Quando la pandemia blocca le strade, i sentieri della vita, i contatti con le persone; quando crea smarrimento, ansia e dubbi, dove andare? Per il Natale che viene, andiamo a Betlemme, dove Dio è nato e nasce ancora. Andiamo dove il Dio che nasce porta una umanità nuova: l’umanità che ha come fondamento supremo il comandamento dell’amore, che sorride alla vita, perdona le offese, spezza il pane con l’affamato, che si prende cura di ogni persona.
Non è un cammino facile. La via di Betlemme è ostruita da tanti detriti che sfigurano la nostra umanità. Li conosciamo bene sono l’orgoglio, la vanità, l’egoismo, l’indifferenza, le violenze. Perché andare a Betlemme? Cosa è accaduto in quel piccolo grappolo di case? E’ accaduto l’indicibile. Duemila anni fa, Dio ha fatto un passo decisivo e irreversibile verso di noi. Dio, l’Onnipotente, il Creatore della terra, del sole, il Creatore delle galassie e dell’universo, il Creatore dell’uomo e della donna, dell’atomo e di tutto, questo Dio ha varcato la soglia dell’abisso dell’infinito e si è fatto vicino a noi, si è fatto uomo.
L’evangelista Giovanni nel prologo del Vangelo lo sottolinea con forza e lo incide nel nostro cuore con una espressione potente e inequivocabile: <<E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi>>(Gv 1,14).
Gesù che nasce a Betlemme è un dono d’amore. Il Natale è la festa dell’amore puro e gratuito, immeritato. Il Natale è la più bella notizia che si possa raccontare agli uomini. La verità del Natale ha un fascino, una giovinezza, una sorprendete attualità.
Abbiamo disperatamente bisogno di Betlemme: perché se a Betlemme non ci fosse Dio, il mondo sarebbe soltanto una stalla e noi saremmo gente senza una meta e senza una speranza.
La strada di Betlemme è la strada della povertà, perché è la strada del dono: Dio si dona a noi, Dio è dono di sé, Dio è altruismo infinito! Allora soltanto nel dono di sé, soltanto nell’altruismo saremo felici perché potremo incontrare Dio, nel volto di ogni uomo e donna. Dobbiamo farci più poveri: quel che abbiamo ci è stato dato perché diventi dono, quel che abbiamo ci è stato dato perché diventi carità. Se lo teniamo nelle nostre mani diventa un peso, se lo teniamo nelle nostre tasche diventa un macigno. Tutto ci è stato donato perché diventi dono, perché diventi amore.
Dio è amore! Ma se Dio è amore, è dono; se Dio è dono, Dio è povero perché dona tutto; ma se Dio è povero è anche umile. <<Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo>> (Lc 2,7).
E’ il messaggio del Natale, il messaggio che illumina la notte del mondo orgoglioso e avido.
Ci ha ricordato Papa Francesco nella Enciclica Fratelli tutti:<< Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia. Mentre occorre ricordare che “siamo tutti sulla stessa barca”, “siamo tutti fratelli”>>.
Andiamo anche quest’anno a Betlemme e nel nostro tempo segnato da tanta sofferenza e disorientamento, troveremo la luce vera che illumina ogni uomo, accogliamo Cristo, il Verbo fatto carne. Se abbiamo un po’ di orgoglio buttiamolo via e saremo felici.
Se abbiamo un po’ di egoismo mettiamolo sotto i piedi; sperimenteremo la gioia dell’amore che è esperienza di Dio. Proviamo ad accogliere il Dio Bambino, proviamo ad uscire dall’orgoglio e dall’egoismo e sentiremo il canto degli angeli e proveremo la gioia di Maria, di Giuseppe, dei pastori, dei magi, di quanti si sono recati a Betlemme e hanno ripreso il cammino nella notte, con gioia e speranza. Ci sentiremo fratelli e sorelle sulla stessa barca.
E’ il Natale vero, quello di Betlemme. Il Natale della speranza, di Dio con noi, il Natale cristiano, di amore e di pace. Buon Natale!
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