“I Cantieri di Betania”: assemblea diocesana sul secondo anno del cammino sinodale

L’incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania, raccontato nel Vangelo di Luca, è l’icona del secondo anno del cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa italiana. “I cantieri di Betania” è infatti il titolo del testo approntato dalla Cei per indicare le prospettive per questa nuova tappa del percorso sinodale. Come è stato spiegato durante l’assemblea diocesana, vissuta domenica 27 novembre nella Cattedrale di San Ciriaco, non si tratta di una ripetizione o di una semplice riproposizione del lavoro svolto lo scorso anno. L’ascolto prosegue ampliandosi, cercando di coinvolgere persone, gruppi e ambienti finora non raggiunti, e approfondendosi, a partire dai frutti del primo anno e dalle priorità individuate. L’assemblea diocesana è appunto iniziata raccontando tutto ciò che è stato vissuto durante il primo anno di ascolto e come si è arrivati alla sintesi diocesana e, poi, a quella nazionale. In particolare l‘equipe diocesana ha spiegato che «sono state ascoltate 5.396 persone, suddivise in 630 gruppi sinodali. Hanno lavorato 122 coordinatori, coadiuvati da un ampio numero di moderatori, e sono state raccolte 81 schede, frutto delle sintesi fatte nelle singole unità sinodali». La consultazione sinodale nella nostra diocesi si è attuata attraverso la costituzione di gruppi sinodali, nei quali è stata vissuta un’esperienza di ascolto reciproco. Tantissime persone hanno partecipato e hanno risposto principalmente a tre domande che, sulla base di quanto emerso nel Consiglio Presbiterale, riguardavano le prime tre aree tematiche del documento preparatorio (non si è però escluso il confronto anche sugli altri sette temi). Le domande erano state così strutturate: “Compagni di viaggio” (chi abbiamo lasciato fuori), “Ascoltare” (chi è in debito di ascolto), “Prendere la parola” (parlare con parresia e libertà). L’equipe diocesana, suddivisa in quattro sottogruppi, ha analizzato attentamente tutte le sintesi inviate dai coordinatori e, successivamente, riunita in presenza ha redatto la sintesi diocesana che è stata consegnata all’Arcivescovo per la validazione e poi inoltrata alla Segreteria Generale della Cei alla fine di aprile.

Durante l’Assemblea diocesana del 27 novembre, è stato anche spiegato come si è arrivati alla sintesi nazionale e, in particolare, è stato sottolineato che questa riporta moltissimi contenuti rilevati anche nella nostra sintesi diocesana. Tra le linee comuni: la necessità di crescere nell’ascolto di ogni persona, in particolare dei giovani e di coloro che vivono situazioni di povertà, l’accoglienza delle situazioni di fragilità, la necessità di cura delle relazioni, il desiderio di una conoscenza più approfondita della Parola di Dio, la necessità di linguaggi meno giudicanti, il riconoscimento del valore della corresponsabilità. Più che una casa la comunità parrocchiale viene percepita come un centro erogatore di servizi di cui si fa fatica coglierne il senso, o addirittura viene percepita come un contesto settario. Forte è anche l’esigenza di una Chiesa che sa camminare accanto alle persone nel corso di tutta la vita, accompagnandole a vivere la propria fede in rapporto alle diverse età e situazioni.

