Il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana è stato al centro del convegno “Una luce di speranza” che, venerdì 3 settembre al Ridotto del Teatro delle Muse, ha inaugurato la serie di iniziative promosse dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo per celebrare il decimo anniversario del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolse ad Ancona e nelle diocesi della metropolia nel 2011 e si concluse con la messa celebrata da Papa Benedetto XVI nell’area Fincantieri del porto di Ancona. «Ricordare il decimo anniversario del Congresso Eucaristico Nazionale che fu un evento foriero di grazie e ricchezze spirituali e attenzione alle realtà umane – ha dichiarato S.E. Mons. Angelo Spina, Arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – non è volgere lo sguardo al passato ma guardare avanti con speranza, guidati dal Signore Gesù realmente presente nell’Eucaristia. Soprattutto in questo momento di pandemia, così difficile, l’Eucaristia non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze, ma deve essere rimessa con ancora più forza al centro della vita dei cristiani».
Dopo un filmato, realizzato da Marco Federici e Danilo Mastrogiacomo, che ha ripercorso gli appuntamenti del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, e i saluti di Marcello Bedeschi (già segretario generale CEN), di Gian Mario Spacca (già Presidente della Regione Marche) e dell’Ammiraglio Giovanni Pettorino (Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale), sono iniziati gli interventi. Roberto Oreficini, soggetto attuatore del CEN, ha ricordato la «collaborazione tra pubblica amministrazione e realtà ecclesiali, fondamentale per la realizzazione del Congresso. C’è stata condivisione tra tutti i soggetti coinvolti e tante sono state le opere realizzate grazie al Congresso, come le rotatorie ad Ancona nord, l’implementazione della videosorveglianza nella città e la rivisitazione del piano del traffico di Ancona».
I relatori hanno approfondito alcuni ambiti, già al centro del XXV Congresso Eucaristico. Luigi Alici, docente di filosofia morale dell’Università di Macerata, ha parlato di cittadinanza, tradizione e lavoro; Luigi De Palo, presidente nazionale Forum delle Famiglie, dell’importanza della famiglia nella Chiesa e nella società; Margherita Anselmi (rappresentante Cei al sinodo sui giovani) dei giovani e della speranza. «Sono passati dieci anni dal Congresso Eucaristico – ha detto Luigi Alici – e in questi anni la società è diventata sempre più complessa, divisa tra fughe in avanti e nostalgie di realtà apparentemente felici che forse non sono mai esistite. Questa altalena interessa anche la comunità cristiana che da un lato tenta di addomesticare la complessità, mentre dall’altro lato c’è un tentativo di vivere il cristianesimo un po’ evasivo, di fuga dinanzi ai problemi. Allora credo che il mistero dell’Eucaristia ci dia questo grande messaggio, ovvero che il contrario della complessità non è la fuga dai problemi ma è la semplicità, cioè la capacità di adorare e contemplare il mistero della presenza di Cristo in mezzo a noi. Accogliere la sua potenza generativa ci aiuta ad entrare dentro ai problemi, senza restare con le mano in mano. Come ha detto Papa Benedetto XVI nella messa dell’11 settembre 2011 ad Ancona: “La comunione eucaristica ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, e ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo (cfr 1 Cor 10,17). Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo”».
Luigi De Palo ha ricordato che «nell’incontro ad Ancona con gli sposi e i sacerdoti, il Papa disse: “Nessuna vocazione è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio”. Senza famiglia non c’è Chiesa ed è importante che le famiglie si impegnino di più nella società civile perché la vocazione matrimoniale è un fatto pubblico e politico. Dobbiamo tornare anche a raccontare la famiglia in modo diverso perché i nostri figli non si sposeranno se gli diciamo che la famiglia è la cellula fondamentale della società fondata sul matrimonio, ma si sposeranno se vedranno che siamo disposti a donarci la vita gli uni gli altri, se vedranno famiglie felici. Il cristianesimo non funziona per convincimento, ma per attrazione». «Papa Francesco nell’esortazione apostolica Christus vivit usa tantissime volte il termine speranza – ha detto Margherita Anselmi – e le prime parole che ha rivolto a ciascun giovane è “Lui vive e ti vuole vivo!”. È importante la riscoperta del rapporto con Cristo che non nasce dal nulla, ma dall’incontro. Un incontro che avviene attraverso un invito, una proposta, una persona che magari propone un’attività. Durante il Sinodo il Papa ha parlato di una pastorale sinodale, che coinvolga tutti in un cammino di corresponsabilità. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni ed evangelizzatori». Tra i presenti al Convegno anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il prefetto Darco Pellos, e Giancarlo Galeazzi (Ufficio Cultura della Diocesi) che ha ricordato le attività culturali e artistiche del CEN.
Video
Fotogallery