Museo diocesano di Ancona: presentato il volume sul pittore Melchior Ieli

Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, il 24 settembre il Museo diocesano di Ancona ha presentato il volume “Melchior Ieli. Un pittore di Friburgo nella Marca d’Ancona”, a cura di Luca Bottegoni e Nadia Falaschini. Lo studio ricostruisce, avvalendosi di documenti d’archivio inediti, la biografia del pittore Melchior Ieli – battezzato Jelli (1744-1823) – originario di Freiburg im Breisgau, il quale visse a lungo nella Marca d’Ancona tra il Settecento e l’Ottocento, soprattutto a Loreto e ad Ancona. Il lavoro ha consentito di redigere un catalogo delle opere firmate e datate dall’artista, il quale ha prestato la sua opera per nobili e ecclesiastici. In particolare Ieli ha dipinto due ritratti di papi (Pio VI e Pio VII) conservati nella Cattedrale di San Ciriaco, quadri a carattere devozionale, grandi pale d’altare destinate alle rinnovate chiese marchigiane e ha decorato in stile neoclassico i saloni dei palazzi signorili rimodernati di Osimo e di Filottrano con i suoi collaboratori locali.

All’inizio della presentazione del volume, l’Arcivescovo Angelo Spina ha ringraziato don Luca Bottegoni, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, e la storica dell’arte Nadia Falaschini per «quest’opera di alto valore culturale. Partendo dai documenti e dalle opere realizzate dal pittore, l’autrice con sapienza, perizia e passione, ci ha fatto scoprire la ricca attività pittorica di Melchior Ieli. Sono tante le sue opere in terra marchigiana, come i ritratti dei due papi nella cripta della Cattedrale di San Ciriaco e il meraviglioso dipinto “Sant’Egidio e la cerva” nella chiesa di Sant’Egidio Abate a Staffolo. Il pittore disegnò anche il cosiddetto Paliotto di San Ciriaco e tutte le singole scene delle formelle laterali del prezioso tessuto, ricamate con le storie del santo ispirate agli episodi della Inventio Crucis e della Passio Ciriaci. Interessanti e belle sono le foto nel volume, che rendono visibile al lettore l’intensità dell’opera di un artista che ha saputo arricchire di arte, bellezza e senso il nostro territorio».

Dopo aver contestualizzato l’arco temporale dell’esistenza terrena di Melchior Ieli, don Luca Bottegoni ha sottolineato che «questa biografia sull’autore è inedita. Ciò dimostra che il Museo diocesano di Ancona non si occupa solo di conservazione, ma anche di produzione scientifica, per l’arricchimento culturale della città e della Chiesa diocesana. Ringrazio la professoressa Falaschini per le sue ricerche nell’Archivio storico diocesano, che ci hanno permesso di conoscere questo pittore». La professoressa Nadia Falaschini ha quindi parlato della vita del pittore e ha descritto le opere realizzate dall’artista. In particolare si è soffermata sul ritratto del “Vescovo di Ancona Nicola Riganti” eseguito da Melchior Ieli nel 1817. Il dipinto (olio su tela) che, si trovava nel Deposito del Museo diocesano di Ancona, è firmato e datato ed è stato restaurato.

«Ieli esercitò la sua professione artistica anche ad Osimo e a Filottrano. Ad Osimo – ha raccontato la professoressa – dipinse sulla volta del teatro “La Fenice” l’antico stemma dela città e decorò diverse dimore signorili, tra cui il palazzo Dionisi-Carradori-Gallo. Realizzò anche la pala d’altare “Battesimo di Gesù” per la Chiesa di San Giovanni Battista e quattro tele a olio per la chiesa di San Filippo Neri, raffiguranti quattro episodi della vita del santo. A Filottrano decorò gli interni dei palazzi Accorretti-Ricci e Spada-Lavinj, mentre nella sacrestia della chiesa di Santa Maria Assunta si trova il quadro raffigurante San Luigi Gonzaga. Altri dipinti realizzati dall’artista si trovano invece in altre zone d’Italia, come il dipinto “San Giacomo Maggiore Apostolo” a Spino D’Adda o “La morte di Sant’Andrea Avellino”a Macerata».

 

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