Come si attuerà, quindi, nell’anno pastorale 2022-2023, il secondo anno della fase narrativa, dedicato ancora all’ascolto del Popolo di Dio? Durante l’assemblea diocesana è stato letto il passo del Vangelo in cui Gesù incontra Marta e Maria nella casa di Betania, che è l’icona del secondo anno del cammino sinodale, ed è stato spiegato che nel luglio 2022 è stato pubblicato dal gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale presso la Cei il documento “I cantieri di Betania” che indica le prospettive per il secondo anno del cammino sinodale. Mentre l’anno scorso (2021-22) è stato vissuto un confronto a tutto campo sulla Chiesa, percorrendo le tracce del Sinodo dei Vescovi (Sinodo della Chiesa Universale), quest’anno (2022/23) ci concentreremo sulle priorità pastorali che sono emerse dalla consultazione dell’anno scorso, come le più urgenti per la Chiesa in Italia. Che cos’è un cantiere? L’immagine del cantiere indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo, che non si limiti all’organizzazione di eventi, ma punti alla realizzazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta, la cui rilettura sia punto di partenza per la successiva fase sapienziale. Il cantiere è uno spazio relazionale, in cui utilizzando il metodo della conversazione spirituale, si riesce ad ascoltare le persone approfondendo alcune questione che sono emerse dall’ascolto dell’anno scorso (sintesi diocesana). Il testo “I cantieri di Betania” presenta tre cantieri: quello della strada e del villaggio, quello dell’ospitalità e della casa e quello delle diaconie e della formazione spirituale. A questi, ogni Chiesa locale può aggiungerne un quarto che valorizzi una priorità risultante dalla propria sintesi diocesana.

1-Il cantiere della strada e del villaggio

“Mentre erano in cammino entro, entrò in un villaggio”.

Gesù assieme ad alcuni discepoli e discepole percorrevano ogni giorno le strade della Palestina ed entravano nei villaggi incontrando le persone.

Questo è il cantiere in cui siamo chiamati a prestare ascolto ai diversi “mondi” in cui viviamo e lavoriamo, cioè in cui camminiamo insieme a tutta la società. Bisognerà porre attenzione ai linguaggi da usare…occorrerà uno sforzo per rimodulare i linguaggi ecclesiali considerando il nostro interlocutore, adattando con creatività il metodo della “conversazione spirituale” che non potrà ovviamente essere usato ovunque nello stesso modo.

2-Il cantiere dell’ospitalità e della casa

“Una donna, di nome Marta, lo ospitò”.

Anche durante il proprio cammino Gesù ha avuto bisogno di fare una sosta e di trovare un luogo, una famiglia in cui sentirsi amato.

Questo è il cantiere in cui approfondire l’effettiva qualità delle relazioni comunitarie in una spinta missionaria che conduce fuori della “casa”. La casa è il luogo in cui si cerca ristoro (focolare domestico). Si potrà riflettere sull’effettività e sul ruolo degli organi partecipativi delle varie “case” che dovrebbero essere luoghi di autentico discernimento comunitario, di reale corresponsabilità e non solo di dibattito e organizzazione.

3-Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale

“Maria(…), seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molto servizi”.

Gesù non critica il fatto che Marta svolga dei servizi, ma che li porti avanti ansiosamente e affannosamente, perché non li ha innestati nell’ascolto. Il servizio radicato nell’ascolto.

Questo cantiere approfondisce le modalità del nostro “fare servizio” e del “vivere il ministero” nella Chiesa, evidenziando le differenze con gli altri ambienti in cui si può fare servizio o assumere dei ruoli per motivi professionali, umanitari… Riconnettere la diaconia con la sua radice spirituale: ascolto della Parola di Dio e ascolto reciproco.

4-Un cantiere…della Chiesa locale.

La diocesi è stata anche chiamata ad individuare e ad aprire un proprio cantiere, sempre partendo dalle emergenze/urgenze della sintesi diocesana.

Si è deciso di valorizzare il lavoro fatto fino a questo momento a livello diocesano sulla catechesi e ben riepilogato nel documento “Chiamati dal Signore Gesù per seguirlo come discepoli-missionari annunciando il vangelo della gioia”.

