I 150 bambini del centro estivo parrocchiale di Camerano hanno accolto con gioia ed entusiasmo Mons. Angelo Spina che, martedì 13 giugno nel corso della sua visita pastorale, ha incontrato, cantato e pregato con i bimbi e i 40 animatori. «Il centro estivo si colloca nell’azione pastorale della nostra parrocchia – ha spiegato il viceparroco don Lorenzo Rossini – e tutto è preparato dai giovani animatori, dai momenti di preghiera ai giochi fino al logo delle magliette. Quest’anno abbiamo pensato al tema del viaggio e, quindi, all’esodo come cammino di liberazione che il popolo di Israele ha vissuto. I bambini e i ragazzi stanno vivendo l’esperienza del viaggio attraverso alcune parole chiave che ogni giorno segnano le giornate. Il nostro obiettivo è aiutarli a crescere nella fede». Dopo aver ascoltato l’inno e aver visto una scenetta preparata dai ragazzi che hanno rappresentato Mosè e il roveto ardente, l’Arcivescovo ha suonato la chitarra e ha cantato con i bambini “Io ho un amico che mi ama” e ha poi parlato dell’importanza dell’ascolto. «C’è differenza tra sentire e ascoltare – ha detto – quando i genitori vi dicono di mettere a posto la vostra stanza e non lo fate avete solo sentito, mentre se fate quanto vi dicono significa che avete ascoltato con la mente e con il cuore. Il Signore ci ascolta quando preghiamo». I ragazzi hanno così pregato insieme il Padre nostro e hanno poi ricevuto la benedizione dall’Arcivescovo.
La giornata è proseguita con la visita ad alcune aziende. La prima è stata la ditta Malatini s.a.s., un’azienda familiare che produce articoli religiosi e sacri. Accolto dai titolari, Mons. Angelo Spina accompagnato dal parroco don Aldo Pieroni, ha visitato i locali dove le competenze artigiane e la tecnologia vengono unite per portare il design italiano nel mondo. La seconda azienda visitata è stata la Marvit che, guidata dalla seconda generazione della famiglia Marchetti, è specializzata nella lavorazione di una vasta gamma di particolari torniti e rettificati di alta precisione in ottone, rame, alluminio, acciaio ad alta velocità e acciaio inox. Come hanno spiegato i titolari, 110 sono i dipendenti e quattro sono i settori di riferimento: automobilistico, elettrodomestico, termoidraulica e oliodinamica. In entrambe le aziende Mons. Angelo Spina ha benedetto i locali, i dipendenti e il loro lavoro. Si è complimentato per la qualità degli articoli e per la conduzione familiare: «Grazie alla vostra coesione e al lavoro di squadra i vostri articoli e prodotti arrivano in tutto il mondo».
Nella mattinata Mons. Angelo Spina e don Aldo hanno anche visitato la Casa Alloggio “Il Focolare” che accoglie persone affette da HIV/AIDS. Nell’area verde della struttura, gli ospiti, i medici, gli educatori, la psicologa e gli operatori si sono presentati e hanno raccontato cosa rappresenta per loro la Casa Alloggio. Luca Saracini, direttore dell’Associazione Opere Caritative Francescane che gestisce la struttura, ha ringraziato l’Arcivescovo per la visita e ha sottolineato che «per noi sono importanti tutte le occasioni di incontro e condivisione. Siamo felici quando qualcuno ci viene a trovare. C’è ancora da lavorare molto sullo stigma che purtroppo ancora esiste». Saracini ha anche ricordato che lo scorso anno è stato inaugurato il primo Check Point delle Marche, in via delle Grazie 106, dove è possibile effettuare in modo gratuito e anonimo i test rapidi per l’HIV, l’HCV e la Sifilide. «La diagnosi precoce è importante – ha spiegato – perché rende possibile un trattamento tempestivo». Gli ospiti hanno poi raccontato le loro storie e l’Arcivescovo li ha ringraziati per averlo accolto e aver parlato di loro. «Nel 1017, quando sono diventato Arcivescovo di Ancona-Osimo – ha detto – le prime persone che ho incontrato siete state voi. Poi nel corso degli anni sono venuto qui tante altre volte e nel 2018 siamo stati ricevuti insieme da Papa Francesco. Questa casa è un Vangelo vivo, tante persone si prendono cura di voi con carità e attenzione. I vostri racconti mostrano come la vita può rinascere. È importante che raccontiate le vostre esperienze alle nuove generazioni che purtroppo vivono senza freni, con la massima libertà. Le vostre storie possono aiutarli ad aprire gli occhi».
Nel pomeriggio Mons. Angelo Spina ha poi visitato la comunità di recupero di Massignano e il Centro Volontari della Sofferenza. Alle 18.30 ha celebrato la santa messa con la catechesi sul Credo Apostolico, e ha incontrato la comunità di San Germano. Infine dopocena ha conosciuto i catechisti, i capi scout e l’Azione Cattolica. Con loro ha parlato di come trasmettere oggi la fede. «Oggi la fede non è più un dato presupposto o scontato – ha detto – e questo è il tempo della nuova evangelizzazione. Se prima le famiglie erano unite e i ragazzi sapevano almeno fare il segno della croce, oggi non è più così. Viviamo un tempo in cui non si è contro Dio, ma c’è indifferenza. Gesù ha detto: “Voi siete il sale della terra” ed è quindi importante annunciare la bellezza e il gusto del Vangelo». I catechisti e i capi scout hanno parlato di come cercano di coinvolgere i ragazzi con la catechesi esperienziale e i giochi, ma anche delle difficoltà, «i giovani la domenica non partecipano alla messa e le famiglie non riusciamo a coinvolgerle». Mons. Angelo Spina ha quindi sottolineato che «la catechesi non deve essere finalizzata solo ai sacramenti. Se ai nostri tempi veniva insegnata la dottrina, oggi dobbiamo riflettere su come fare catechesi e sull’evangelizzazione. Come far sentire oggi il gusto della fede? Se avete avuto un incontro con il Signore e avete fatto esperienza del Suo Amore, i bambini se ne accorgono. Vedono se il vostro è solo un insegnamento o se vivete e credete ciò che annunciate. Non dovete fare proselitismo, ma mettere le persone in cammino verso Gesù Cristo. Il Papa nell’Evangelii Gaudium dice che siamo discepoli missionari. Siamo battezzati e, quindi, chiamati alla missione, ad annunciare e testimoniare Gesù Cristo, vivendo il comandamento dell’amore». Al termine dell’incontro c’è stata la benedizione e l’Arcivescovo ha donato a tutti il suo libro “Felici di credere”.
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