In occasione del “Tempo del creato” (1 settembre – 4 ottobre), mese dedicato in modo speciale alla tutela della “casa comune”, è stato organizzato sabato 30 settembre il convegno Lavoro e sostenibilità ambientale e sociale: “Che scorrano la giustizia e la pace”, presso l’Istituto Teologico Marchigiano. Questo tema è molto sentito, soprattutto da coloro che abitano e vivono nelle vicinanze di realtà industriali ed economiche che producono forte inquinamento. Di queste situazioni in Italia ce ne sono diverse, un esempio è Taranto. La 49esima Settimana sociale dei cattolici italiani è stata organizzata due anni fa proprio a Taranto per riflettere e prendere delle iniziative concrete. In quell’occasione sono scaturite in sintesi tre proposte pratiche che favoriscono la transizione ecologica integrale: promuovere le comunità energetiche, anche nelle parrocchie; sostenere la finanza responsabile, quella “carbon free”; consumare in modo responsabile escludendo prodotti provenienti da attività soggette al caporalato.
Paolo Perucci, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, ha sottolineato che «l’opera dell’uomo è spesso dominata da interessi che producono lo sfruttamento della natura e delle persone. Da qui nasce anche l’idea di una crescita infinita e illimitata che non fa i conti con i limiti del pianeta. Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo che si occupi anche della cura della casa comune, che non dimentichi di custodire la bellezza del creato, premessa che dà origine al principio del bene comune globale. Gli effetti della dissennata opera dell’uomo sono sotto gli occhi di tutti: il primo e più evidente è il cambiamento climatico che produce danni sempre più frequenti, grandi e insostenibili. Il secondo è lo sfruttamento esagerato delle risorse naturali, che porta spesso allo spreco: un modus operandi che riguarda sia le risorse naturali che il rapporto con le persone. Per ultimo, dalla pandemia abbiamo imparato che ambiente, lavoro e salute sono strettamente collegati: infatti l’inquinamento atmosferico incide fortemente sulla salute della popolazione, come il lavoro è correlato all’attività produttiva che a volte provoca danni all’ambiente e anche alla salute dei lavoratori e degli abitanti delle zone limitrofe ai luoghi di produzione». Che cosa si può fare? Alcune indicazioni le suggerisce Papa Francesco nel messaggio per il “Tempo del creato”: cambiare mentalità con una vera e propria conversione ecologica; modificare i nostri stili di vita, di produzione e di consumo; intervenire a livello decisionale e politico sia statale che internazionale per mettere in piedi azioni idonee alla transizione ecologica. «San Francesco d’Assisi è colui che ci può orientare nel modo giusto di fronte a queste questioni. Egli ci insegna a entrare in rapporto con il creato prendendosi cura di tutto ciò che esiste», ha dichiarato Perucci.
Durante il convegno si è dunque parlato di lavoro, sostenibilità ambientale e salute delle persone che sono tra loro connessi. Si è partiti con Marco Baldini, dirigente medico e direttore del servizio di epidemiologia ambientale dell’Arpam, che ha parlato delle misure organizzative per la tutela dell’ambiente e la prevenzione e promozione della salute nella regione Marche e delle numerose indagini in corso, come «lo studio di sorveglianza epidemiologica nel territorio ex-Aerca, l’indagine epidemiologica sulle malformazioni congenite a Falconara Marittima, l’indagine epidemiologica di tipo descrittivo e analitico sull’incidenza di tumori emolinfopoietici nei bambini nei territori di Porto San Giorgio e Fermo, l’indagine epidemiologica di tipo descrittivo e analitico sull’incidenza di patologie neoplastiche a Montefano». Sono stati poi descritti gli effetti dell’inquinamento sull’ambiente e sulla popolazione, con Giorgio Passerini, professore in Fisica tecnica ambientale (Facoltà di Ingegneria dell’Univpm): «I dati ci dicono che ogni anno ci sono 110mila morti premature per l’inquinamento dell’aria, di cui più della metà dovute alle polveri sottili e ultrasottili. Se da una parte negli ultimi anni la qualità dell’aria è migliorata grazie ai nuovi sistemi di filtraggio e di deplezione degli inquinanti nelle aziende, purtroppo l’inquinamento è aumentato soprattutto nei centri delle città con l’aumento delle vetture a gasolio e la combustione domestica della biomassa nei caminetti».
Annamaria Moschetti, medico pediatra, presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto, ha poi presentato il caso paradigmatico dell’Ilva di Taranto e ha fatto una riflessione dal punto di vista etico. Ricordando gli effetti dell’inquinamento sui bambini di Taranto, ha sottolineato che «la vita è il valore che deve essere tutelato prima di tutto, non può essere sacrificato alla produzione. Se gli impianti vengono definiti di interesse strategico nazionale, possiamo invece pensare che sia la vita l’interesse strategico nazionale e porla all’apice della gerarchia dei valori? Anche Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’ parla della tutela di ogni vita umana e della cura della casa comune». È seguita poi la proposta di una nuova economia tra salute, ambiente e lavoro per una crescita sostenibile che non produca danni né all’ambiente né all’uomo e non lasci indietro nessuno, con Francesca Di Maolo, avvocato giuslavorista, presidente del Serafico di Assisi, membro del Comitato organizzatore di Economy of Francesco, secondo la quale «non si può confondere il lavoro con la produzione. Dobbiamo impegnarci per uno sviluppo sostenibile e passare da una logica egocentrica e individualista a una logica ecocentrica, in cui si lavora e si cresce tutti insieme. L’esperienza di Economy of Francesco è stata straordinaria perchè i giovani sono un grande cantiere di speranza».
È poi intervenuto Nicola Pieroni, responsabile delle risorse umane dell’impresa Lardini di Filottrano che ha parlato del «rispetto per l’ambiente dell’azienda, strettamente legato al profondo legame che abbiamo sempre avuto con il territorio in cui siamo nati, viviamo e lavoriamo. È importante dare il nostro contributo alla collettività in termini di sostenibilità della filiera, con il riciclo e lo smaltimento sostenibile dei capi di abbigliamento». Il responsabile della Cisl di Ancona Alessandro Mancinelli ha poi proposto di lavorare «per una giusta transizione, affinché nel passaggio alle nuove economie verdi non ci siano persone che rimangono indietro. Sono necessari una grande partecipazione nel cambiamento dei processi produttivi, ammortizzatori sociali, formazione per le nuove competenze e diritti per tutti, perché un lavoro non può essere verde se non è anche dignitoso».
La conclusione è stata affidata a Mons. Angelo Spina, che ha ricordato «l’enciclica “Laudato si’” in cui Papa Francesco parla di ecologia integrale, e l’enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità. Siamo tutti connessi, prendersi cura del creato significa quindi prendersi cura dei fratelli e delle sorelle. Dio ha messo l’uomo sulla terra perché la custodisse e la coltivasse, non per abusarne. Il Papa dice che la nostra Madre Terra protesta, ma ci dona anche una parola di speranza. Non tutto è perduto, siamo ancora in tempo. Prendiamoci dunque cura della nostra casa comune e viviamo come fratelli e sorelle, affinché scorrano la giustizia e la pace».
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