Continuano gli incontri dell’Arcivescovo con i giornalisti, in occasione della festa del loro patrono San Francesco di Sales. Quest’anno, mercoledì 24 gennaio, Mons. Angelo Spina ha visitato la sede dell’Ansa Marche, nata ad Ancona nel 1985 (Lungomare Vanvitelli, 6). Accompagnato dal direttore di Presenza Marino Cesaroni, dall’addetta stampa dell’Arcidiocesi Micol Sara Misiti e dall’operatore video Danilo Mastrogiacomo, è stato accolto dal caposervizio Alessandra Massi e dagli altri giornalisti dell’Ansa, di altre testate giornaliste e uffici stampa.
Ricordando il messaggio che l’Arcivescovo ha invitato quest’anno ai giornalisti e agli operatori della comunicazione, Mons. Angelo Spina ha parlato dei rischi dell’intelligenza artificiale che «va utilizzata in modo corretto, mettendo sempre al centro il rispetto della persona umana. Il tema scelto da Papa Francesco per la 58.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Ci rendiamo sempre più conto che comunicare non è solo connettere. Connettere non basta. Bisogna prendersi cura. É urgente passare da To share a To care. Viviamo in un mondo accelerato, dove è importante solo lo share, quante persone hanno letto una notizia o hanno visto un film. Gli strumenti dell’intelligenza artificiale devono essere utilizzati per il bene della persona umana. Quando la persona non è al centro, si costruiscono informazioni perfette, ma false, si manipola la verità ai propri fini. L’immagine virale del Papa che indossa un candido piumino è stata generata dall’intelligenza artificiale, non era vera. To care significa invece “mi interessa, mi sta a cuore”. La comunicazione cosa può fare? Essere attenta alla persona, evitare le fake news, utilizzare un linguaggio corretto. Gli strumenti dell’intelligenza artificiale non sono negativi, ma bisogna utilizzarli bene affinché contribuiscano a costruire la civiltà dell’amore e della pace».
Tra i temi trattati, anche la corsa a dare per primi le notizie, le fake news, le informazioni sui social che devono essere sempre verificate, perché a volte false. Il capo servizio Alessandra Massi ha poi raccontato la storia dell’Ansa, «prima agenzia giornalistica fondata in Italia alla fine della seconda guerra mondiale» e ha sottolineato che i giornalisti dell’Ansa cercano di raccontare le notizie e le Marche «utilizzando sempre un linguaggio rispettoso della persona umana, non volgare, sensazionalistico o banale. Cerchiamo di dare per primi le notizie, ma prima le verifichiamo sempre. L’intelligenza artificiale è una vera e propria sfida per noi giornalisti, spesso vediamo immagini e notizie costruite e prima di tutto è necessario saper distinguere ciò che è artificiale e costruito da ciò che è vero. Bisogna poi sapere utilizzare in modo corretto questa nuova tecnologia che può portare sicuramente dei vantaggi, quantomeno nella raccolta dei dati, per la sua velocità».
L’Arcivescovo ha poi parlato di San Francesco di Sales, un santo mansueto e calmo. Con la sua saggezza e sapienza aveva colto il meglio di come comunicare, ai toni polemici e aspri aveva saputo trovare la via nuova del dialogo e della dolcezza seguendo la massima: «Se sbaglio, voglio farlo per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore». Sono state inoltre affrontate alcune questioni riguardanti la città di Ancona e il territorio dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, come la chiusura di alcune chiese a causa del terremoto, la costituzione delle unità pastorali e un grande evento che in primavera riguarderà Santa Maria della Piazza, recentemente restaurata. Infine il caposervizio Alessandra Massi ha donato all’Arcivescovo un libro fotografico dell’Ansa.
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