Incontro con gli insegnanti di religione e Santa Messa al Centro pastorale diocesano

Al termine dell’anno scolastico 2021/22, mercoledì 1 giugno Mons. Angelo Spina ha incontrato gli insegnanti di religione presso il Centro pastorale diocesano e li ha invitati a vivere l’incontro e l’ascolto nelle scuole, con i propri studenti. In particolare, facendo riferimento al brano evangelico di Gesù a casa di Marta e Maria, ha ricordato il cammino sinodale che la Chiesa sta facendo e l’importanza del camminare insieme, vivendo l’ascolto verso l’Alto e verso l’altro.

Ad introdurre l’incontro don Lorenzo Tenti, direttore dell’Ufficio scolastico diocesano, che ha salutato e ringraziato tutti gli insegnanti che, «in un momento così particolare che sta vivendo la scuola, a causa della pandemia e dello scenario della guerra in Ucraina, siete stati una presenza umana e qualificata dal punto di vista culturale e didattico nel dialogo educativo, quotidiano con i vostri studenti». Don Lorenzo ha poi ricordato l’introduzione dell’Instrumentum Laboris del Patto Educativo Globale, «dove viene indicata dal Papa l’importanza di una Chiesa in uscita, missionaria, comunitaria, capace di prendere iniziativa e di incidere su tutti i processi della vita personale e sociale. Il Papa sottolinea anche l’efficacia di una educazione preoccupata a diffondere un modello nuovo che colga autenticamente l’umano, e l’attenzione fondamentale alla vita, al bene della società e al rispetto della natura (Cfr. Laudato sì, n.215). Vanno così al più presto avviati questi processi ed esperienze di vita per permettere ai giovani di sviluppare individualmente e collettivamente le loro personalità, per poter costruire un avvenire di speranza e di pace. Proprio su questa linea abbiamo improntato il corso di aggiornamento di quest’anno, riguardante il rapporto tra l’IRC e l’educazione civica.

Don Lorenzo Tenti ha anche parlato dell’impegno dell’Ufficio Scolastico diocesano, nell’ambito del cammino sinodale diocesano: «Dalla relazione dei coordinatori sinodali è emerso che l’attenzione ai giovani è fondamentale per voi e che qualcuno sta inventando all’interno della realtà scolastica occasioni di incontro e di ascolto dei ragazzi. Ciò conferma ulteriormente le potenzialità e lo specifico unico che il vostro incarico di insegnanti di religione può esprimere all’interno del cammino sinodale, per essere collegamento tra le istanze della realtà extra ecclesiale ed intra-ecclesiale. Va preso sul serio lo spirito del cammino sinodale per accogliere sempre le novità della vita e per rinnovare l’entusiasmo nella disciplina che insegnate e il metodo di insegnamento. Diventa dunque sempre più necessaria una collaborazione tra gli IdRC, presenti nello stesso istituto, proprio per programmare progetti comuni da proporre a tutta la scuola». Il direttore dell’Ufficio Scolastico diocesano ha anche sottolineato che «quest’anno il monitoraggio sugli studenti avvalentesi e non, ha presentato dati significativi. Su un totale di 28.693 studenti iscritti, 24.475 sono quelli che hanno scelto la religione cattolica, 4218 i non avvalentesi. È un segnale che ci rincuora, ma al tempo stesso ci chiede un’ulteriore responsabilità nei confronti dei ragazzi e delle famiglie che hanno scelto l’IRC». In ultimo, ha chiesto agli insegnanti di «fare molta attenzione nei vari Istituti che siano rispettate le normative concernenti la legislazione scolastica riguardante l’IRC e, in modo particolare, quelle indicate dalla C.M.n.29452 del 30/11/2021 n.10».

Anche l’Arcivescovo, durante il suo intervento, ha ringraziato gli insegnanti di religione e li ha incoraggiati ad andare avanti con speranza e fiducia. «In questo tempo difficile a causa del covid e della guerra – ha detto – invochiamo il Signore. Questo è un tempo che se lo vivi nella fede, lo attraversi; se non lo vivi nella fede, lo subisci e ti schiaccia. Anziché provare sfiducia, negatività o scoraggiamento, invochiamo il Signore dicendo: “Maranathà, vieni Signore Gesù”. Al termine del questo anno scolastico, con tutte le difficoltà vissute, cosa dite? Menomale che è finita o vieni Signore Gesù? Bisogna leggere la realtà con gli occhi della fede. Chi ha la fede ama e chi ama si fida di Dio». Mons. Angelo Spina ha poi parlato del cammino sinodale e come icona biblica ha presentato l’incontro di Gesù a Betania, a casa di Marta e Maria. «La casa di Betania è la casa dell’amicizia – ha spiegato – dove Gesù vive l’incontro con Marta e Maria. Nel cammino sinodale è importante l’incontro. Sinodo significa camminare insieme e casa vostra è anche la scuola. Ogni giorno incontrate tanti studenti che hanno occhi vivaci, svegli, ma a volte anche spenti e sofferenti, con situazioni familiari e sociali difficili. Al termine di questo anno scolastico dobbiamo chiederci: io, in questo tempo cosi difficile, chi ho incontrato?

Nel brano leggiamo anche che le due donne aprono le porte della loro casa a Gesù, lo accolgono. Chiediamoci: io sono una casa aperta? Il mio cuore è aperto, accoglie? Poi notiamo due atteggiamenti diversi nei confronti di Gesù: Marta è indaffarata, si dà da fare per preparare il pranzo e chiede a Maria di aiutarla. Maria invece non si preoccupa di fare qualcosa, sta seduta i piedi di Gesù e lo ascolta. Marta rappresenta l’insegnante che tiene ordinato il registro di classe, ha una buona programmazione, è sempre puntuale. Sono cose buone ma, come dice Gesù, Marta si preoccupa di molte cose di superficie, mentre Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta. Qual è questa parte migliore? L’ascolto. Chiediamoci: noi come abbiamo ascoltato i nostri studenti? Ascoltare è più che sentire. Non è capire cosa l’altro mi ha detto, ma è entrare nel suo mondo. Pensate poi a quante parole voi potete dire ai ragazzi, per donar loro fiducia e speranza. Ecco dunque che nel cammino sinodale è importante l’ascolto verso l’Alto e verso gli altri. Ascoltando il Signore, meditando la sua Parola ogni giorno, avremo anche le parole giuste verso l’altro». L’incontro è terminato con la Santa Messa presso il Centro pastorale diocesano, celebrata dall’Arcivescovo.

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