Incontro con i fidanzati presso il Centro pastorale diocesano

A conclusione del cammino di preparazione al matrimonio, 67 coppie di fidanzati si sono incontrate oggi pomeriggio presso il Centro pastorale diocesano, per vivere una giornata di formazione, condivisione e preghiera. Accolte da don Davide Duca, Alessio Marconi e Federica Fava, direttori dell’Ufficio diocesano della Pastorale Familiare, hanno ascoltato la riflessione di Mons. Angelo Spina che, partendo dai colori dell’amore, ha poi commentato l’inno alla carità di San Paolo per spiegare gli atteggiamenti e le qualità che devono essere coltivate all’interno della coppia, come la pazienza e il perdono.

In particolare l’Arcivescovo ha spiegato che «i colori di Dio sono il bianco della luce, il rosso della passione e l’oro dell’eternità. Questi colori potrebbero essere riferiti a Dio, Trinità d’amore: se il bianco rinvia alla luce del Padre, che tutto avvolge e in cui tutto vive, il rosso evoca la vicenda del Figlio, venuto nella carne per versare il suo sangue sulla Croce e risorgere alla vita per noi, mentre il giallo-oro richiama la presenza dello Spirito Santo, vincolo che unisce il Padre e il Figlio e irradia nel tempo lo splendore dell’eternità. Si diventa capaci di amare quando ci si scopre amati da Dio, lasciandoci condurre da Lui verso il futuro, che Egli vuole costruire con noi. Fare questa esperienza vuol dire credere nel Dio Trinità, che si è rivelato nella Croce e Risurrezione del Signore Gesù».

L’Arcivescovo ha poi ricordato le componenti dell’amore (fisica, psichica, spirituale), le sue caratteristiche (fedeltà, indissolubilità, totalità, fecondità) e che è importante passare da “Ti voglio bene” a “Voglio il tuo bene”. Ha parlato anche di «un Amore grande che ha un nome e un volto, Gesù crocifisso, che ci ama con tutte le forze, con tutta la mente, con tutto il cuore. Ci ama da morire. È l’amore vero, l’amore grande, l’amore che salva. È il dono-per e perciò è il per-dono, la misericordia infinita». Infine ha commentato l’inno alla carità scritto da san Paolo, in cui vengono descritte le caratteristiche del vero amore. Ha quindi sottolineato l’importanza di essere pazienti, benevoli e amabili: «In una coppia è importante fare il bene e, quindi, donarsi senza misurare, senza esigere ricompense, per il solo gusto di dare e di servire. Uno sguardo amabile ci permette di non soffermarci molto sui limiti dell’altro. Chi ama è capace di dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano. Nella famiglia bisogna imparare il linguaggio amabile di Gesù».

Mons. Angelo Spina ha continuato la riflessione, spiegando che bisogna non essere invidiosi, non vantarsi e non gonfiarsi: «La logica dell’amore cristiano non è quella di chi si sente superiore agli altri e ha bisogno di far loro sentire il suo potere, ma quella per cui «chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore» (Mt 20,27). Nella vita familiare non può regnare la logica del dominio degli uni sugli altri, o la competizione per vedere chi è più intelligente o potente, perché tale logica fa venir meno l’amore. Vale anche per la famiglia questo consiglio: “Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili” (1 Pt 5,5)». L’Arcivescovo ha poi spiegato che «chi ama non cerca il proprio interesse, non si adira, perdona e si rallegra con gli altri. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta».

Ha anche ricordato le tre parole di Papa Francesco che mai devono mancare in una famiglia: permesso, grazie e scusa. E ha sottolineato che «l’amore è un fatto spirituale. Il matrimonio è un segno prezioso, perché quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del matrimonio, Dio, per così dire, si “rispecchia” in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza. Questo comporta conseguenze molto concrete e quotidiane, perché gli sposi, in forza del Sacramento, vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano rendere visibile, a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa, continuando a donare la vita per lei».

Dopo la riflessione dell’Arcivescovo, è seguito un confronto tra i fidanzati. È stato un momento di verifica prematrimoniale, in cui ogni coppia ha risposto ad alcune domande. Tutti si sono poi ritrovati nel salone del Centro Pastorale per la preghiera conclusiva. È stato letto il Vangelo di oggi, domenica delle Palme, con il racconto della Passione di Gesù, dopodiché l’Arcivescovo ha benedetto i rami di ulivo che ha consegnato alle coppie presenti. La giornata di formazione è terminata con un momento di festa e convivialità, con l’aperitivo nei locali del Centro Pastorale.

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