Primo incontro del Laboratorio di Formazione Sociale

“Il credente di fronte all’attuale crisi - Il perché di un Laboratorio”

Relazione dell’Arcivescovo, Mons. Angelo Spina:

Cari amici è un piacere essere con voi questa sera, grazie di aver risposto a questo mio invito. Ringrazio in modo particolare Paolo Perucci, Marco Lucchetti, Giancarlo Galeazzi e Roberto Oreficini, che si sono resi disponibili per iniziare un cammino di formazione sui temi sociali  con modalità  di laboratorio e non di una scuola.

Come ha detto Paolo poco fa: “Il Laboratorio di formazione sociale, vuole essere un luogo di incontro e di dialogo, su temi di stretta attualità sociale filtrati dalla Dottrina Sociale della Chiesa, in cui il metodo induttivo consente una partecipazione attiva e allargata di tutti gli interessati. Si tratta di momenti formativi aventi lo scopo di coinvolgere i partecipanti e condurli verso una capacità di discernimento dei fenomeni sociali, economici, politici e culturali che toccano la nostra vita e il nostro tempo, per una cittadinanza attiva.

Per introdurre il tema partirei di quanto ha detto nelle dichiarazioni il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine dell’incontro con il Presidente della Camera Roberto Fico al  Palazzo del Quirinale, 02/02/2021 “…Dare, immediatamente, vita a un nuovo Governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria….Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica. …Conto, quindi, di conferire al più presto un incarico per formare un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato”.

Alle dichiarazioni del Presidente della Repubblica hanno fatto seguito le dichiarazioni programmatiche del Presidente Draghi il 17 febbraio 2021 di cui riporto qualche punto: “Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale…

La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese…

Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza.  …

Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un Paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere…

Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento…

Si è anche aggravata la povertà. I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza…

Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così. …

Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo.  Come ha detto Papa Francesco “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”….Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane. …

La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta….

Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.

Da questi discorsi coì chiari cosa ne viene fuori, quale è la nostra riflessione? Chiediamoci: quale è il ruolo del credente, del cattolico, in questo tempo? Il 30 aprile 2017 papa Francesco si rivolgeva in questo modo ai soci di Azione Cattolica (AC), riuniti in piazza San Pietro in occasione dell’anniversario per i 150 anni dalla fondazione dell’associazione: «Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!». Ascoltiamo cosa ha detto Papa Francesco: “Il vostro appartenere alla diocesi e alla parrocchia si incarni lungo le strade delle città, dei quartieri e dei paesi. Come è accaduto in questi centocinquanta anni, sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico, – mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola! – attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale. Allargate il vostro cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie. Siate viandanti della fede, per incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti. Ogni vita è vita amata dal Signore, ogni volto ci mostra il volto di Cristo, specialmente quello del povero, di chi è ferito dalla vita e di chi si sente abbandonato, di chi fugge dalla morte e cerca riparo tra le nostre case, nelle nostre città. «Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale»” .

Le parole del Papa sono chiare, non richiedono commenti. Dalla Rerum Novarum di Leone XIII, all’ultima enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, l’impegno della Chiesa per la questione sociale è stato continuo e chiaro, dando indicazioni che hanno trovato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, del 2004, una esposizione sintetica ed esauriente.

Trasformare la realtà sociale con la forza del Vangelo, testimoniata da donne e uomini fedeli a Gesù Cristo è sempre stata una sfida e lo è ancora nel nostro tempo così carico di ombre, ma anche di luci e di speranza. Il Compendio mostra come la dottrina sociale cattolica abbia anche valore di strumento di evangelizzazione (cfr. Centesimus annus54), perché pone in relazione la persona umana e la società con la luce del Vangelo. I principi della dottrina sociale della Chiesa, che poggiano sulla legge naturale, si vedono poi confermati ed avvalorati, nella fede della Chiesa, dal Vangelo di Cristo. In questa luce, l’uomo è invitato innanzi tutto a scoprirsi quale essere trascendente, in ogni dimensione della vita, compresa quella legata ai contesti sociali, economici e politici. La fede porta a pienezza il significato della famiglia che, fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, costituisce la prima e vitale cellula della società; essa inoltre illumina la dignità del lavoro che, in quanto attività dell’uomo destinata alla sua realizzazione, ha la priorità sul capitale e costituisce titolo di partecipazione ai frutti che ne derivano.

