Padre e guida per i giovani e modello per gli educatori, San Giovanni Bosco è amato da tutti e, nel giorno della sua memoria liturgica, la comunità salesiana di Ancona si è riunita e ha partecipato alla Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Angelo Spina nella parrocchia Sacra Famiglia di Ancona. Durante la celebrazione, l’Arcivescovo ha ringraziato la famiglia salesiana che continua a stare accanto ai ragazzi in questo tempo segnato dalla pandemia, in cui a soffrire sono soprattutto i giovani. L’oratorio è aperto ed è un punto di riferimento per i giovani del quartiere, non solo dei cristiani, ma anche dei ragazzi di altre religioni, che hanno bisogno di essere guidati e amati.
Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha parlato del fenomeno della «violenza giovanile, delle baby gang, con intimidazioni, gesti dimostrativi e aggressioni. Cosa sta succedendo? Per alcuni alla base c’è il tempo della pandemia, del lockdown, che ha portato un’esplosione di rabbia e violenza, ma dobbiamo riconoscere che, al di là di questo, c’è un vuoto educativo generalizzato che esisteva anche prima della pandemia. I ragazzi hanno bisogno di regole che nessuno dà loro, d’altra parte tanti adulti sono i primi a non rispettarle. Credo sia necessario ascoltare i giovani. San Giovanni Bosco, santo e pedagogista, affrontò con coraggio la condizione giovanile della Torino del 1800. Quando Don Bosco diceva che “l’educazione è una cosa di cuore” non intendeva certo un vago sentimentalismo. Parlava di profondità. Ciò richiede educatori vigili, svegli e attenti alle condizioni profonde dell’esistenza. Non un semplice lavoro psicologico, ma un tentativo di scoprire le profondità che ci fondano e ci giustificano. Tornare al cuore significa partire dalle esperienze del giovane per ascoltarle, per camminare insieme e per purificarle».
Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «c’è bisogno di una comunità educante. Il problema della violenza ci ripropone con forza le scelte fatte da San Giovanni Bosco: prevenzione, educazione e cuore. Non è la repressione che cambierà la persona e la società, ma il cambiamento interiore. Come Chiesa siamo chiamati a coinvolgere le famiglie, i genitori, gli educatori, gli insegnanti, e ad accogliere con urgenza il grido di aiuto dei ragazzi e dei giovani. È necessario accompagnarli e ascoltarli». Don Vittorio Pisu, direttore dell’opera salesiana di Ancona, e il parroco don Massimiliano Dragani hanno ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza e vicinanza e, al termine della celebrazione, i Salesiani Cooperatori hanno rinnovato la loro promessa, riconfermando il loro sì al Signore. Inoltre sono stati presentati alla comunità sette giovani aspiranti che hanno deciso di iniziare il cammino di formazione e discernimento. Per realizzare il suo progetto apostolico, San Giovanni Bosco non solo fondò una Congregazione religiosa (i Salesiani di Don Bosco) e un Istituto di suore (le Figlie di Maria Ausiliatrice) ma coinvolse, sin dall’inizio della sua opera, anche tanti laici, uomini e donne, che volle partecipi della sua missione e del suo spirito, stabilmente uniti nell’associazione dei Salesiani Cooperatori.
Fotogallery