Ritiro regionale del clero con Mons. Claudio Maniago, sulla nuova edizione del Messale Romano

Mons. Claudio Maniago

È stato incentrato sulla nuova edizione del Messale Romano il ritiro regionale del clero, che si è svolto online giovedì 18 febbraio. L’incontro è iniziato con la preghiera dalla Santa Casa di Loreto e il saluto di Mons. Piero Coccia, presidente della Cem, ed è proseguito con la riflessione di Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta e presidente della Commissione episcopale Cei per la liturgia che ha parlato della “Celebrazione della comunità cristiana” e ha illustrato la terza edizione del Messale Romano in lingua italiana. Dal 4 aprile 2021, giorno di Pasqua, diventerà obbligatorio l’utilizzo del Nuovo Messale, ma diverse diocesi tra cui l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, hanno già iniziato ad utilizzarlo dalla prima domenica di Avvento, il 29 novembre. «Alla preparazione della nuova edizione hanno lavorato oltre 70 esperti – ha detto Mons. Claudio Maniago – è stato un lavoro lungo, complesso e delicato, durato 18 anni. Questo tempo ci indica l’importanza di questo testo, che raccoglie un’eredità importante perché scaturisce dalla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II. La terza edizione del Messale ha voluto tener conto di questa tradizione, custodirla e valorizzarla».

Mons. Maniago ha sottolineato che non si tratta di un «nuovo Messale, ma di una nuova edizione. È un libro importante, testimone di una fedeltà, ovvero dell’obbedienza che la Chiesa italiana ha avuto e ha verso il mandato fondamentale del Signore, cioè quel “Fate questo in memoria di me”. Inoltre è importante perché è un testo normativo, contro ogni accaparramento indebito. Non si può celebrare senza Messale. La liturgia è il luogo della comunione ecclesiale. Questa terza edizione è dunque un’occasione preziosa per riaprire il discorso sul nostro celebrare l’Eucarestia, cuore pulsante della vita della Chiesa. Al celebrare non ci possiamo mai abituare. È il Signore che celebra e convoca attorno a sé e coinvolge la sua Chiesa: i ministri che ne sono i primi animatori e ogni battezzato e membro del popolo di Dio. Grazie a questa nuova edizione del Messale possiamo dunque recuperare il senso della ritualità, di cui noi sacerdoti siamo chiamati ad essere interpreti e servitori. All’interno della celebrazione dobbiamo essere i primi a partecipare e a renderci animatori».

vNella celebrazione dell’Eucarestia – ha continuato Mons. Maniago – noi non dobbiamo principalmente comunicare dei contenuti dottrinali, ma prima di tutto dobbiamo aiutare le persone ad entrare nell’esperienza della fede. Il Messale non è il libro per i preti e basta, ma custodisce e norma la celebrazione del popolo di Dio. I contenuti custoditi nel libro dobbiamo condividerli con il popolo di Dio. In definitiva, questo testo è un’occasione preziosa per approfondire il nostro stile celebrativo e quello delle nostre assemblee, cioè dei nostri fedeli. Coloro che partecipano alla Messa non devono essere ridotti mai al rango di spettatori, ma devono essere formati per riscoprire la grazia e la forza del celebrare. Vi invito, dunque, a riprendere in mano il Messale per conoscerlo meglio, affinché il vostro pregare sia più consapevole e possiate meglio guidare le vostre comunità con momenti di conoscenza specifica ma anche con celebrazioni che siano davvero un momento in cui voi, con la vostra comunità, vi affidate alla liturgia e quindi al Signore che è presente ed è il vero liturgo». Dopo la riflessione i sacerdoti si sono divisi in stanze virtuali per un confronto sul tema affrontato. Infine il ritiro si è concluso con la recita dell’Angelus.

 

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