Nel testo emerge poi l’importanza dei valori morali, fondati sulla legge naturale scritta nella coscienza di ogni essere umano, che è perciò tenuto a riconoscerla e a rispettarla. L’umanità chiede oggi maggiore giustizia nell’affrontare il vasto fenomeno della globalizzazione; sente viva la preoccupazione per l’ecologia e per una corretta gestione degli affari pubblici; avverte la necessità di salvaguardare la coscienza nazionale, senza perdere però di vista la via del diritto e la consapevolezza dell’unità della famiglia umana. Il mondo del lavoro, profondamente modificato dalle moderne conquiste tecnologiche, conosce straordinari livelli di qualità, ma deve purtroppo registrare anche inedite forme di precarietà, di sfruttamento e persino di schiavitù, all’interno delle stesse società cosiddette opulente. La trasformazione della comunicazione con i nuovi sistemi digitali è opportunità, ma porta con sé anche limiti.

Le attuali questioni culturali e sociali coinvolgono soprattutto i fedeli laici, chiamati, come ricorda il Concilio Ecumenico Vaticano II, a trattare le cose temporali ordinandole secondo Dio (cfr. Lumen gentium31). Ben si comprende, quindi, la fondamentale importanza della formazione dei laici, affinché con la santità della loro vita e la forza della loro testimonianza, contribuiscano al progresso dell’umanità. Questo documento intende aiutarli nella loro quotidiana missione.

Il testo è stato elaborato in modo da essere fruibile non soltanto ad intra, ossia tra i cattolici, ma anche ad extra. Infatti, i fratelli accomunati a noi dallo stesso Battesimo, i seguaci di altre Religioni e tutti gli uomini di buona volontà ne possono trarre fecondi spunti di riflessione e un impulso comune per lo sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo.

L’annuncio di Gesù Cristo, « buona novella » di salvezza, d’amore, di giustizia e di pace, non trova facilmente accoglienza nel mondo di oggi, ancora devastato da guerre, miseria e ingiustizie; proprio per questo l’uomo del nostro tempo ha più che mai bisogno del Vangelo: della fede che salva, della speranza che illumina, della carità che ama.

Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è proposto anzitutto per sostenere e spronare l’azione dei cristiani in campo sociale, specialmente dei fedeli laici, dei quali questo ambito è proprio; tutta la loro vita deve qualificarsi come una feconda opera evangelizzatrice. Ciascun credente deve imparare prima di tutto ad obbedire al Signore con la fortezza della fede, sull’esempio di San Pietro: « Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti » (Lc 5,5). Ogni lettore di « buona volontà » potrà conoscere i motivi che spingono la Chiesa a intervenire con una dottrina in campo sociale, a prima vista non di sua competenza, e le ragioni per un incontro, un dialogo, una collaborazione per servire il bene comune.

Appena mandato da Papa Francesco a guidare questa amata Chiesa locale di Ancona-Osimo, da più persone mi veniva detto di dare impulso a una formazione dei laici per un impegno nel campo sociale. E’ quello che ora insieme vorremmo fare.

Tra i tanti problemi globali ne elenco appena tre: il primo è quello delle nuove forme di colonizzazione, in specie quelle “ideologiche e culturali”. Il secondo è quello della preoccupante abitudine al clima di crudeltà e odio che plasmano le nostre società, mentre il terzo riguarda la giustizia, una giustizia che cerca solamente pena senza speranza.

Viviamo in un mondo con tante criticità se pensiamo alla dittatura del relativismo, ai temi della vita: aborto, eutanasia, della famiglia; dell’educazione; dell’ecologia; del lavoro; dei diritti umani; degli immigrati; della salute; dell’educazione, della cultura, e potremmo continuare il lungo elenco.

Su questi temi è bene avere una ampia e chiara visione e dare un orientamento, perché c’è tanta confusione. Il Vangelo è un’espressione politica, perché tende alla polis, alla società, a ogni persona in quanto appartiene alla società. Il laboratorio alla formazione socio politica allora non è per preparare persone ad entrare in un partito, non è per formare un “nuovo” partito, ma per essere cittadini vigili, sentinelle del nostro tempo che sanno discernere i segni dei tempi e con spirito critico e alternativo saper essere profetici per costruire il bene comune perché come  ci ha ricordato papa Francesco è importante non tanto fare politica, ma politica con la “P” maiuscola, non per conquistare uno spazio e prendere un potere, ma per essere cittadini che cercano la verità e perciò liberi nella responsabilità. Paolo VI ci ha insegnato  che “fare politica è la più alta forma di carità”.

Grazie per la pazienza che avete avuto nell’ascoltarmi.

+Angelo, arcivescovo

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Relazione di Mons. Angelo Spina al laboratorio di formazione socio-politica – 22.03.2021

 

Registrazione dell’incontro: