«Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita». Lo ha detto la Cei nel Messaggio per la 44esima Giornata nazionale per la vita, che si celebra oggi, e lo ha ricordato l’Arcivescovo Angelo Spina durante la Santa Messa, presieduta nella Cattedrale di San Ciriaco. «Questa Giornata ci ricorda quanto è preziosa la vita – ha detto Mons. Angelo Spina – un dono che non ci siamo dati noi, ma anche abbiamo ricevuto. Nel suo messaggio la Cei sottolinea che al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita. Abbiamo capito che nessuno può bastare a sé stesso: “La lezione della recente pandemia, se vogliamo essere onesti, è la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione».
«Sin dai primi giorni della pandemia – continua il messaggio della Cei che ha per tema: “Custodire ogni vita” – moltissime persone si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento: sono loro la parte migliore della Chiesa e del Paese; a loro è legata la speranza di una ripartenza che ci renda davvero migliori. Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione. Anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione.
Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione. La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza. “Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene” (Papa Francesco, Omelia, 19 marzo 2013)».
Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha ringraziato tutti coloro che si «prendono cura del dono della vita, tra cui il Consultorio diocesano e il Movimento per la vita di Ancona, qui oggi presente con la sua Presidente Rosa Spoletini e con alcuni volontari». Da oltre 40 anni il Movimento per la vita difende il diritto alla vita e la dignità di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale. Grazie ai Centri di aiuto alla vita, risponde in modo concreto alle necessità delle donne che vivono una gravidanza difficile o inattesa. «Nel 2021, nonostante la pandemia – racconta Rosa Spoletini – il Movimento per la Vita di Ancona ha aiutato 101 mamme e, con il nostro sostegno, sono nati 44 bambini. Condividiamo in pieno il Messaggio della Cei: la vita è sacra dal concepimento alla morte naturale. Nessuna madre deve sentirsi sola di fronte ad una maternità inaspettata o problematica in un’ora in cui paradossalmente viene lanciato l’allarme di un “inverno demografico” che azzera il futuro della società, sottolineato molte volte da Papa Francesco. Un ringraziamento speciale va a tutti i volontari, che si prendono cura della vita nascente». Al termine della Messa, una volontaria ha letto la preghiera in difesa della vita nascente, scritta da San Giovanni Paolo II alla fine dell’enciclica Evangelium Vitae.
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