È stata incentrata sul tema della fraternità la prolusione di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena- Nonantola e Vicepresidente Cei per l’Italia settentrionale, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico 2022-2023 dell’Istituto Teologico Marchigiano e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle Marche “Redemptoris Mater”. Inizialmente prevista nel mese di novembre 2022, è stata rinviata al primo marzo a causa delle scosse di terremoto del 9 novembre. Alla presenza dei vescovi delle Marche, tra cui l’Arcivescovo Angelo Spina e il presidente della Cem Nazzareno Marconi che ha introdotto l’incontro, dei docenti e degli studenti, Mons. Castellucci ha parlato di “Fraternità cristiana e fraternità universale. Sulle tracce del Concilio Vaticano II“.
«Il rapporto tra l’essere fratelli come cristiani e l’essere fratelli di tutti non è scontato, – ha spiegato – ma nel cristianesimo è molto importante perché la fraternità cristiana non è chiusa. È aperta a tutti, chi vuole può entrare, non c’è preclusione come in altre proposte di tipo etnico, sociale, religioso. Tutti possono diventare cristiani e questa universalità già dentro la comunità diventa un lievito per la società perché questa universalità la si porta fuori, infatti i cristiani da subito hanno inteso tutti gli esseri umani fratelli, sulla base del fatto che tutti sono figli di un unico Padre e fratelli di Cristo. È quindi proprio il legame tra le due dimensioni della fraternità che va conservato e purtroppo oggi viene molto spesso contraddetto nelle tante violenze, nell’indifferenza e nella trascuratezza verso il creato. Il grido della terra e quello dei poveri sono strettamente collegati. O diventeremo fratelli tutti oppure probabilmente il mondo non andrà tanto avanti».
Facendo vari esempi, l’Arcivescovo di Modena- Nonantola ha anche parlato di San Paolo che «ha sperimentato la fraternità nella comunità» e nella Bibbia, ad esempio nella Lettera a Filemone, nella prima Lettera ai Corinzi e nella Lettera ai Galati, scrive che «sono fratelli padrone e schiavo, gente del luogo e stranieri, giudei e greci, uomini e donne». Infine ha ricordato San Francesco di Assisi che, «partendo dall’esperienza mistica con il Crocifisso che chiama fratello, ha vissuto e rilanciato tutte le dimensioni della fraternità, quelle all’interno dell’Ordine che lui stesso aveva fondato, la fraternità cristiana, la fraternità verso i lebbrosi e i poveri, verso le altre religioni con la visita al sultano, e persino la fraternità cosmica. Il sole diventa fratello, la luna sorella. Francesco invita tutto il mondo a cantare a Dio con il Cantico delle Creature: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle…”. Francesco ha veramente steso una rete di fraternità su tutti e su tutto».
Il presidente della Cem Nazzareno Marconi ha ringraziato il relatore per il suo intervento e, rivolgendosi agli studenti e ai docenti, ha sottolineato che «stiamo intraprendendo da tempo un percorso di integrazione affinché i corsi dell’Istituto Teologico e quelli dell’Istituto di Scienze Religiose che, per tanti versi sono simili e affrontano gli stessi argoment,i possano essere svolti insieme. Questo semplificherà la vita dei due Istituti, creerà un’interazione di studio tra futuri sacerdoti e laici, e potremo valorizzare ancor meglio l’impegno degli insegnanti, nella logica sinodale del camminare insieme. Le due realtà resteranno distinte, ma si integreranno il più possibile». Dopo la prolusione, c’è stato un momento di convivialità e fraternità.
Fotogallery