Domenica 28 giugno: video e omelia della Messa presieduta dall’Arcivescovo

Nella tredicesima domenica del Tempo Ordinario (28 giugno), l’Arcivescovo Angelo Spina ha parlato dell’importanza dell’accoglienza, durante la Santa Messa presieduta alle 10.30 nella Cattedrale di San Ciriaco, trasmessa in diretta su èTV Marche – Canale 12 (realizzazione tecnica a cura di Nonsolovideo Srl).

Gesù dice: “Chi accoglie voi accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. Ma cosa significa accogliere Gesù nella nostra vita? «Per accogliere Gesù – ha detto l’Arcivescovo – è necessario fare una scelta evangelica, una scelta radicale. Per questo Gesù dice: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me, chi non prende la propria croce non è degno di me”. Degno qui significa adatto, se uno non fa certe rinunce non è adatto, è come quando usiamo una spina della corrente e non è adatta alla presa, c’è bisogno di un adattatore. Gesù dice che chi ama il padre e la madre più di lui non è degno di lui, cioè non è adatto, non ce la fa a seguirlo. Sono parole molto forti da farci esclamare: Ma allora chi potrà mai essere degno di te, Signore? I familiari sono le persone più care, indispensabili a vivere e tu ci chiedi di amarli di meno, perché? La risposta è nel fatto che lui ci ha insegnato ad amare e ci chiede di amarlo prima e al di sopra di ogni cosa, fossero anche gli amori così vincolanti come quello dei genitori e dei figli.

Dio non vuole essere amato perché ha bisogno del nostro amore, ma rendendosi amabile ci dimostra come ci ama. È da lui e solo da lui che apprendiamo l’arte di amare. Dio ci ha amato dandoci il suo Figlio morto sulla croce. Se si mette Dio al primo posto allora, per esempio, nella vita matrimoniale si capisce che lo sposo e la sposa sono doni che Dio ha fatto l’uno all’altro e non sono una cosa da possedere, ma da amare, cioè da rendere felici, sono tesori di bene. E così per i figli, se Dio è al primo posto allora i figli vengono visti come un dono da accogliere, educare portare nel cuore della vita e non come una proprietà. Così tra fratelli e sorelle, se Dio è al primo posto allora il fratello è visto come una grande ricchezza con cui vivere in amicizia che supera qualsiasi cosa come un pezzetto di appartamento o di proprietà per i quali ci si potrebbe togliere la parola, litigare e dividersi. Quando Dio è messo al primo posto nella nostra vita, tutto prende luce. In poche parole è come dire: “Non posso amare chi ha sete se non amo la sorgente”.

Gesù subito dopo aver richiesto il primato nell’amore, aggiunge che: “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me”. La vera dignità consiste sì nell’amore, ma amando accogliendo la propria croce sulle spalle per essere suoi discepoli. Amare significa dare la propria vita, togliere a se stessi per donare senza la pretesa di ricevere in cambio. Amare senza chiederci se chi amiamo merita il nostro amore. Amare non per un periodo o per una situazione, ma sempre. Infatti Gesù insegna ancora: “Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”. Ecco: perdere per avere. Quando si perde allora si trova. Perché perdere significa donare e donare è un segno dell’amore. Proprio nell’amore del prossimo noi accogliamo Dio. Egli è l’unico bene, il sommo bene, tutto il bene. Tutto passa, solo Dio resta. In lui abbiamo un respiro di eternità, ma occorre saper perdere per ricevere. Amando lui sopra ogni cosa, tutto si illumina per l’eternità. In questa domenica il Signore ci invita ad accoglierlo con fede, a mettere lui al primo posto e nessuno perderà la sua ricompensa».

Pubblichiamo di seguito l’omelia integrale dell’Arcivescovo e il video della Messa.

Omelia Tredicesima Domenica del Tempo Ordinario – diretta su èTv Marche – Cattedrale di San Ciriaco – 28 giugno 2020

 

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