Conclusa la visita pastorale dell’Arcivescovo nella parrocchia San Michele Arcangelo

Con la processione del quadro della Madonna della Mercede, portato a spalla dai componenti della Confraternita, e la Santa Messa celebrata nel campetto della parrocchia San Michele Arcangelo, sabato 18 giugno si è conclusa la visita pastorale dell’Arcivescovo nella chiesa del Pinocchio ad Ancona. Alla Santa Messa, concelebrata dal parroco don Giovanni Moroni, dal viceparroco don Julien e da don Nicolino, hanno partecipato tantissimi fedeli, i rappresentanti dei vari gruppi parrocchiali, i bambini del catechismo con i catechisti e i volontari della parrocchia. Dopo una settimana intensa di incontri e preghiera, Mons. Angelo Spina ha ringraziato la comunità parrocchiale per l’accoglienza e ha spiegato che, con la visita pastorale, «il Vescovo è venuto in mezzo a voi per confermarvi nella fede. Gesù Cristo è il buon pastore che questa settimana vi ha visitato».

Durante l’omelia ha invece spiegato la parte del Credo, in cui si recita: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”. «La Chiesa è formata da tutti noi battezzati – ha detto – e la Chiesa è una perché c’è una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio che ci dona la comunione tra di noi. Nel Vangelo abbiamo letto che Gesù prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli. Quel pane è Gesù vivo e, noi che riceviamo il corpo e sangue di Cristo, formiamo un solo corpo, una sola Chiesa in cui regna l’amore, la pace, la gioia, la mitezza, la benevolenza e tutti i frutti dello Spirito Santo. La chiesa è santa: noi siamo peccatori, ma Dio è il tre volte santo, misericordioso che cancella i peccati con la confessione e crea in noi un cuore nuovo. La chiesa è santa perché Dio la santifica. La chiesa è cattolica: questa parola significa universale. Il Vangelo, l’eucaristia, la salvezza non sono solo per alcuni, ma per tutta l’umanità. L’annuncio del Vangelo è per tutti. Ecco perché non possiamo avere chiese chiuse, cuori freddi, ma dobbiamo essere aperti all’accoglienza. Gesù è morto per tutti, non possiamo essere razzisti e xenofobi. La chiesa è apostolica. Gesù e il fondamento della Chiesa e gli apostoli sono le colonne che la sorreggono. Il vescovo è il successore degli apostoli e, venendo in mezzo a voi, vi conferma della fede».

L’Arcivescovo ha poi spiegato il significato delle insegne episcopali: la croce che è «il segno della nostra salvezza, perché Cristo ha redento il mondo morendo sulla croce»; la mitra, le cui code indicano l’Antico e il Nuovo Testamento, dei quali il vescovo è sommo annunciatore, custode e interprete per il popolo di Dio a lui affidato; il pastorale che è segno di guida, di cura e di protezione e ricorda che Gesù è il buon pastore; e l’anello vescovile, «segno di Gesù Cristo, sposo della Chiesa sposa». L’Arcivescovo ha poi raccontato come è stato creato il suo anello e ha spiegato che, quando il Papa lo nominò vescovo, chiese al padre la sua fede di matrimonio e quella della madre, morta qualche anno prima. Con le fedi dei suoi genitori, l’orafo creò l’anello vescovile e Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «dietro ognuno di noi ci sono un padre e una madre che ci hanno dato vita, amore e tenerezza. Nessuno è perfetto, ma noi veniamo da un sogno di amore di Dio attraverso i nostri genitori, a cui dobbiamo essere sempre grati e riconoscenti. Questo anello indica ora il mio servizio alla Chiesa. Voi siete la mia famiglia, sposa di Cristo, che come vescovo sono chiamato a servire».

L’Arcivescovo ha anche sottolineato che, durante la visita pastorale, ha visto «segni buoni e grandi» e ha ricordato tutti gli incontri vissuti durante la settimana, tra cui quello con gli ammalati, gli scout, i gruppi parrocchiali, il consiglio pastorale e il consiglio per gli affari economici, e i momenti di preghiera, come la Santa Messa celebrata al cimitero del Pinocchio per tutti i defunti. Momenti di grazia che «hanno messo in evidenza come questa parrocchia che è al centro di questo quartiere è viva. La Chiesa è viva, perciò evviva la Chiesa». Al termine della celebrazione, l’Arcivescovo ha donato alla parrocchia alcuni paramenti liturgici e, a sua volta, il parroco don Giovanni gli ha regalato un’icona di Gesù buon pastore. La serata è terminata con la cena all’aperto, nell’area verde vicino alla chiesa, che è stata sistemata negli ultimi anni dal gruppo “A braccia aperte” formato da alcuni volontari che si prendono cura della parrocchia.

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