Incontro alla Mole sul Venerabile Padre Bernardino Piccinelli

Il Venerabile Padre Bernardino Maria Piccinelli esercitò in grado eroico le virtù cristiane e ricevette pubblici riconoscimenti perché aiutò le famiglie e soccorse i poveri e gli indifesi durante la Seconda Guerra Mondiale, il terremoto del 1972 e la frana di Posatora del 1982. Per la sua vicinanza alla popolazione anconetana, il Comune gli conferì una Medaglia d’oro e le testimonianze raccolte nella Positio sono state ascoltate l’8 ottobre alla Mole Vanvitelliana, grazie alla proiezione di un video che ha ripercorso la vita del frate dell’Ordine dei Servi di Maria, parroco per tanti anni della parrocchia del Sacro Cuore e vescovo ausiliare di Ancona. Dopo la preghiera sulla tomba del santo e la celebrazione eucaristica vissuti il primo ottobre, si è tenuto infatti un incontro alla Mole venerdì 8 ottobre, a cui hanno partecipato Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo, Paolo Marasca, Assessore alla Cultura del Comune di Ancona, e il Postulatore Padre Franco M. Azzalli, che ha presentato il decreto sul riconoscimento delle virtù eroiche di padre Bernardino, pubblicato dalla Congregazione delle Cause dei Santi nel marzo del 2021.

Le testimonianze raccolte nella Positio raccontano che, durante la seconda guerra mondiale, la presenza di padre Bernardino era di grande conforto per la gente impaurita dai bombardamenti. Durante il periodo bellico non lasciò mai Ancona. Durante un bombardamento, davanti al Santissimo, disse: “Signore, finché rimarrà un solo parrocchiano, io non mi muoverò di qui, ma Tu toglimi la paura”. Infatti, da quel momento, il Servo di Dio non ebbe più paura e si muoveva con tranquillità secondo tutte le necessità. Una volta instaurato un Governo provvisorio della città, il frate venne anche nominato assessore con i compiti dell’assistenza e, per questo motivo, a distanza di tanti anni, il Comune di Ancona volle dargli una Medaglia d’oro, esattamente il primo anno dopo il terremoto, in cui venne ripristinato questo riconoscimento ai cittadini benemeriti. Dopo la guerra, continuò a prodigarsi per la rinascita della città, aiutando più che poteva la gente nei suoi bisogni e nella ricostruzione materiale e spirituale. Per i pochi rimasti in città, permise di trasformare la piccola terrazza del convento in stalla per maiali e conigli, e così sfamare almeno alcuni di quei bisognosi. Inoltre in parrocchia costituì la cosiddetta “Mensa del bimbo povero”, dove ogni giorno veniva preparato il pranzo per numerose persone e famiglie di vari ceti sociali in difficoltà. Anche durante il terremoto del 1972, quando la città era deserta, padre Bernardino, pur rimanendo solo di giorno e di notte, continuava la sua vita di preghiera e tutti i suoi impegni, sempre a disposizione delle persone che lo cercavano. Il suo rifugio era il coretto, dove passava lunghe ore di preghiera, recitando soprattutto il Rosario.

Durante l’incontro, l’Arcivescovo Angelo Spina ha sottolineato che «padre Bernardino è stato un essere umano che ha avuto paura delle bombe, ma è rimasto vicino alle persone. È stato un uomo profetico perché non si è fatto schiacciare dalle macerie, ma nelle situazioni difficili ha saputo guardare avanti e condurre gli altri verso una luce di speranza. Ha dimostrato solidarietà e amore. La sua forza veniva dalla luce della fede. Padre Bernardino ha vissuto su un binario profondamente umano e altamente cristiano». L’assessore Paolo Marasca ha sottolineato che «padre Bernardino è stato una figura fondamentale per Ancona. Era speciale perché la cura che aveva verso gli altri nei momenti straordinari era la stessa che aveva tutti i giorni, nel quotidiano. Lui è stato sempre vicinissimo a tutti gli abitanti e alle persone che avevano bisogno, soprattutto i più fragili».

Pubblichiamo il video proiettato durante l’incontro che raccoglie alcune testimonianze storiche

 

 

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