Otto ragazzi e sei adulti hanno ricevuto il sacramento della cresima nella parrocchia SS. Trinità. Sabato 22 aprile, durante la visita pastorale, Mons. Angelo Spina ha presieduto la santa messa, concelebrata dal parroco don Dino Cecconi, dal viceparroco padre Benone dei frati minori conventuali e da Mons. Francesco Canalini, osimano e nunzio apostolico emerito, che ha impartito il sacramento a sua nipote. È stato un momento di grazia e gioia che ha coinvolto le famiglie dei cresimandi, la parrocchia e i catechisti. Una celebrazione sentita, durante la quale Mons. Angelo Spina li ha invitati a «lasciarsi guidare dallo Spirito Santo che è Signore e dà la vita, affinché la vita di ognuno sia felice, beata, santa, aperta al bene».
Dopo la proclamazione della parola di Dio, i cresimandi sono stati presentati dal parroco che li ha chiamati per nome, si sono alzati in piedi e hanno risposto “Eccomi”. L’Arcivescovo ha quindi parlato del significato del sacramento, dell’importanza del segno della croce e, facendo riferimento al Vangelo di Emmaus, li ha invitati a ripetere “Resta con noi Signore”, in particolare nei momenti più difficili della vita. Ha poi ricordato il recente incontro dei cresimandi con la mamma del beato Carlo Acutis al Palabaldinelli di Osimo, durante il quale Antonia Salzano ha raccontato l’incredibile storia di suo figlio, un ragazzo morto nel 2006, a soli 15 anni per una leucemia fulminante. Un giovane normale come la maggior parte dei suoi coetanei, ma che viveva una profonda amicizia con Gesù. “Essere sempre unito a Gesù, questo è il mio programma di vita”, scriveva quando aveva solo sette anni.
«Carlo Acutis fece la prima comunione a soli sette anni – ha raccontato Mons. Angelo Spina – amava tantissimo l’eucarestia e la riceveva ogni giorno perché per lui era la sua autostrada per il Cielo. Carlo apparteneva ad una famiglia benestante, ma per lui non c’era bisogno di acquistare due paia di scarpe, ne bastava una: quello che poteva risparmiare lo dava ai poveri. Si impegnava anche a vivere le virtù cristiane. La virtù è un’attitudine stabile della volontà al bene e quindi si impegnava per esempio a non dire parole brutte o cattive. La morte, poi, per lui non era la fine, ma il passaggio per la vita eterna, il paradiso». L’Arcivescovo ha quindi invitato i quattordici cresimandi ad invocare e ad accogliere lo Spirito Santo nella loro vita: «Lo Spirito Santo che ricevete è Signore e dà la vita. Quando ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo che è amore la nostra vita fiorisce». Ha così fatto l’esempio della torta di compleanno: «Se la volete mangiare tutta voi, non pensate agli altri. Senza lo Spirito Santo si vive solo una vita materiale e, quindi, vuota. Si pensa solo a se stessi, ci sono incomprensioni e litigi. Lo Spirito Santo dona invece armonia e, quando abbiamo l’amore di Dio nel cuore, condividiamo la torta con gli altri o chiediamo scusa agli altri per ristabilire la pace. È quindi importante invocare lo Spirito Santo e alimentare la vita spirituale».
Al termine dell’omelia, ha augurato ai cresimandi di «crescere belli buoni e beati. Iniziate sempre la giornata con il segno della croce, invocate lo Spirito Santo e pregate il Padre Nostro». Dopo l’omelia e il rinnovo delle promesse battesimali, c’è stata l’imposizione delle mani: Mons. Angelo Spina, Mons. Francesco Canalini e gli altri sacerdoti hanno steso le mani sui cresimandi, per invocare su di loro lo Spirito Santo. I cresimandi, accompagnati dai loro padrini e madrine, hanno poi raggiunto l’altare. Qui Mons. Angelo Spina ha intinto nel crisma l’estremità del pollice della mano destra e ha tracciato un segno di croce sulla fronte dei cresimandi, chiamandoli per nome. La messa è continuata con la preghiera dei fedeli e l’offertorio ed è terminata con la benedizione solenne sui cresimati e su tutti coloro che hanno partecipato alla liturgia. La celebrazione è stata un momento di festa e gioia per l’intera comunità parrocchiale, che ha accompagnato e continuerà a guidare i giovani che hanno confermato il loro sì al Signore.
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