L’amore per la famiglia e gli amici è stato al centro dell’incontro dell’Arcivescovo con i giovani dell’oratorio della parrocchia Santa Maria della Misericordia, dove è in corso la visita pastorale. Venerdì 7 ottobre i ragazzi si sono radunati nel salone polifunzionale dell’oratorio per un momento conviviale con la pizza, seguito da un momento di dialogo con Mons. Angelo Spina che ha posto loro questa domanda: «Cosa vi rende felici?». Tutti i giovani hanno risposto «la famiglia e gli amici». C’è chi ha messo al primo posto l’amore per i propri genitori, per i fratelli e le sorelle, e chi ha detto di essere contento soprattutto con gli amici, giocando, parlando e stando insieme a loro. Alla base di entrambi i rapporti (famiglia e amici) c’è sempre l’amore e, come ha sintetizzato l’Arcivescovo, «siete felici con chi vi vuole bene, dove vi sentite amati». Facendo l’esempio di Mosè e Aronne, ha spiegato l’importanza del legame con la propria famiglia e di «com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme» (Salmo 133), ma ha anche sottolineato che l’amicizia è «un dono grande, perché come c’è scritto nella Bibbia, chi trova un amico fedele trova un tesoro».
Il parroco don Lorenzo ha quindi chiesto «come si fa a capire chi è amico e chi invece non lo è?» e l’Arcivescovo ha risposto che «l’amicizia esiste dove non c’è interesse. Quando si radica, dura tutta la vita e non invecchia, è sempre giovane. La famiglia e gli amici hanno la stessa tonalità che si chiama amore: i genitori hanno donato la vita ai figli e li amano in modo gratuito, fanno tutto per loro. Anche i veri amici vogliono bene in maniera disinteressata e donano il tempo agli altri, ascoltandoli e stando con loro». Si è poi parlato dello scoutismo e dell’oratorio. Chi frequenta il gruppo scout, ha detto che è «un’esperienza che fa crescere, dona nuove amicizie, fa stare a contatto con la natura e dà l’opportunità di riflettere sul Vangelo». Chi frequenta l’oratorio ha detto che è «un luogo in cui si possono incontrare gli amici, dove si gioca e si sta bene insieme». Un ragazzo ha raccontato di aver sentito la «necessità di riprendere le attività in oratorio, perché avverto il bisogno di socializzare con altri ragazzi. Amo dipingere e credo che l’arte sia uno strumento per costruire un mondo migliore. Studio anche regia e, se prima dubitavo di Dio, ora credo in Lui ciecamente, perché mi sono accorto che davvero c’è Qualcuno che ci guida ed è in tutte le cose che ci circondano». L’Arcivescovo ha ringraziato il giovane per la condivisione e ha spiegato che «Dio non solo è un regista, è l’Amore. Ci ama e ci ha donato la vita».
È stato dunque un bell’incontro, gioioso e partecipato, in cui l’Arcivescovo ha ascoltato i giovani, i loro sogni, le difficoltà che incontrano nella vita quotidiana e le loro domande. Anche i ragazzi hanno infatti posto alcune domande a Mons. Angelo Spina, chiedendo cosa significa essere vescovo e come ha capito la sua vocazione. L’Arcivescovo, raccontando la chiamata di Gesù ai dodici apostoli, ha spiegato che «il vescovo è il successore degli apostoli ed è chiamato ad annunciare il Vangelo, a santificare le persone e ad essere segno di unità». Facendo l’esempio di una collana, in cui le perle restano unite grazie ad un filo e ad un nodo, ha detto che «il vescovo è colui che tiene unita tutta la comunità, i sacerdoti e i fedeli», e ricordando la lavanda dei piedi di Gesù, ha sottolineato che «il vescovo non comanda, sta accanto alle persone per amarle e servirle». Mons. Angelo Spina ha anche raccontato la sua storia, spiegando che la «vocazione non è una professione. C’è una chiamata di Dio, a cui dobbiamo rispondere “sì”, non solo un giorno, ma tutti i giorni della nostra vita». L’incontro è poi terminato con la preghiera, la recita dell’Ave Maria, e con i giochi: l’Arcivescovo ha giocato con i ragazzi nel campetto dell’oratorio e con il biliardino.
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