La giovane novizia suor Maria Immacolata Pia di Gesù Eucaristia ha emesso la professione religiosa temporanea tra le clarisse del monastero S. Nicolò di Osimo. Sabato 22 luglio, giorno del suo 32esimo compleanno, con le sue mani nelle mani della Madre Abbadessa suor Massimiliana Ciola, ha promesso di vivere in povertà, castità e obbedienza, durante la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Angelo Spina nella chiesa di San Nicolò. Secondo il rito della professione, l’Arcivescovo ha consegnato a suor Maria Immacolata il velo, il libro della Regola e la corona di fiori, ad indicare il suo rapporto sponsale con Cristo. Sono stati momenti commoventi, accompagnati dall’applauso dell’assemblea e dal caloroso abbraccio della neo-professa alle consorelle.
È stato un «momento di paradiso», come ha sottolineato Mons. Angelo Spina, perché il Signore, nella Sua infinita misericordia, ha posato su suor Maria Immacolata il Suo sguardo e l’ha scelta come sua sposa. Lei ha risposto “Eccomi” con tutto il cuore e l’espressione del suo volto testimonia la pace, la serenità e la gioia di stare con Dio. Ha lasciato tutto per qualcosa di più grande e soprattutto per Qualcuno più grande, perché come ha scritto sull’immaginetta di ricordo della sua professione temporanea “Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene Signore Dio, vivo e vero. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore” (San Francesco). La giovane suora ha scelto una vita di profonda intimità con Dio nel silenzio e nella preghiera, e di donarsi totalmente a Lui per tutte le persone del mondo.
Suor Maria Immacolata è originaria di Osimo ed è la più giovane delle clarisse del monastero di Osimo. Dopo il liceo scientifico, ha frequentato l’Università di Infermieristica, anche se da piccola voleva diventare dottoressa. Era scout e faceva anche volontariato. Fondamentale per lei è stato l’incontro con l’associazione Nuovi Orizzonti, fondata da Chiara Amirante, che l’ha aiutata a coltivare il suo rapporto con Gesù. Quando aveva 20 anni, durante un’adorazione eucaristica il Signore ha bussato alla porta del suo cuore ed è passata da fare quello che voleva, a cercare sempre più il Signore nella preghiera e comprendere ciò che Lui voleva per lei. Dopo poco è entrata in contatto con il monastero delle Clarisse di Osimo, fermandosi a parlare e confrontare con l’allora Abbadessa, Madre Caterina. Grazie ai suoi suggerimenti e all’aiuto di un sacerdote, si è messa sempre più in ascolto di quello che Gesù voleva per lei fino a decidere di entrare in monastero il 2 febbraio del 2019.
Dopo un anno di aspirantato e un anno di postulantato, il 2 febbraio del 2021 ha iniziato il cammino del noviziato che è durato due anni e l’ha portata alla professione temporanea dei voti di obbedienza, povertà e castità. «Questo periodo è stato come la preparazione al matrimonio per conoscere meglio il mio Sposo e seguirLo in tutto e per tutto. Che bello ascoltare la voce di Gesù – ha detto suor Maria Immacolata – e condividere la sua vita di carità: imparare ad amare come ci ha amato Gesù, facendo della mia vita un dono per tutta l’umanità». Il nome, suor Maria Immacolata Pia di Gesù Eucaristia, «l’ho capito pregando, e la Mamma Celeste è una meravigliosa compagna di viaggio: lei che ha detto sempre “Eccomi” a Gesù con la sua vita, mi aiuterà a fare altrettanto».
Nell’omelia l’Arcivescovo ha parlato delle diverse vocazioni nella Chiesa (matrimonio, sacerdozio, consacrazione) e ha spiegato che tutte sono «vie per la santità, in cui vivere il servizio e la carità». Commentando poi il Vangelo e la parabola del grano e della zizzania, ha sottolineato che «i servi vedono la zizzania, la negatività, e chiedono al padrone di estirparla. Dio invece vede le spighe di grano, cioè il bene, ciò che cresce, e dice ai servi di non raccogliere la zizzania perché con essa sradicherebbero anche il grano, e dice loro di aspettare la mietitura. Cosa significa? Cosa vuole dire questa parabola a noi? Di fronte a certe situazioni vorremmo fare piazza pulita e mettere subito a posto le cose, giudichiamo e vorremmo estirpare in forma giustizialista, ma Dio è misericordia e sa aspettare che il bene cresca. Quante volte giudichiamo i giovani, ma anche noi in gioventù abbiamo fatto degli sbagli, siamo poi cresciuti e Dio ha avuto pazienza con noi. Non giudichiamoli, Lui aspetta sempre che noi maturiamo e facciamo il bene. La misericordia di Dio è sempre propositiva».
Rivolgendosi poi alla giovane suora, ha sottolineato che il suo “sì” detto a Dio «con cuore gioioso, come Maria che canta il Magnificat, è per tutta la Chiesa una benedizione e una grazia. Oggi hai detto a Dio che vuoi essere tutta sua, con un cuore puro, integro, non diviso. Hai donato la tua vita a Lui, prendendo l’impegno di vivere la via della purezza, la povertà perché quando siamo poveri di cose siamo ricchi di Dio, e l’obbedienza, la via scelta da Gesù che è stato obbediente al Padre fino al dono di se stesso sulla croce. Possa tu portare il profumo di Cristo al mondo ed essere segno di una Chiesa viva. La nostra Chiesa diocesana ringrazia te e le altre clarisse e vi invita a continuare a servire il Signore, a ringraziarlo e a lodarlo».
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