Tantissimi giovani hanno partecipato alla Via Crucis diocesana, organizzata venerdì 22 marzo sul Monte Conero dalla Pastorale giovanile. I ragazzi sono partiti da Metamonte e hanno raggiunto la Badia di San Pietro al Conero, meditando cinque stazioni e, nel buio della notte, seguendo la croce, hanno ripercorso il cammino di Gesù. Con la preghiera e il canto, le torce accese e le scarpe da trekking, i giovani hanno riflettuto sui principali momenti della passione e morte di Gesù.
Arrivati davanti alla Badia di San Pietro al Conero, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «abbiamo camminato insieme, nel buio della notte, con Gesù, con la sua croce. Gesù, facendosi uomo ha camminato per andare incontro a ogni persona; curando i malati, assistendo i poveri, dando parole di vita e di consolazione, predicando e insegnando. Ma il suo ultimo tratto di vita è stato un cammino di dolore e di sofferenza, è stato il cammino della via della croce.
La croce è il senso dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita. Sì, la tua, quella di ciascuno di noi. Gesù cammina per me. Gesù intraprende questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha più amore di chi dà la vita per i suoi amici, di colui che dà la vita per gli altri. Non dimentichiamo mai questo: nessuno ha più amore di chi dà la vita, e questo lo ha insegnato Gesù. Per questo, quando guardiamo il Crocifisso, con la sua immensa sofferenza, vediamo la bellezza dell’amore di colui che dà la sua vita per ciascuno di noi. È proprio guardando Lui, che ci ama da morire, che possiamo dire: “Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore”.
Quante cadute nella nostra vita. Ognuno conosce le sue. In ogni caduta sentiamo la voce di Gesù che dice a ciascuno: “Io cado con te per rialzarti con me“. Gesù, con la sua tenerezza, asciuga le nostre lacrime nascoste. Gesù spera di riempire, con la sua vicinanza, la nostra solitudine. Come sono tristi i momenti di solitudine! Lui è lì, Lui vuole colmare questa solitudine. Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione. E Lui spera di spingerci ad abbracciare il rischio di amare. Perché, voi lo sapete, lo sapete meglio di me: amare è rischioso. Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo, e Lui ci accompagna in questo. Sempre ci accompagna. Sempre cammina. Sempre, durante la vita, sta insieme a noi.
Abbiamo fatto il cammino con Lui, il cammino della croce, il cammino della sua sofferenza, il cammino delle nostre preoccupazioni, il cammino delle nostre solitudini. Adesso, in silenzio, ciascuno di noi pensi alla propria sofferenza, pensi alla propria preoccupazione, pensi alle proprie miserie. Guardiamo la croce di Cristo, nostra unica speranza, abbracciamola e lasciamoci abbracciare e sentiremo dentro come l’anima torna a sorridere. E preghiamo dicendo: “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo”».
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