“Dare il meglio di sé”: allenamento con la “special coach” suor Noemi Scarpa

Sabato 21 settembre le giovani atlete del Cus Ancona Volley si sono allenate con una “special coach”. Suor Noemi Scarpa, abbadessa benedettina ed ex giocatrice di basket, ha raccontato la sua storia e ha spiegato il segreto della felicità. «Per essere felici non basta divertirsi nello sport – ha detto – è necessario dare un senso profondo alla propria vita». Dopo aver giocato con le ragazze e dato dei consigli su come fare canestro e migliorare il tiro, ha parlato della sua esperienza sportiva e di come, a un certo punto, ha scoperto la sua vocazione.

Suor Noemi era una cestista che ha militato in serie B con il Murano Basket ma, dopo un interrail in Europa ha lasciato tutto, fidanzato, familiari e lavoro, per abbracciare la vita monastica. «Sono nata in una famiglia cattolica, con genitori praticanti – ha raccontato – quando ero piccola andavo alla messa con loro che mi raccontavano spesso la vita dei santi. Io giocavo a basket, ma purtroppo quando avevo una partita importante c’era anche un ritiro in Chiesa. Un giorno scappai per fare una partita, ma mio papà si accorse e mi portò al ritiro. In quel momento mi arrabbiai tanto con il Signore e feci questa promessa: quando avrò 18 anni non andrò più in chiesa e così ho fatto».

Il suo obiettivo era arrivare in serie A, ma poi è arrivata la fede e ha lasciato la carriera sportiva. «A 19 anni mi sono buttata con il bungee jumping – ha raccontato – e ho fatto l’interrail nell’est Europa. A metà del viaggio però è successa una cosa particolare. Morì Madre Teresa di Calcutta e mi colpì che al suo funerale c’erano tutti i più grandi del mondo. Lei è stata una donna che si è piegata sui più poveri e ha donato la sua vita nel silenzio. Lei era felice, mentre io non ero felice pur avendo tutto. Così ho capito che sono donandosi e amando si può dare un senso profondo alla propria esistenza. Sono tornata dal viaggio e ho detto a mia madre: “Mamma torno in chiesa”. Ho cercato di capire qual era la volontà di Dio su di me e a 20 anni ho lasciato tutto. Ormai sono 26 anni che vivo in monastero».

Ora Suor Noemi è abbadessa del Monastero delle Benedettine di Sant’Anna a Bastia Umbra, psicologa clinica e counselor. Ha così spiegato alle atlete come dare il meglio di sé nello sport, sottolineando che i valori cristiani sono importanti anche nella pratica sportiva. «Le virtù cardinali, fortezza, prudenza, giustizia e temperanza sono fondamentali anche nello sport – ha detto – così come il rispetto, l’amicizia, il gioco di squadra, la non violenza. Possiamo vincere tante partite, ma non essere sportivi ed essere corrotti e sleali. È quindi importante che i buoni valori siano vissuti anche nella pratica sportiva». L’Abbadessa ha anche consigliato di non «stare mai soli, è importante nella vita avere sempre qualcuno che ci doni coraggio e ci ricordi quanto valiamo e che possiamo farcela. Non vi dovete misurare in base ai risultati, divertitevi. Non vi fissare sul bisogno di piacere agli altri, altrimenti perdete la bellezza del gioco e del divertimento. E quando scapita di sbagliare? Ci si rialza subito immediatamente e si riparte. Questo vale nello sport, nella vita personale e spirituale. Bisogna ripartire sempre. Finché la partita è aperta bisogna giocarla. Non ci si deve arrendere». Un altro consiglio è stato quello di dare un senso profondo alla propria esistenza, che lei ha trovato nel donarsi e nell’amore a Dio e agli altri: «Possiamo vincere tante partite, ma la cosa più importante è non perdere quella della vita».

Le giovani atlete hanno ascoltato incuriosite la suora durante l’incontro che ha lanciato un nuovo progetto della Pastorale diocesana dello sport. Come ha infatti spiegato Luciano Sabbatini, direttore dell’Ufficio diocesano sport, tempo libero e turismo, «lo sport consente ai giovani la libera espressione di sé stessi e per questo è sempre più un ambito privilegiato sotto il profilo educativo e formativo. Il nostro progetto si propone di dare vita a una nuova pastorale sportiva che si metta a disposizione delle società per condividere una visione valoriale, etica e morale che dia pienezza allo sport ponendo al centro la persona».

Dare il meglio di sé” nello sport è possibile, così come si intitola il documento curato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita che offre uno sguardo cristiano sulla pratica dell’attività sportiva. Partendo da questo documento e in vista del Giubileo dello sport (15 giugno 2025 a Roma), l’ufficio diocesano dello sport desidera contribuire alla costruzione e allo sviluppo di uno sport autentico e orientato alla promozione umana. Come ha spiegato Roberto Penna, membro della Consulta diocesana dello sport, «stiamo facendo rete per creare una partnership collaborativa con le organizzazioni e istituzioni sportive più sensibili finalizzata ad innescare la co-creazione di un patto educativo territoriale attraverso il quale migliorare la pratica sportiva, il sistema e i suoi processi nel percorso di umanizzazione dello sport contemporaneo».

Il vicesindaco Giovanni Zinni si è complimentato con l’Ufficio diocesano per questo patto educativo che sta portando avanti in vista del Giubileo e Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «lo sport è vita, divertimento, gioco, amicizia e fatica. È bello vedere che quando giocano i ragazzi e uno cade, si ferma il gioco e tutti aiutano chi si è fatto male. Lo sport è anche solidarietà e vicinanza. Nella vita non bisogna mai fermarsi, se cadete rialzatevi subito e ripartite».

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