La tradizionale veglia diocesana di Avvento, organizzata dalla Pastorale giovanile nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano (10 dicembre), è stata incentrata sul tema della salvezza attesa, annunciata e vissuta. Nella prima parte (salvezza attesa) i giovani sono stati invitati a riflettere sulle grandi attese che vivono. C’è chi aspetta un vaccino, una rassicurazione per il suo lavoro, il ritorno ad una frequentazione sociale senza restrizioni, ma non basteranno le sicurezze umane a donarci la salvezza che cerchiamo. È dunque necessario alzare gli occhi verso il cielo e chiedere l’aiuto a Dio, Colui che può salvarci.
Nella seconda parte (salvezza annunciata) è stato letto il Vangelo secondo Luca sulla nascita di Gesù (Luca 2,1-20), mentre nella terza parte (salvezza vissuta) sono state ascoltate tre testimonianze. La paura, la malattia e la pigrizia possono essere vissute come situazioni di buio. In questo buio, però il Signore può agire, portare salvezza e far splendere una nuova luce, come hanno raccontato tre giovani. Adriano, studente di Medicina e volontario della Croce Gialla di Ancona, ha parlato del servizio di trasporto dei pazienti colpiti dal Covid-19. «I giovani vivono tante paure – ha detto – ma è importante mettersi in gioco e aiutare gli altri. Una vita vissuta nell’egoismo, senza aiutare gli altri, è una vita persa».
È stata poi letta la testimonianza di Francesco, un ragazzo che a marzo ha contratto il covid. Lui ha raccontato come ha vissuto la malattia, affidandosi al Signore. «La preghiera al Signore e a Maria era uno dei momenti più belli della giornata – ha scritto – mi sentivo meno solo. Anche i miei amici della parrocchia mi hanno sempre sostenuto con la preghiera, donandomi forza e fiducia. Questa malattia mi ha permesso di trovarmi di fronte al Signore con più intimità, di riuscire a confidarmi con Lui con più apertura e di poter sentire ancora una volta di più il Suo infinito amore».
Andrea Alfieri Padiglioni, vicepresidente dell’Associazione Casa dei Giovani Piero Alfieri, ha invece parlato del servizio nato a fine marzo nella parrocchia Cristo Divino Lavoratore. «La pigrizia mi fa pensare al letto, al dormire, – ha detto – e invece a marzo abbiamo deciso di uscire e di preparare pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà. Oggi aiutiamo circa 170 persone e da sette mesi è aperto nella parrocchia questo supermercato della solidarietà, dove le famiglie vengono a ritirare il proprio pacco».
Durante la veglia, l’Arcivescovo Angelo Spina ha sottolineato che «Gesù viene nel mondo, incarnando tre parole: povertà, umiltà e pace. Lui si fa piccolo come un bambino ed è il vero povero perché dona se stesso. Questo è l’amore: dare tutto e nulla trattenere. Lui è anche umile, viene adagiato in una mangiatoia che lo accoglie. Inoltre ci dona l’amore di Dio che fa nascere in noi la pace. Quando siamo poveri, umili e in pace, gli occhi cambiano come quelli dei pastori che se ne tornano a casa glorificando Dio, con gli occhi pieni di luce e con il cuore infiammato. Questo dunque è il tempo di cambiare i nostri occhi, è il tempo di aprirli per vedere l’altro. Se ognuno pensasse “si salvi chi può”, saremo tutti contro tutti. Siamo invece tutti sulla stessa barca e dobbiamo metterci ognuno a servizio dell’altro. Accogliamo dunque il Signore e questo tempo viviamolo con questa invocazione : Maranathà, vieni Signore Gesù».
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