In occasione del centenario della nascita del Servo di Dio don Luigi Giussani e del 40° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, venerdì 26 febbraio Mons. Angelo Spina ha presieduto la Santa Messa nella Cattedrale di San Ciriaco, a cui hanno partecipato i membri della fraternità di CL, i Memores Domini e il gruppo universitario di CL. All’inizio della celebrazione, la responsabile del movimento ad Ancona Carla Silenzi, ha letto l’intenzione di preghiera per la Messa: «Chiediamo, per l’intercessione della Madonna “di speranza fontana vivace”, di vivere e di testimoniare ogni giorno in prima persona, nella fedeltà totale alla Chiesa, la responsabilità del carisma donato dallo Spirito di Cristo a don Giussani a beneficio di tutto il santo Popolo di Dio e dei fratelli uomini».
«Stasera ricordiamo don Luigi Giussani, un grande profeta del nostro tempo, – ha sottolineato l’Arcivescovo – un uomo combattente, un grande educatore che ha saputo creare legami di amicizia e di comunione. Nella Chiesa il posto che ognuno di noi è chiamato ad occupare è quello dell’amore. Chi ama, crea legami di comunione e si prende cura dei fratelli. In questo cammino sinodale che la Chiesa sta vivendo, ringraziamo Dio per i grandi profeti del nostro tempo che ci hanno indicato la via». Mons. Angelo Spina ha ricordato anche le parole che Papa Francesco disse nel 2015, in occasione dell’udienza al movimento di CL (Piazza San Pietro, 7 marzo 2015): «Sono riconoscente a Don Giussani per varie ragioni. La prima, più personale, è il bene che quest’uomo ha fatto a me e alla mia vita sacerdotale, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli. L’altra ragione è che il suo pensiero è profondamente umano e giunge fino al più intimo dell’anelito dell’uomo. Voi sapete quanto importante fosse per Don Giussani l’esperienza dell’incontro: incontro non con un’idea, ma con una Persona, con Gesù Cristo. (…) Tutto, nella nostra vita, oggi come al tempo di Gesù, incomincia con un incontro. Un incontro con quest’Uomo, il falegname di Nazaret, un uomo come tutti e allo stesso tempo diverso. (…) Tenete vivo il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi! Così, centrati in Cristo e nel Vangelo, voi potete essere braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa “in uscita”».
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