Durante la visita pastorale nella parrocchia Cristo Divino Lavoratore, giovedì 9 marzo Mons. Angelo Spina ha incontrato i ragazzi del post-cresima e dell’oratorio. All’inizio della serata don Willy ha presentato le attività dell’oratorio e gli educatori hanno raccontato che, dopo la scomparsa di Massimo e di Piero Alfieri, guide importanti per i giovani, c’è stata la mazzata del covid che ha ridotto il gruppo a 10-12 ragazzi. Adesso, grazie agli animatori e agli educatori, l’oratorio è rinato e i ragazzi sono circa 60. I giovani hanno poi fatto alcune domande a Mons. Angelo Spina, ad esempio gli hanno chiesto come è diventato vescovo e se si sente solo senza figli e nipoti. L’Arcivescovo ha raccontato la sua vocazione e ha detto che «chi si lascia amare da Dio non è mai solo. E poi la vita di un vescovo, come quella di un parroco, è fatta di tanti incontri». Mons. Angelo Spina ha anche parlato del dono dell’amicizia: «Come è scritto nella Bibbia, chi trova un amico trova un tesoro. L’amicizia è importante, così come la famiglia con i genitori che sono le nostre radici, ci stanno accanto e ci fanno crescere». Si è parlato anche della prossima Gmg e alcuni ragazzi dell’oratorio hanno detto che la prossima estate partiranno per Lisbona.
Durante la serata anche un educatore ha fatto una domanda all’Arcivescovo e gli ha chiesto «cosa fare quando c’è la delusione di non aver coinvolto i ragazzi e vediamo che prendono una strada sbagliata»?. Mons. Angelo Spina ha risposto che «un educatore non si ferma mai, come ha fatto San Giovanni Bosco che accoglieva i ragazzi a casa sua, insieme alla sua mamma. Don bosco ha educato generazioni di giovani, chi sta con i giovani sa che ci saranno degli insuccessi, ma bisogna andare avanti. Io da parroco avevo un oratorio come il vostro e i ragazzi stavano insieme, giocavano, litigavano. Noi come educatori dobbiamo seminare e, a volte, non si raccoglie». Ha quindi incoraggiato gli educatori ad andare avanti e li ha ringraziati per il tempo che donano ai giovani. Il parroco don Giancarlo Sbarbati ha poi sottolineato che la parrocchia ha puntato molto sulla Gmg di Lisbona, anche per poter formare da questa esperienza nuovi educatori. L’Arcivescovo ha infatti aggiunto che «dopo l’esperienza della Gmg, i ragazzi tornano con una nuova luce dentro. Sono esperienze che non si dimenticano». L’incontro si è concluso con la recita del Padre nostro e con la benedizione.
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