I CANTIERI DI BETANIA DECLINATI NELLA NOSTRA DIOCESI

L’equipe diocesana ha presentato durante l’assemblea i temi e le questioni che, a partire dalla sintesi diocesana dell’anno scorso, ha ritenuto giusto approfondire quest’anno, nell’ambito dei percorsi tracciati dai Cantieri di Betania:

1-CANTIERE DELLA STRADA E DEL VILLAGGIO – LA NOSTRA CHIESA IN ASCOLTO…
-dei giovani e di coloro che si occupano di loro..
-delle famiglie non accolte e di coloro che si occupano di loro

2-CANTIERE DELL’OSPITALITA’ E DELLA CASA – GESU’ A CASA NOSTRA …
Cantiere rivolto a chi frequenta gli ambienti ecclesiali (parrocchie, movimenti e associazioni)

3-CANTIERE DELLE DIACONIE E FORMAZIONE SPIRITUALE – IL SERVIZIO ALLA SEQUELA DI GESU’
Cantiere rivolto a coloro che svolgono un servizio nella Chiesa

 4-CANTIERE EVENGELIZZAZIONE E CATECHESI – COME LA CHIESA PRESENTA GESU’ ALLE PERSONE
Cantiere rivolto a tutti

Durante l’assemblea diocesana nella Cattedrale di San Ciriaco è stato quindi spiegato il metodo della conversazione spirituale da utilizzare nei cantieri (ogni gruppo dovrà essere composto al massimo da dieci persone), alcune indicazioni da adottare nei gruppi ed è stato citato quanto scritto nel vademecum preparato per la seconda fase del cammino sinodale: «La conversazione spirituale è esercizio di un ascolto che va in profondità e che si fa perciò stesso discernimento. Si tratta prima di tutto di riconoscere nell’esperienza, attraverso i motivi di consolazione e le ferite, ciò che contribuisce a far crescere il Regno di Dio ma anche ciò che invece ne costituisce la negazione, le mozioni dello Spirito e ciò che ad esse si frappone come ostacolo. Un riconoscimento che, approfondendosi, diventa interpretazione e conduce a scegliere, a decidersi, orientando l’agire secondo quanto lo Spirito suggerisce. Riconoscere, interpretare, scegliere sono i tre momenti che scandiscono l’ascolto, la rilettura di quanto condiviso e la sua narrazione, ma anche l’esercizio del discernimento comune che in tal modo si realizza».

La conclusione è stata affidata all’Arcivescovo Angelo Spina che ha ringraziato Dio per questo sinodo sulla sinodalità, l’equipe diocesana, i sacerdoti, i religiosi, i diaconi, i coordinatori e i moderatori. «Gesù ha sempre camminato nelle strade con gli apostoli – ha detto l’Arcivescovo – e con questo sinodo ci rinnova l’invito a camminare insieme. Ciascuno di noi, in forza del battesimo e della cresima, ha ricevuto lo Spirito Santo e, quindi, oltre ai talenti personali ha i carismi, cioè i doni dello Spirito Santo. Questi sono molteplici e non devono camminare in direzioni opposte o mettersi l’uno contro l’altro, ma camminare insieme. Nella diversità dei carismi sta la ricchezza della Chiesa e lo Spirito Santo crea unità e comunione. Ringraziamo Dio per questo sinodo e per tutte le persone che si sono messe in cammino. Le persone battezzate che vivono la Chiesa hanno preso coscienza che non sono solo spettatori o collaboratori, ma sono protagonisti e corresponsabili. Coloro che non frequentano la Chiesa e hanno religioni, culture e pensieri diversi hanno mostrato un’attenzione alla Chiesa, vista come una luce nel buio della notte. Anche a loro il Vangelo va annunciato per attrazione e non per imposizione. Ciò richiede alla Chiesa un cambiamento, una conversione pastorale che deve essere appunto sinodale». Come annunciato alla fine dell’assemblea, dai referenti diocesani Lucia Panzini e Daniele Sandroni, l’incontro di formazione online sullo svolgimento dei cantieri diocesani sarà il 12 dicembre 2022, alle ore 21. Tutte le informazioni sul cammino sinodale sono pubblicate sul sito diocesano (http://camminosinodale.diocesi.ancona.it/).

 

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