I sacerdoti, le religiose e coloro che hanno consacrato la loro vita a Dio si sono riuniti nella Concattedrale di Osimo, in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata e della festa liturgica della presentazione di Gesù al tempio. Venerdì 2 febbraio Mons. Angelo Spina ha presieduto la Santa Messa, iniziata con la benedizione delle candele, durante la quale ha ringraziato il Signore per il dono di tante forme di vita consacrata, anche nella nostra Chiesa locale. Dieci sono le comunità religiose maschili, nove gli istituti di vista consacrata femminile e due le comunità monastiche delle suore di clausura, una a Osimo e l’altra a Filottrano. «Ringraziamo il Signore per i carismi presenti nella nostra diocesi che sono come un arcobaleno – ha detto l’Arcivescovo – insieme mostrano la bellezza della Chiesa».
Commentando poi il Vangelo della presentazione al tempo di Gesù, ha spiegato che «Maria e Giuseppe dopo 40 giorni dalla nascita di Gesù vanno al tempio di Gerusalemme, come la Legge prescriveva, per presentarlo al Signore. La vita non viene fabbricata dall’uomo, ma da Dio. È dunque importante presentare la vita al Signore, a Colui che è il datore della vita e la fa brillare, vivere in pienezza. Quando vedono Gesù, Simeone e Anna cosa fanno? Simeone prega, perché quando incontriamo Gesù la vita diventa una lode e una preghiera. Anna parla di quel Bambino, non si può stare zitti di fronte a Gesù, è importante annunciare il suo amore. Questi aspetti sono fondamentali anche nella nostra vita».
Rivolgendosi ai consacrati, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che il «Signore vi ha chiamati. Voi avete lasciato tutto, vi siete donati a Dio e avete deciso di seguirLo per sempre. Il dono non si ritira, il dono che Dio fa è gratuito e per sempre. Come vivere questo dono? Rispettando le regole: innanzitutto il Vangelo e i voti di povertà, castità e obbedienza. Per chi ama il Signore, le regole della comunità sono strumenti per vivere l’amore e la comunione». L’Arcivescovo ha poi ricordato che Simeone prega di fronte a Gesù e ha invitato tutti a pregare, in preparazione all’anno giubilare che sarà celebrato nel 2025. «Papa Francesco ha voluto che il 2024 fosse l’anno della preghiera – ha spiegato – stiamo vivendo un tempo pesante per tutta l’umanità, con guerre, cambiamenti climatici, scontri ed è necessario pregare per la fraternità. Il grido del popolo deve salire al Signore, affinché Lui trasformi le spade in strumenti di pace.
Cosa è la preghiera? L’incontro d’amore tra Dio e l’uomo, la preghiera tocca il cuore di Dio. Se noi preghiamo, Lui ci ascolterà». Poi ha chiesto: «Noi diciamo le preghiere o preghiamo? Con la Liturgia delle ore diciamo sole parole o il nostro cuore ama e loda Dio? Dobbiamo riscoprire la profondità della preghiera. In questo anno siamo invitati a diventare più umili e a lasciare spazio alla preghiera che sgorga dallo Spirito Santo che prega in noi». Infine ricordando il cammino sinodale, ha invitato tutti – presbiteri, laici, consacrati – a camminare insieme, in un cammino di comunione e di fraternità, di ascolto e di partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa.
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