenga a sua volta una adeguata distanza di sicurezza. La distribuzione dell’Eucaristia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli evitandone lo spostamento e senza venire a contatto fisico con esse.
Il luogo preferibile è all’esterno e se in caso le condizioni atmosferiche o altro lo impedissero si può celebrare in chiesa rispettando tutte le normative. Per ovviare a eventuali inconvenienti organizzativi da parte della parrocchia i funerali possono essere celebrati anche nella chiesa del cimitero o negli spazi del cimitero.
Comunicato dalla CEI: (Si rende noto che: giovedì 30 aprile, il Ministro dell’Interno e il Prefetto del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione rispondono al quesito sottoposto dalla Segreteria Generale della Cei concernente la celebrazione esequiale a seguito dell’emanazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Nel testo si legge tra l’altro: “La forma liturgica della celebrazione rientra nella competenza dell’autorità ecclesiastica, secondo un prudente apprezzamento legato alle diverse situazioni nei vari territori, le tradizioni e le consuetudini locali”. Tutto questo nel rispetto della “tutela della salute pubblica e l’esigenza di non vanificare gli importanti sforzi fin qui compiuti”, per cui “ancora nella situazione attuale richiede la limitazione di diversi diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio della libertà di culto”).
In unione di preghiera, un cordiale saluto.
+ Angelo, Arcivescovo