Dall’Osservatorio della Caritas di Ancona-Osimo emerge che la povertà è in aumento. Tante sono le persone senza fissa dimora, sempre più numerose quelle che frequentano la mensa. Negli ultimi due anni l’Arcidiocesi si è quindi interrogata sul crescente numero delle persone, passato da sessanta ad oltre centosessanta, che si presentano ogni sera alla mensa per la cena. È nata pertanto l’idea di realizzare una nuova mensa con una maggiore e migliore capacità di accoglienza, in quanto gli spazi della mensa Caritas attiva nella sede adiacente alla chiesa di S. Giovanni Battista a Capodimonte, e negli ultimi mesi presso un tendone vicino alla stazione di Ancona, risultavano insufficienti. Come edificio è stata individuata la chiesa di Santo Stefano, poco distante dalla stazione ferroviaria di Ancona, chiusa al culto da tantissimi anni a causa della frana e oggi restituita alla città di Ancona e alla Chiesa locale di Ancona-Osimo per questo nuovo importante servizio di attenzione e condivisione. Alle ore 11, dopo aver ascoltato l’Inno alla Gioia di Beethoven suonato dagli Zampognari del Matese, l’Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina ha benedetto la nuova mensa e ha tagliato il nastro, alla presenza delle Autorità, tra cui il Sindaco Valeria Mancinelli, del direttore della Caritas Italiana don Marco Pagniello, del direttore della Caritas diocesana Simone Breccia, del presbiterio diocesano e dei tanti volontari che accoglieranno i poveri.
Gli ospiti saranno infatti accolti in una prima sala con servizi e potranno poi accedere alla grande sala da pranzo (grande circa 250 mq, potrà ospitare circa 200 persone), dove è sistemato un banco self-service comunicante con una efficiente cucina industriale. La sala, illuminata e riscaldata, è dotata di un maxischermo tv con collegamento a Internet. Nella nuova mensa non sarà dato solo il pasto, ma sarà un luogo di incontro dove ognuno verrà chiamato con il proprio nome, perché il cibo venga consumato nella relazione con chi lo prepara, lo serve, lo condivide nella fraternità. A dare corpo, anima e calore all’ambiente saranno quindi i volontari, chiamati a svolgere le mansioni di supporto alla consumazione del pasto e ad animare i momenti vissuti nella struttura.
Come ha spiegato l’Arcivescovo, durante l’inaugurazione, i lavori di risanamento conservativo e adeguamento funzionale della struttura sono durati due anni, perché hanno avuto una durata più lunga del previsto, in quanto è stato necessario svincolare piccoli appezzamenti di terreno di proprietà del Comune, retrostanti l’edificio, per poter realizzare il muro di sostegno e impedire, in futuro, l’avanzamento del terreno. Per i lavori non ci sono stati contributi da parte di enti o da altre istituzioni. Tutto è stato possibile grazie alla generosità di alcune persone che, con donazioni e contributi personali, hanno sostenuto i costi dei lavori, previsti inizialmente per circa 700mila euro e purtroppo cresciuti a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali. Il costo complessivo dei lavori ha dunque superato il milione di euro. In una targa, scoperta durante l’inaugurazione, sono ricordati in segno di ringraziamento coloro che hanno donato un contributo, tra cui Ottavio Ferretti (donazione testamentaria di 368mila euro), una persona che vuole restare anonima (250mila euro), GVV Sezione Marche – gruppo di Ancona (donazione lascito testamentario della volontà di Virginia Cellini Lucentini di 150mila euro), una comunità religiosa (100mila euro), O.R.D.O. (100mila euro), IKEA Italia Retail vendita di Ancona (donazione di 35 tavoli e 140 sedie).
La nuova mensa Caritas diocesana porterà il nome del Beato Gabriele Ferretti e del diacono Santo Stefano, a cui la chiesa venne precedentemente intitolata. «La nuova mensa è una stella di Natale che si accende nella città di Ancona per fare luce – dichiara Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo – convinti che la pace nasce dalla condivisione di un unico pane. C’è una pagina del Vangelo di Luca (Lc 9,12-17) che scuote le nostre coscienze, in cui leggiamo che Gesù non manda a casa la folla, ma invita gli apostoli: “Dategli voi stessi da mangiare”. L’evangelista racconta come Gesù prese i cinque pani e i due pesci, li spezzò, li diede ai suoi discepoli, sentendo compassione per la grande folla che lo seguiva. Il vero miracolo non consiste nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma nella condivisione. Di fronte alla logica che ognuno pensi a sé, Gesù risponde con quella del creare ponti condividendo ogni cosa, anche il pane, per crescere insieme».
Il Rapporto Caritas del 2022 evidenzia che in Italia ci sono oltre cinque milioni e mezzo di poveri. Si tratta di quasi il 10% della popolazione residente nel nostro Paese, circa 2 milioni di famiglie. «Quante necessità materiali, psicologiche, spirituali. Questo richiede tempo, – continua Mons. Angelo Spina – attenzione, risorse, fatica, ma soprattutto amore. Non si tratta di soddisfare solo il bisogno materiale del momento, ma di incidere nel cuore di chi ha fede il grande insegnamento della condivisione: i discepoli devono dare “loro da mangiare”. Gesù ci invita a non rimanere indifferenti, a non volgere lo sguardo dall’altra parte. Nel Vangelo di Matteo ci ricorda (Mt 25,35): “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”».
Durante l’inaugurazione Mons. Angelo Spina, sulle note della canzone “Tu scendi dalle stelle”, suonata dagli Zampognari del Matese giunti ad Ancona dal Molise, ha poi scoperto la statuetta di Gesù Bambino adagiato nella mangiatoia, insieme al direttore della Caritas diocesana Simone Breccia. È seguito un altro segno importante con la benedizione dei cesti di pane. Ai presenti è stato dato un panino, con il libricino “Torniamo a Betlemme e troveremo il vero Natale” scritto dall’Arcivescovo. Il pane donato ognuno potrà spezzarlo e mangiarlo con i propri familiari, perché come ha spiegato Mons. Angelo Spina, «quando condividiamo sperimentiamo la pace».
«Questa mensa è un luogo che ci mostra la bellezza della carità, fatta di incontri e relazioni, – ha dichiarato il direttore della Caritas Italiana don Marco Pagniello – ma ci educa anche alla giustizia, quella giustizia sociale di cui tanto abbiamo bisogno. La miseria è frutto delle ingiustizie e delle disuguaglianze e, quindi, ognuno deve fare la propria parte aiutando i poveri, affinché tutti abbiano una casa in cui consumare i pasti». Anche il direttore della Caritas diocesana Simone Breccia ha sottolineato l’importanza di questa «opera che ha bisogno dell’impegno di tutta l’Arcidiocesi, delle comunità parrocchiali e dei cittadini del territorio. È necessario il coinvolgimento di tutta la comunità nel farsi carico dei poveri e dei loro bisogni. Questa mensa sarà un luogo di incontro e ascolto. Penso alla bellezza delle relazioni che si potranno vivere, alla bellezza del dono reciproco che possiamo essere l’uno per l’altro».
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