«Stiamo vivendo l’inferno, abbiamo bisogno di un immediato cessate il fuoco e della pace». È il messaggio di Padre Ibrahim Faltas, Vicario Generale della Custodia della Terra Santa, che è risuonato forte e chiaro ieri nel corso dell’evento “Voci ed Iniziative di Pace” organizzato da Anci Marche, l’Area Cooperazione Internazionale di Anci e il Coordinamento Nazionale dei Direttori e Segretari delle Anci regionali ad Ancona. A Padre Faltas è stata consegnata la lampada della pace accesa sulla tomba di San Francesco ad Assisi che avrebbe poi dovuta essere recapitata a Betlemme ma, a causa del conflitto, non è stato possibile farlo. Quindi è stata consegnata direttamente a Padre Ibrahim Faltas da Mons. Angelo Spina, dal Sindaco di Ancona Daniele Silvetti, dal Cardinal Edoardo Menichelli, alla presenza dell’ambasciatore palestinese presso la Santa Sede.
«La pace è possibile – ha sottolineato Mons. Angelo Spina – e oggi la dobbiamo costruire insieme. Nel 1219 san Francesco si imbarcò dal porto di Ancona per raggiungere l’Oriente, dove incontrò il sultano Al Malik Al Kamil. Partì come pellegrino di pace senza spade e armi, con mani e piedi nudi. Anche nella Regola, il santo scrisse che i frati devono predicare senza liti e contese. San Francesco ci invita ad essere strumenti della pace, come recita la sua preghiera: “Signore, fa di me uno strumento della tua pace”.
L’avvio dei lavori moderato da Marcello Bedeschi, Coordinatore Nazionale dei Direttori e Segretari delle Anci regionali, ha previsto anche gli interventi introduttivi del Sindaco Silvetti, di Alessandro Bono, Coordinatore dei Consigli Comunali di Anci Marche delegato dal Presidente di Anci Marche Marco Fioravanti, a cui sono seguiti gli interventi di vari sindaci e amministratori anche di altre Anci del centro Italia. Presente all’evento anche il Sindaco della città polacca di Wieliczka nei pressi di Cracovia che ha ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù nel 2016 e che ha accolto moltissimi ucraini in fuga dalla guerra. La città di Wieliczka è gemellata con Fano.
«Non possiamo abituarci alla guerra, non possiamo abituarci al crimine», ha detto il Sindaco ricordando che i cittadini del suo comune di circa 70mila abitanti hanno aperto le proprie case per accogliere circa 11.000 persone che da un giorno all’altro hanno passato il confine privi di tutto, in lacrime e terrorizzati. «Non eravamo pronti ad accoglierli, nessuno avrebbe potuto esserlo», ha continuato il Sindaco. Il Cardinale Edoardo Menichelli ha arricchito il confronto con alcune riflessioni alle quali sono seguite le proposte presentate da Angelo Moretti, Portavoce Ufficiale del Mean, Movimento Europeo Azione Non Violenta, e Antonio Ragonesi per l’Area Cooperazione Internazionale di Anci. Nella tavola rotonda con la presenza di Padre Faltas e del giornalista Nello Scavo sono stati snocciolati dati che confermano la tragedia in corso.
«Duemila frati sono stati uccisi – ha detto Padre Ibrahim – e oggi dobbiamo considerare che ci sono almeno 40mila bambini orfani, viviamo in un cimitero». «A Gaza viviamo la terza guerra mondiale – ha detto Nello Scavo citando Papa Francesco – e si fa fatica anche a raccontare ciò che accade perché non fanno entrare la stampa internazionale e ben 200 giornalisti hanno già perso la vita. Inoltre vi sono conflitti in tutto il mondo che contribuiscono a creare il dato di circa 100 milioni di profughi dei quali non si sa nulla e che passa sotto silenzio».
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