Nel complesso di San Francesco ad Alto, sede del Comando Militare Esercito Marche, questa mattina Mons. Angelo Spia ha benedetto un presepe artistico, realizzato da Padre Francesco Rossi dell’associazione “La valle del primo presepe” di Greccio. Quest’anno ricorrono infatti gli 800 anni dalla prima rappresentazione del presepe vivente di San Francesco a Greccio. «Questo convento è a noi caro – ha detto l’Arcivescovo – perché quando San Francesco nel 1219 venne ad Ancona e si imbarcò per raggiungere la Terra Santa, disse che qui voleva che fosse costruito un convento. I frati lo costruirono e Francesco quando tornò li rimproverò perché l’avevano fatto troppo grande».
Mons. Angelo Spina ha anche ricordato il viaggio di Francesco in Oriente, dove incontrò il sultano Al Malik Al Kamil. Partì come pellegrino di pace senza spade né armi – ha spiegato – e incontrò il Sultano, così diverso per cultura e religione. Non ebbe paura di aprirsi al dialogo. Una preghiera di Francesco recita “Signore, fa di me uno strumento della tua pace” e anche nella Regola il santo scrisse che i frati devono predicare senza liti e contese. Come fece San Francesco, ognuno di noi si impegni per favorire la pace, l’incontro e il dialogo. La pace è dono di Dio, ma anche nostra responsabilità». Mons. Angelo Spina ha poi benedetto il presepe: «Gesù non nasce nella gloria, ma nella povertà. Dio si è fatto uomo ed è vicino ad ognuno di noi. Il Bambino Gesù nato in una grotta, nella povertà, e morto sulla croce, ci ha mostrato cos’è l’amore». L’Arcivescovo ha poi donato alle Autorità presenti il suo libro sul Natale e al Colonnello Enrico Gabrielli, comandante del Comando Militare Esercito Marche, il volume “Il Natale di Francesco” scritto da Mons. Angelo Spina con il giornalista Diego Mecenero. A sua volta il Colonnello Gabrielli gli ha donato una targa raffigurante il chiostro del convento di San Francesco ad Alto.
Prima della benedizione del presepe, c’è stata la cerimonia dell’Alzabandiera con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e l’Arcivescovo ha benedetto una lapide in memoria della Medaglia d’Oro al Valor Militare del Ten. Carlo Falcinelli. Questa la motivazione scritta nella lapide: Comandante di un plotone fucilieri dislocato su quota di particolare importanza, di notte imperversando furioso temporale, attaccato da preponderanti forze nemiche, si portava dove la lotta ferveva maggiore e impugnata una mitragliatrice apriva il fuoco sul nemico. Accortosi di essere circondato e che stava per essere sopraffatto, inutilizzava l’arma e afferrato un moschetto per la canna, si difendeva accanitamente finché violentemente colpito ad una spalla cadeva e veniva catturato. Sottoposto a quotidiani tormenti sopportati stoicamente veniva infine barbaramente trucidato. – Bocche di Cattaro, 19 gennaio 1942; Sveta Pekta, 10 gennaio 1942; Zona Verbanje. Il Colonnello Enrico Gabrielli ha ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza e ha sottolineato l’importanza della memoria, «anche Papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti ha fatto un forte richiamo alla memoria perché senza memoria non si va avanti, non si cresce».
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