Martedì pomeriggio nella “Residenza Dorica”, dopo un periodo di ricovero all’Inrca a causa delCovid-19 del quale era ancora positivo, è ritornato alla Casa del Padre don Mario Serafini. Era nato il 17 agosto del 1926 da una famiglia di mezzadri che viveva a Falconara Alta, nella cui parrocchia della Visitazione della Beata Vergine Maria era parroco don Vincenzo Radicioni, futuro vescovo di Ripatransone e Montalto. A sette anni, un giorno tornando dalla messa con la mamma e la sorella Ines (classe 1929), ad un certo punto si mette a correre, si ferma in mezzo alla strada, si gira e dice alla madre: “Io voglio farmi prete!”
Era entrato in seminario ad Ancona dopo le scuole elementari, nel 1937 dove frequentò i cinque anni del ginnasio, poi passò al Seminario regionale di Fano per il liceo e i quattro anni di teologia. Durante la guerra e il passaggio del fronte si trasferisce al seminario di Osimo (che il rettore don Ido Pieroni, tenne aperto anche durante il passaggio del fronte), per poter studiare e così non perdere l’anno. Viene ordinato prete nel luglio del 1949. Inizialmente come prefetto affianca a Montesicuro, nella Villa del seminario, il rettore nella educazione dei seminaristi della diocesi di Ancona. Dal 1950 al 1952 viene nominato viceparroco nella parrocchia Cristo Re di Numana in aiuto al parroco don Attilio Ramini.
Nel marzo del 1953 è nominato parroco nella parrocchia di Montesicuro dove trova una chiesa e una canonica fatiscenti che pazientemente ristruttura, chiedendo in prestito al padre i soldi della buonuscita da mezzadro per compiere l’opera. Il babbo e la mamma resteranno d’ora in poi con lui per i servizi alla casa e alla chiesa (sagrestia) assieme ad una zia. Il babbo seguirà anche la conduzione dei cinque poderi che la parrocchia possiede. Accolse in parrocchia don Giulio, anziano ex parroco di Candia, originario di Montesicuro, di cui si prese cura durante gli anni della vecchiaia.
Dopo la morte dei genitori, accolse in casa la sorella che lo aiutò nella gestione della casa parrocchiale. Nel 2013, a causa di un piccolo ictus, comprese che non era più il caso di portare avanti l’incarico di parroco. Nei circa 60 anni di permanenza a Montesicuro è stato vice-cancelliere, in Curia, dove si recava ogni mattina per le pratiche matrimoniali. Fu anche responsabile della POA (Pontificia opera di assistenza) che ha aiutato tante famiglie povere nel dopoguerra. Tale incarico lo portò a visitare molte parrocchie delle Marche per assicurare la distribuzione degli aiuti. É stato a lungo assistente dell’Apostolato della Preghiera in Diocesi.
Negli ultimi anni è vissuto ad Ancona, a casa della nipote Simona, assistito in modo accurato e affettuoso dalla nipote e dalle sorelle. I funerali saranno celebrati venerdì, alle ore 10, nella parrocchia di Montesicuro (probabilmente all’aperto). Oggi, in tarda serata, sarà allestita la camera ardente nella parrocchia di Montesicuro.